AMERICA FATTA A MAGLIE - LA NEMESI DELLA PUSSY: TOCCA A ROY MOORE, IL GIUDICE SCERIFFO DELL'ALABAMA, CANDIDATO A SENATORE E FAVORITO, ALLA GOGNA PER ALCUNE TOCCATINE FATTE 40 ANNI FA, PERÒ A DELLE RAGAZZINE. LUI NEGA TUTTO, STEVE BANNON DENUNCIA IL COMPLOTTO DEL WASHINGTON POST E DI AMAZON, MEZZO ESTABLISHMENT REPUBBLICANO GODE PERCHÉ LO DETESTA, E ANCHE LA CASA BIANCA, IN TRIONFALE TRASFERTA IN ASIA, EMETTE UN COMUNICATO GELIDO
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Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Tocca a Roy Moore, il giudice sceriffo dell'Alabama, candidato a senatore e favorito, alla gogna per alcune toccatine inappropriate fatte una quarantina d'anni fa, però a delle ragazzine. Lui nega tutto, resiste ed evoca il demonio, il suo sponsor , Steve Bannon, denuncia il complotto del Washington Post e di Amazon, mezzo establishment repubblicano gode quanto e più dei democratici perché detesta lo sceriffo e alle primarie aveva fatto il tifo e speso una montagna di quattrini, almeno 30 milioni di dollari, per l'altro candidato repubblicano, Luther Strange, e a dire la verità anche la Casa Bianca, in trionfale trasferta in Asia, emette un comunicato gelido.
In politica non succedeva da un po’ che il sesso ed eventuali bugie piombassero su una campagna elettorale, l'effetto Clinton,nel senso di Bill il porcone, sembrava aver assolto tutti. Invece no, nel casino generale è tornato anche nella battaglia politica in forma di macchina del fango che accompagna il candidato scomodo verso la porta.
E’ la nemesi della pussy, li distruggerà. Io credo che la stragrande maggioranza delle donne che ora ricordano e denunciano, siano in buona fede, ma fatto così non non servirà a modificare un comportamento culturale ispirato all'abuso del potere, non toglierà forza e credibilità a tante denunce di violenze terribili. Segna però il disastro del politically correct che i liberal hanno imposto gradualmente, un macigno che casca addosso a tutti e nessuno sa come scansarsi.
Vizi privati e pubbliche virtù, meglio ancora ostentazione di diritti civili e amore per le masse diseredate, ma una vita privata di soperchierie e perversioni inconfessabili consentite e pagate grazie al potere E’ anche la nemesi del vecchio Donald, che l'aveva detto per tempo che i potenti fanno così, anche quelli molto progressisti.
Tanto non si ferma il fango, che ieri è stata costituita una task-force per reggere il numero delle centinaia di denunce, e ormai Weinstein è superato, o la fuga o a quanto pare gli toccherà la galera sul serio, e ora siamo al comico di maggior successo degli ultimi anni, a Louis CK, e le autorità chiariscono che sarà difficile dare un senso al gigantesco imbroglio e risalire a prove possibili e a incriminazioni credibili, perché è passato troppo tempo ed è solo la parola della vittima contro il carnefice la maggior parte delle volte.
Intanto, dopo Harvey Western e il suo impero, abbiamo liquidato Kevin Spacey, messo in naftalina Dustin Hoffman, silurato Louis CK, in Inghilterra c'è già il primo suicidio, and counting, vai così.
Roy Moore a dire la verità non ha ammesso, non ha detto ero ubriaco, non si è scusato, è uno col cappello da cowboy e ha risposto che quelle del Washington Post sono fake news', che lui nel 1979, quando aveva 32 anni, la ragazzina di 14 non l'ha toccata. Le ex ragazzine messe insieme da Washington Post in realtà sono quattro, ma è una sola quella che sarebbe stata indotta a togliersi alcuni vestiti e toccata nelle parti intime, poi riaccompagnata prontamente a casa quando disse di non volerne sapere . Prove dell'accaduto? No, è la parola della signora, oggi 53 anni, contro quella del terribile giudice capo.
Perché allora così poca solidarietà da parte dei boss repubblicani? Perché non era il loro candidato, e la sconfitta alle primarie del loro non l'hanno proprio mandata giù. Perciò oggi, capitanati dal solito McCain, chiedono che Moore faccia un passo indietro e sono contenti perché sperano che questo smacco indebolisca la dichiarata intenzione di Steve Bannon di far fuori un po’ di loro per far eleggere nel 2018 un po' di duri e puri. Vedremo se da questa guerra civile finiranno col trarre vantaggio i democratici.
A dirla tutta, I McConnel e i McCain sono facilmente etichettabili come RINO, republicans in name only, repubblicani solo di nome, ma anche il giudice Moore è un personaggio speciale.
Dicevamo che il mese scorso ha vinto le primarie per il posto di Senatore contro Luther Strange,che era stato designato al posto di Jeff Sessions, nominato al governo, Attorney General.
Strange aveva avuto un appoggio forte da parte di Donald Trump e del vicepresidente Mike Pence, ma Moore è una gloria locale, l'ayatollah dell'Alabama, e per lui si era speso con successo Steve Bannon, inaugurando così la stagione fuori dalla Casa Bianca come consigliere, e dentro la battaglia per prosciugare la palude della nomenclatura repubblicana.
Aveva scelto bene il suo personaggio, uno che con orgoglio si era fatto per due volte rimuovere dalla Corte Suprema dello stato. La prima volta per essersi rifiutato di far rimuovere un monumento con i Dieci Comandamenti dal tribunale, la seconda per aver dato istruzioni di non concedere licenze matrimoniali a omosessuali. Ha l'abitudine di chiamare neri gli afroamericani e gialli gli asiatici,i rossi sono gli indiani d'America. Ama sostenere che l’11 Settembre è il risultato della punizione di Dio, irato con gli Stati Uniti perché legittimano la sodomia.
Per il momento il giudice sceriffo non intende ritirarsi dalla gara, e il segretario di Stato dell'Alabama ha dichiarato che la sua candidatura non si tocca. La Casa Bianca manda a dire di essere certa che se dovessero rivelarsi autentiche e provate le accuse, Roy Moore sceglierà di fare un passo indietro, ma precisa che quelle accuse sono ancora tutte da dimostrare.
Non la pensa così il gruppetto dei boss del Senato, che ha raccolto firme per un immediato ritiro. Un deputato legato a Steve Bannon, Steve King, twitta che sono gli stessi che hanno evidentemente molto tempo da perdere, visto che tengono bloccata l'agenda del presidente al Senato, ma sono stati efficientissimi nel chiedere la testa di Moore.
Bannon per il momento accusa solo Bezos e il Washington Post, ovvero i democratici e i media che li appoggiano, e ha evitato di nominare il suo vero nemico mortale, Mitch McConnell, presidente del gruppo repubblicano al Senato. Con lui c'è il gruppetto che mette regolarmente in discussione la maggioranza necessaria per approvare leggi proposte da Donald Trump, Jeff Flake, Suzan Collins, Lisa Murkowski, Rob Portman, e l'eterno McCain, che è molto malato ma non si arrende.
L'ayatollah dell'Alabama però intende dare battaglia e ha cominciato a usare Twitter anche lui. Sentite gli ultimi: i cagnolini dei media Liberal al servizio della macchina Obama Clinton hanno appena lanciato la serie di attacchi più maligna e malvagia che io abbia mai dovuto affrontare. Le forze del Male mentiranno, inganneranno,ruberanno, procureranno anche danni fisici, ma se credono che questo metta a tacere i conservatori cristiani come voi e me ….Noi non ci piegheremo e combatteremo contro le forze del male una guerra totale il nome dei nostri valori “NEVER GIVE UP the fight!”, arrendersi mai.
Non ci si annoia davvero a voler raccontare gli Stati Uniti in questo periodo.