ANGELA E DEMONI – CON LO STOP AD ASTRAZENECA LA MERKEL L'HA FATTA FUORI DAL VASO. MACRON È INFURIATO: LA DECISIONE RISCHIA DI FAR SALTARE TUTTA LA CAMPAGNA VACCINALE – ANCHE L'EX DELFINA URSULA VON DER LEYEN OGGI ERA IMBARAZZATA PER IL COMPORTAMENTO (E IL CONFLITTO D'INTERESSI) DELLA MADREPATRIA, E HA PROVATO A SCARICARE LA COLPA SULLA MULTINAZIONALE E SUGLI INGLESI. CHE INTANTO GRAZIE ALLA VACCINAZIONE DI MASSA VEDONO CROLLARE CASI E MORTI…

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mario draghi emmanuel macron 2

1 – CAMPAGNA ANTI-SFIDUCIA. DRAGHI SENTE MACRON: PARIGI IRRITATA CON MERKEL

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Anais Ginori per “la Repubblica”

 

(…) La telefonata tra Draghi e Macron ha un significato in più, a dire il vero. Sia pure con il tocco felpato della diplomazia, guarda a Berlino, che scegliendo di sospendere AstraZeneca ha determinato un effetto a valanga sulle altre Cancellerie, non del tutto preparate all’impatto.

 

ursula von der leyen

All’Eliseo, ad esempio, non si nasconde un certo fastidio per la decisione annunciata ieri dalle autorità tedesche in modo unilaterale e senza una consultazione preliminare con la Francia. Macron ha scoperto la decisione mentre era a colloquio con il premier spagnolo Sanchez. E a quel punto è stato costretto a seguire, sia pure a malincuore visto l’impatto sulla campagna di vaccinazione, a Parigi come nelle altre capitali.

 

(…)

 

vaccinazione in germania

2 – VON DER LEYEN E LA PECORA NERA ASTRAZENECA: VACCINO AFFIDABILE, L'AZIENDA NO

Angela Mauro per www.huffingtonpost.it

 

Al terzo giorno Ursula von der Leyen parlò. La presidente della Commissione Europea, tedesca come Angela Merkel, esponente dello stesso partito della cancelliera, la Cdu, è rimasta in silenzio finora, mentre la sua Germania scatenava il caos in Europa, sospendendo la somministrazione del vaccino Astrazeneca per rari casi di reazioni avverse e trascinando con sé mezzo continente.

 

angela merkel e olaf scholz,

Oggi, in occasione della conferenza stampa di presentazione del certificato vaccinale per viaggiare, una von der Leyen in evidente imbarazzo per le scelte del Governo tedesco, svolge il difficile compito di smarcarsi da Merkel, schierarsi con gli scienziati dell’Ema e al tempo stesso attaccare Astrazeneca per i ritardi nelle consegne. Insomma, il vaccino è efficace, l’azienda no: “Inaffidabile”.

vaccino astrazeneca

 

La presidente minaccia di non autorizzare gli export dei vaccini prodotti in Europa verso la Gran Bretagna, dove si stanno fermando partite di dosi destinate all’Ue (Londra smentisce), ma questo significherebbe bloccare le esportazioni di Pfizer-Biontech, che invece sta rispettando il contratto. Complicato, a dir poco.

MERKEL URSULA VON DER LEYEN

 

“Ho fiducia nel prodotto dell’Astrazeneca e nelle procedure dell’Ema”, ripete von der Leyen rispondendo alle numerosissime domande dei cronisti sul caso (caos) tedesco. “In Europa non abbiamo preso scorciatoie, non abbiamo dato un’autorizzazione di emergenza”, bisogna avere “rispetto nei confronti degli scienziati che hanno l’onere di dire se una cosa va bene o meno. Va valutato anche il numero delle reazioni avverse”, poche appunto. “E bisogna accettare che gli scienziati hanno bisogno di qualche giorno per approfondire l’esame. Ci aspettiamo che giovedì diano l’ok”.

 

La distanza dal governo Merkel è massima, almeno in pubblico. Del resto, la mossa di Berlino ha suscitato irritazione sia in Commissione Europea, dove tra l’altro non sono informati della scelta di sospendere Astrazeneca, sia all’Ema, che domani dovrebbe confermare la validità del prodotto al termine dell’ulteriore indagine avviata nei giorni scorsi.

 

matt hancock

E ora queste due istituzioni europee dovranno sobbarcarsi l’onere di ricostruire la fiducia dei cittadini per un caos che stavolta non hanno creato loro, ma i governi nazionali.

 

Casca bene a questo proposito la presentazione stamane del certificato vaccinale per viaggiare: saranno gli Stati membri a decidere come usarlo, potranno renderlo valido per i vaccini autorizzati da Ema, ma anche per quelli non autorizzati, tipo Sputnik.

 

vaccini somministrati ogni 100 persone in europa

Servirà a viaggiare nell’Ue, si punta a renderlo operativo da giugno, sarà cartaceo o digitale con un ‘QR code’, ma gratuito. Non dovrebbe discriminare tra ‘vaccinati e non’ perché potrà registrare anche la negatività ai tamponi oppure la guarigione dalla malattia.

 

La Commissione assicura che non dovrebbe creare problemi alla libera circolazione in area Schengen, che ora invece è messa a rischio dalle scelte unilaterali dei paesi membri di istituire controlli alle frontiere (anche qui, la Germania ha fatto da apripista). Ma soprattutto, in un giorno nefasto per l’immagine della campagna vaccinale europea, il certificato vaccinale diventa anche un tentativo per risollevare gli animi: lasciar intravedere un viaggio all’orizzonte per recuperare la fiducia degli europei nei vaccini.

regno unito prima ondata vs seconda ondata

 

Sempre che il sortilegio riesca, il problema principale è che non ci sono abbastanza dosi. Su questo von der Leyen non fa sconti ad Astrazeneca. “Pfizer e Moderna sono affidabili, Astrazeneca no”, dice chiaramente dopo aver svolto una sorta di operazione verità sulle forniture dei prossimi mesi.

 

“AstraZeneca ha sotto-prodotto e sotto-consegnato: ha promesso 90 milioni di dosi entro la fine di marzo, poi ha ridotto a 40 milioni, ora siamo a 30 milioni. E per il secondo trimestre, sui 180 milioni promessi, l’azienda ne consegnerà soltanto 70 milioni”. A dir poco deludente. E la presidente non fa mistero che qui l’imputato numero 2 dopo l’azienda è il governo britannico, che trattiene le fiale oltre-Manica.

 

mario draghi emmanuel macron

Per rivalsa, Von der Leyen minaccia di bloccare l’export di vaccini o componenti di vaccini dall’Unione Europea verso il Regno Unito. “La situazione epidemiologica sta peggiorando. L’Ue sta cercando di collaborare con le esportazioni”, dice esaltando il fatto che nell’ultimo mese e mezzo dall’Ue siano partite ben “41 milioni di dosi verso 33 paesi extra-Ue”, malgrado il regolamento sull’export approvato a fine gennaio per punire l’inadempiente Astrazeneca. In quasi due mesi, il problema non si è risolto, anzi. “Le strade corrono in entrambe le direzioni, ci deve essere reciprocità e proporzionalità – dice la presidente - Se la situazione non cambia, dovremo riflettere di far dipendere l’export sul livello di apertura dei Paesi” riceventi. E “rifletteremo se con i Paesi che hanno tassi più alti di vaccinazioni c’è proporzionalità”.

mario draghi angela merkel

 

L’avvertimento è rivolto al premier britannico Boris Johnson. Potrebbe riguardare anche Joe Biden, che pure fa protezionismo sui vaccini, ma von der Leyen non vuole attaccare gli Usa, con cui l’Ue spera di mettere a frutto una collaborazione strategica. Il problema è il paese della Brexit, con cui ormai è aperta una vera e propria guerra commerciale sui vaccini.

 

PFIZER BIONTECH

“Dall’Ue abbiamo esportato dieci milioni di dosi” alla Gran Bretagna, “stiamo ancora aspettando che arrivino dosi dal Regno Unito in modo che ci sia reciprocità. È difficile spiegare ai nostri concittadini perché i vaccini prodotti in Ue vanno in altri Paesi anche se loro producono vaccini e non torna indietro nulla”.

 

Ma l’Ue esporta soprattutto prodotti Pfizer-Biontech verso il Regno Unito. Bloccarne l’export, vorrebbe dire punire un’azienda che, come conferma la stessa presidente, sta rispettando i patti con l’Unione. “Per il primo trimestre Pfizer/BioNTech avrà consegnato 66 mln di dosi, come previsto dal contratto”, “per il secondo trimestre 200milioni di dosi”. È evidente che non si può fare.

 

BORIS JOHNSON URSULA VON DER LEYEN

Da Londra intanto il ministro degli Esteri Dominic Raab chiede spiegazioni. La minaccia di von der Leyen “contraddice le rassicurazioni che abbiamo avuto direttamente dalla Commissione: eravamo stati informati in modo affidabile che non ci sarebbe stato nessun progetto di restringere le forniture verso il Regno Unito legalmente contrattate”, sottolinea il capo del Foreign Office. Raab assicura che Londra sta mantenendo i flussi delle consegne aperti e che “si aspetta che queste assicurazioni e questi contratti di fornitura legali siano rispettati”.

 

stella kyriakides

Nonostante il ‘bidone’ da Astrazeneca, “possiamo raggiungere l’obiettivo di avere il 70% della popolazione adulta pienamente vaccinata entro fine estate”, insiste von der Leyen, contando su un “aumento delle consegne nel secondo trimestre”. Johnson & Johnson, fresco di autorizzazione dell’Ema, “inizierà ad aprile. Dovremmo ricevere 55 mln di dosi nel secondo trimestre”. Duecento milioni da BioNTech e Pfizer, altri 35 milioni da Moderna (che per il primo trimestre ne sforna 10 milioni, ndr.), più i 70 milioni di Astrazeneca, sempre che non tradisca ancora.

 

draghi merkel

Il tunnel Astrazeneca è senza via d’uscita per l’Ue: costretta ad accettare la beffa pur di non perdere dosi utili alla strategia vaccinale, meno di quelle promesse, pur sempre utili. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, risponde von der Leyen quando le si chiede se la prossima settimana in Consiglio europeo i leader potrebbero discutere la possibilità di usare l’articolo 122 del Trattato per farsi rispettare dall’azienda anglo-svedese. Ma, rabbia legittima a parte, finora ha prevalso la linea della collaborazione, le Big Pharma continuano ad avere il coltello dalla parte del manico. E da domani, dopo il nuovo disco verde dall’Ema, toccherà anche rimettere insieme i cocci mandati in frantumi a Berlino.