ANOTHER "BRICS" IN THE WALL - IL RAPPORTO DELL’EUROPEAN COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS RIVELA IL TRACOLLO DELL'OCCIDENTE AGLI OCCHI DEI PAESI EMERGENTI E COME STANNO CAMBIANDO LE DINAMICHE GLOBALI - IL 40% DEI NON EUROPEI RITIENE CHE LA POTENZA DELLA UE SI SGRETOLERÀ NEL PROSSIMO VENTENNIO E I PAESI EMERGENTI SI DIMOSTRANO SEMPRE PIU' APERTI ALL’INTERVENTO CINESE NELLE LORO ECONOMIE - GLI AUTORI: "ORMAI NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI SI GIOCA 'À LA CARTE'"

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Estratto dell'articolo di Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

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Una buona notizia c’è, […] solo il 5% dei cittadini non occidentali sceglierebbe di vivere in Cina, contro il 56% che invece è attratto da Stati Uniti ed Europa. E, russi esclusi, tutti preferirebbero cooperare con un blocco politico guidato dall’Occidente rispetto a uno egemonizzato da Pechino.

 

Per il resto, non c’è molto da festeggiare leggendo i dati di un sondaggio globale condotto dall’European Council on Foreign Relations (Ecfr) curato da Timothy Garton Ash, Ivan Krastev e Mark Leonard. Il 47% degli americani si dice pessimista sul futuro degli Stati Uniti. E, secondo l’Eurobarometro, una media del 59% degli abitanti dei 27 membri della Ue pensa che nel proprio Paese le dinamiche stiano andando in una direzione sbagliata. […]

xi jinping lula

 

Nel resto del mondo, invece, le aspettative sul futuro sono ben diverse: […], si dice ottimista l’ 86% degli indiani, il 74% degli indonesiani, il 69% dei cinesi, il 54% dei russi. […] i Paesi emergenti sono decisamente favorevoli alla crescita dell’intervento cinese nelle loro economie: la considerano positivamente il 74% degli intervistati in Russia, il 60% dei sauditi e dei sudafricani, il 50% dei turchi. Circa il 40% dei non europei ritiene che la potenza della Ue si sgretolerà nel prossimo ventennio. Il guaio è che della stessa opinione è il 33% dei cittadini del Vecchio Continente. […]

 

unione europea

 

Mentre l’Occidente è visto come un blocco omogeneo almeno in termini di valori, la Cina sembra essere considerata un’opportunità economica ma difficilmente un’alleata. Il risultato è che il resto del mondo si muove con una fluidità che non conoscevamo: […] i Paesi emergenti scelgono di volta in volta con chi fare affari, con chi mostrare amicizia, assieme a chi votare alle Nazioni Unite, cosa dire delle guerre in Ucraina e a Gaza. Sulla base degli interessi nazionali più che su alleanze formali. […] Garton Ash, Krastev e Leonard sostengono che ora, nelle relazioni internazionali, si gioca «à la carte»: ognuno sceglie di volta in volta come e con chi schierarsi, senza obblighi.