AMMETTIAMOLO, COME TESTIMONIAL DELLA “500” BERGOGLIO FUNZIONA LEGGERMENTE MEGLIO DI LAPO – TRATTATIVA SEGRETA PER FORNIRGLI SEI PICCOLE FIAT, PORTATA AVANTI DALLA GENDARMERIA VATICANA CON GLI EMISSARI DI MARPIONNE
1.SEI 500L PER IL VIAGGIO NEGLI USA LA TRATTATIVA TRA FCA E IL VATICANO
Da “la Repubblica”
Chi è quell' uomo vestito di bianco sulla 500L nera?
Le immagini di papa Francesco a bordo dell' utilitaria Fiat hanno fatto il giro del mondo e sono diventate uno spot pubblicitario molto efficace. Ieri su Google le occorrenze che tenevano insieme il Papa e la casa torinese erano circa 5 milioni. Perché far arrivare Bergoglio alla Casa Bianca a bordo dell' utilitaria? La scelta di circolare su auto popolari è una espressa richiesta del Papa. Già in occasione delle sue visite in America Latina Francesco era salito su una Jeep del gruppo Fca. Per i tre giorni in Usa sono state scelte sei 500L.
La decisione è stata presa dalla gendarmeria vaticana. Deve aver funzionato, anche in questa occasione, l' opera di lobbing del gruppo torinese nelle stanze d'Oltretevere. Una delle condizioni che in queste circostanze viene posta dalla Santa Sede è che i particolari della trattativa che ha preceduto la scelta del modello non vengano rivelati né prima né dopo la visita. Nel viaggio in Usa Beroglio ha anche usato una Jeep preparata per l' occasione. Le sei 500 L rimarranno a disposizione della nunziatura vaticana in Usa
2. BATTUTE E INGLESE: COSì HA STREGATO WASHINGTON
Marco Ansaldo per “la Repubblica”
«Mr. Speeeeaker», urla l' annunciatore, mentre batte tre volte il martelletto sullo scranno. «Signor Presidente della Camera: The Pope of the Holy See!». Ovazione. Applausi. Tutti in piedi. E Jorge Mario Bergoglio, con la sua falcata arrancante per via dei problemi all' anca, passa sorridente in mezzo a deputati e senatori, stringe la mano al Segretario di Stato, John Kerry, e sale al banco degli oratori.
Un successo. E tanta stanchezza. Francesco non lo mostra, ma questi dieci lunghi giorni di viaggio fra Cuba e le tre grandi città degli Stati Uniti non passano indenni sul fisico. Così fu a luglio: otto giorni attraversando Ecuador, Bolivia e Paraguay. Superati brillantemente, anche se a 4000 metri di altezza hai come un chiodo che ti penetra nel cervello. Ma non importa. Quello che conta, come ha ricordato nella sua storica, prima visita di un Pontefice al Congresso americano, è "il dialogo".
E il dialogo, le parole, che qui si pensavano faticose, in una lingua a lui ostica come l' inglese, hanno invece funzionato. A volte innesta lo spagnolo, a messa ingrana l' italiano. Ma qualche lezione privata prima di partire, provando e riprovando i discorsi, è servita. E la prova del fuoco è stata ieri. Vinta sotto ogni aspetto.
Il Papa argentino ha stregato gli americani. L' uomo della strada così come il senatore. "The frugal Pope", come lo ha ribattezzato la Cnn , dà conto che il dialogo è capace di trasformarsi in negoziato politico. Ecco allora i miracoli della diplomazia vaticana. Prima il disgelo fra Cuba e Usa, oggi l' intesa fra Colombia e Farc.
Francesco, umile, impegnato, stanco, un Papa umano, mette alla fine d' accordo tutti. Fidel e Obama. Cuba e Stati Uniti. Il capo del governo colombiano e il leader guerrigliero delle Farc che si incontrano per la prima volta su iniziativa del mediatore pontificio. «Questa è la terra dei liberi e dei valorosi», è la sua prima frase. John Boehner, il presidente della Camera, cattolico, che da vent' anni lavora perché un Papa venga al Congresso, era visibilmente nervoso. Francesco lo ha guardato, e gli ha detto: «Complimenti per la cravatta verde, il colore della speranza». Si è subito rasserenato.
Poi la stanchezza si fa anche sentire. Bergoglio beve un sorso d' acqua, come l' altro ieri durante la messa nella cattedrale di San Matteo. Ma via via che parla, prende confidenza con la lingua. Si aiuta con le mani. L' eloquio è chiaro e spedito. La gamba però fatica. Sull' altare è monsignor Piero Marini, il Maestro delle cerimonie liturgiche ad aiutarlo, sulle scale il generale Domenico Giani, capo della Gendarmeria vaticana. Ma Francesco, generoso, non rinuncia a un solo appuntamento. Anzi, ne inventa di nuovi. A Philadelphia, alla fine di una conferenza stampa il sindaco Michael A. Nutter ha allargato le braccia, e sorridendo ha ammesso: «Vedremo, a volte non sappiamo nemmeno che cosa farà esattamente il Papa».