DAGOREPORT
MAURO MORETTI MARIO MONTI AL MEETING DI CL DI RIMINIMario Mauro l'aveva detto al Professore: "Il Ppe è dalla nostra". Era domenica scorsa e mentre a via Rovani andava in scena il vertice del Pdl con Berlusconi i due si sono sorseggiati un aperitivo per discutere le strategie per il futuro. Mauro, così l'ha raccontata in giro ad amici e colleghi, avrebbe detto senza mezzi termini che il Cavalier Pompetta è "fuori di testa" e che "è stata una follia staccare la spina a Monti".
Insomma, Comunione & Liberazione "è pronta a sganciarsi" e "pure il Ppe non ne può più". Alla fine, insomma, Mauro pare aver aperto gli occhi. Proprio lui che - come dettagliatamente dagoriportato un mesetto fa - pur di stare a fianco di Berlusconi lasciò Strasburgo dove il Parlamento stava votando per correre a Bruxelles dove Bananoni era atteso per il vertice del Ppe.
MARIO MAUROPer uno che fa il capodelegazione del Pdl e dovrebbe dire ai suoi cosa e come votare, mica un dettaglio. Almeno possiamo essere sicuri che la scenetta della guida turistica improvvisata non si ripeterà anche dopodomani quando il Cavaliere è atteso sempre in Belgio per il pranzo dei leader del Partito polare europeo.
Già, la frattura è ormai troppo grande. Senza contare che - mantenendo la promessa fatta a Monti - pare che Mauro abbia scatenato le dichiarazioni infuocate di Daul, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo. "Un grave errore provocare le dimissioni di Monti", attacca. E ancora: "Siamo molto preoccupati per l'euro e per l'economia europea. Non ci possiamo permettere una politica spettacolo, serve una politica rigorosa. Il Ppe combatterà tutti i populismi".
Silvio Berlusconi - copyright PizziSe per caso vi rimane un dubbio sul destinatario dell'affondo, basta aspettare pochi minuti ed ecco spuntare l'ennesima sberla al Cavaliere di Comunione e Fatturazione. "A un momento di follia vero e proprio - fa il controcanto a Daul Mario Mauro - segua un lungo periodo di assunzione di responsabilità per far capire che Monti è necessario anche domani. Si a chi si sente popolare, no a chi è populista".