AMERICA FATTA A MAGLIE - VIDEO: HILLARY LEGGE GLI ESTRATTI DEL SUO NUOVO E GROTTESCO LIBRO. ‘ALLONTANATI DA ME, VISCIDO TRUMP, MI FAI ACCAPPONARE LA PELLE’, PENSAVA DURANTE IL DIBATTITO. STRANO, QUANDO LA ABBRACCIAVA AL SUO MATRIMONIO NON ERA COSÌ VISCIDO - IN ‘WHAT HAPPENED’ MOLTI PIAGNISTEI (SU SANDERS, COMEY, I FANTOMATICI RUSSI) MA SCOMMETTIAMO CHE SU EMAIL SPARITE E MILIARDI DELLA FONDAZIONE NON SAPREMO NULLA?
-VIDEO - HILLARY CLINTON LEGGE GLI ESTRATTI DEL SUO LIBRO, IN PARTICOLARE SUL DIBATTITO CON TRUMP: ‘MI SI ACCAPPONAVA LA PELLE’. MA LA STESSA MSNBC CHE TRASMETTE IL VIDEO IN ESCLUSIVA NON RIESCE A TROVARE MOMENTI IN CUI TRUMP ‘INVADE IL SUO SPAZIO’. SOLO NORMALISSIME TATTICHE DA ‘TOWN HALL’, CHE CONOSCE ANCHE UN BAMBINO (FIGURIAMOCI UNA NAVIGATA COME HILLARY)
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Stavo per dirlo, allontanati da me, viscido, la mia pelle si arricciava man mano che lo vedevo invadere il mio spazio personale”. Chi sarà mai il personaggio mostruoso, chi è la vittima che sopporta stoicamente?
Hillary Clinton dà alle stampe un libro il cui titolo invita alla lettura, “What happened”, che cosa è successo, nel senso che ci dovrebbe spiegare come mai la regina già incoronata perse la corona l'8 novembre del 2016, nonostante fosse il candidato unico dei democratici, e fin dall'inizio l'intero Comitato nazionale elettorale del Partito avesse passato tutto il suo tempo a scoraggiare qualunque candidato alternativo e a boicottare legalmente e illegalmente colui che osò’, ovvero il socialista Bernie Sanders.
Ma anche nonostante l'intervento e addirittura l'ingerenza del presidente in carica Barack Obama – di solito la Casa Bianca interviene il meno possibile –, nonostante il tifo della stampa senza vergogna, e infine nonostante lo smaccato appoggio dei leader di tutto l'Occidente e oltre.
Eppure no, spiegazioni 0 ragazzi, a quanto pare, a meno che l'anteprima rilasciata dall'editore e che dovrebbe essere sugosa e appetitosa non sia invece proprio l’elemento più debole del libro che esce a settembre.
In realtà la scelta è mirata, ed è stata ripresa dall'amica emittente Msnbc nel programma Morning Joe, perché in quel brano si torna ad accusare Donald Trump per quella brutta e volgare frase sulle donne che risaliva a 10 anni prima, che fu resa nota, rubata in un contesto privato, proprio alla vigilia del secondo dibattito presidenziale.
Per ricordare e chiarire, Donald Trump in un bus-camerino aveva detto a un giornalista che “quando hai soldi avere donne è facile”, le acchiappi in mezzo alle gambe e te le prendi. Frase volgarissima, rispondente a verità per quanto riguarda l’appeal degli uomini molto ricchi sulle donne giovani e belle. Si accettano smentite.
C'è anche il fatto che fu pronunciata in un contesto privato, 10 anni prima della discesa in politica, quando Trump faceva l'imprenditore immobiliare, di casino’, organizzava Miss Universo, insomma una vita diversa su un pianeta diverso.
L'America era anche già cresciuta, aveva superato e lasciato superare indenne a Bill Clinton un impeachment per la storia di un servizio orale fornito al presidente da una stagista sotto la scrivania dell'Officio Ovale, con tanto poi di raccolta su un vestito mai mandato in tintoria di illustre seme presidenziale, contorno di pubbliche bugie del medesimo presidente, che in Tv disse io quella non la conosco, totale complicità da parte della first lady, ovvero Hillary Rodham Clinton, nomina di speciale prosecutor con sfilata di testimonianze imbarazzanti sulle attività extracurricolari di Bill Clinton. Non passo’, nonostante le bugie, il puritanesimo, per gli americani era un presidente dal bilancio positivo.
Quello stesso anno, il 2005, Donald Trump sposò la compagna storica, Melania Knauss, ex modella, ora adeguata e scintillante first lady. Al matrimonio figurano tra gli invitati fotografati mentre ridono e abbracciano gli sposi, lui abbraccia Melania, lei abbraccia Donald, proprio i coniugi Clinton.
Peraltro a lungo Donald Trump è stato un simpatizzante democratico, i Clinton li ha foraggiati generosamente. Si vede che non sembrava viscido allora.
Torniamo ora al tragico racconto. Era il secondo dibattito presidenziale, scrive la Clinton, e “lui mi incombeva addosso, due giorni prima il mondo aveva sentito dire cose orrende sull’aggredire le donne. Eravamo soli in uno spazio piccolo e dovunque io andassi mi seguiva da vicino, mi stava addosso, faceva delle smorfie. Ho scelto di restare calma perché ero aiutata da una vita intera in cui ho avuto a che fare con uomini che cercavano di intimidirmi, ho sorriso e mostrato una faccia serena al mondo”’.
Ora, per carità, ognuno ha diritto di sentirsi intimidito se si percepisce tale, quel dibattito però l'abbiamo visto in tanti in tutto il mondo, e l'aggressività ci sfuggiva; piuttosto era una tattica tipica del Town hall, perché in quel tipo di dibattito pubblico in mezzo alla gente come fosse un consiglio comunale, i due avversari devono misurarsi anche fisicamente, e questo, nonostante i voti negativi attribuitegli da una stampa faziosa il giorno seguente, Trump lo aveva ben capito e lo sapeva condurre come gioco di sfida.
Lei però non era una novellina. Magari era fredda, saputella, incapace di improvvisare, persino incapace di reazioni autentiche.
Tutto così il librone per scrivere il quale Hillary Clinton si è rinchiusa nella sua casa di Chappaqua ,vicino a New York City? Sono queste le spiegazioni inedite e senza paura o censura che l'editore Simon & Schuster ha promesso?
A quanto pare sì, perché poi per il resto la tiritera è quella che abbiamo conosciuto nei mesi subito dopo la sconfitta. È stata colpa di James Comey, il direttore dell'FBI che ha tenuto aperta un'indagine sulle tristemente famose mail di quando lei era segretario di Stato. È stata colpa di Bernie Sanders, che ha polarizzato i voti di giovani e quelli più a sinistra.
Come se quando Trump ha messo sotto accusa Comey per il sua comportamento ondivago, i democratici non siano saltati su a difenderlo. Come se altri candidati non abbiano diritto a farlo e a dire la loro. E naturalmente, sia pur senza la minima prova di quanto scrive, è stata tutta colpa dei russi cattivi.
Ancora, e’ stata colpa del sistema elettorale americano che premia il voto elettorale su quello popolare, come se fosse la prima volta che accade, come se non fosse stata una scelta precisa dei Costituenti per evitare che Stati con maggiore popolazione diventassero il nuovo impero della ex colonia. Per non passare dall'essere colonia dell'Inghilterra ad essere colonia del Texas o della California.
E le mail, sparite, rispuntate, oggetto di bugie da parte dell'intero staff della ex segretario di Stato, coinvolto da lei nell'infilare su un indirizzo accessibile a tutti roba che doveva restare segreta nel l'indirizzo del Dipartimento di Stato? Gli accordi vantaggiosissimi per Putin stipulati dal segretario di Stato Hillary Clinton al quale seguirono conferenze del marito Bill a Mosca retribuite con cifre spropositate? Gli affari della Fondazione?
Niente, a quanto pare solo il sapiente metodo di Hillary nel gettare la colpa sempre sugli altri. Certo con molto rimpianto perché è andata male, ma senza la minima consapevolezza critica.
”Voglio sollevare il velo su un’esperienza che è stata esilarante e festosa, un’esperienza che rende più umili e a tratti fa infuriare o risulta incomprensibile. Scrivere tutto questo non è stato facile. Ogni giorno da candidata alla presidenza pensavo che milioni di persone contavano su di me, e non potevo sopportare di lasciarli soli. Invece è accaduto. Non ho finito il lavoro. E devo vivere con questo cruccio per il resto della mia vita». Amen.
Delusione sulle anticipazioni a parte, resta molta curiosità su possibili particolari inediti. Ci racconterà almeno, visto che si chiama “quel che è successo”, della sera dell'8 novembre, quando fu chiaro che la mappa elettorale era tutta rossa e al blu restavano solamente le frattaglie, le capitali liberal, le coste est e ovest abitate da intellò e divi del cinema?
Ci dirà Hillary che perse la testa in tal modo da non essere in grado di presentarsi agli elettori per ammettere pubblicamente la sconfitta fino al pomeriggio del giorno seguente, quando arrivarono lei e Bill Clinton grottescamente vestiti a lutto di viola? Sapremo se è vero che acchiappo’ per la gola il povero John Podesta, capo dello staff, e tentò di strozzarlo? Scommettiamo di no.