AREA RISTORO - IL GOVERNO STANZIA 2,4 MILIARDI A FONDO PERDUTO ED ESTENDE IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI E LA CASSA INTEGRAZIONE FINO AL 31 GENNAIO. I SOLDI ARRIVERANNO SUL CONTO DALL'AGENZIA DELL'ENTRATE. STAVOLTA FARANNO IN TEMPO? - GLI INDENNIZZI ANDRANNO DA UN MINIMO DI 1.000 EURO AD UN MASSIMO DI 150.000
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Paolo Baroni per “la Stampa”
Per sostenere «a fondo perduto» le attività interessate dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell' epidemia il governo ha deciso di stanziare quasi metà delle somme previste dal nuovo «Decreto ristori», mettendo sul piatto ben 2,4 miliardi di euro su un totale di 5,4 dell' intero pacchetto di nuovi sostegni.
L' altro intervento di peso (che impegna altri 1,6 miliardi) è quello sulla cassa integrazione che viene prorogata di 6 settimane, con la possibilità però di utilizzarla sino a tutto il 31 gennaio. E sempre sino a tutto il 31 gennaio viene quindi prorogato anche il blocco dei licenziamenti. Poco? Il ministro dell' Economia Gualtieri assicura che con la prossima legge di Bilancio si andrà anche oltre: il governo infatti pensa di stanziare altre risorse «per avere quelle 18 settimane aggiuntive complessive che avevamo annunciato».
Il nuovo indennizzo
Quanto al fondo perduto il nuovo contributo, secondo le stime del ministro dello Sviluppo Patuanelli, interesserà un totale di 460 mila imprese e sarà riconosciuto a tutti i soggetti con una partita Iva aperta alla data del 25 ottobre 2020. La procedura adottata sarà quella già utilizzata dall' Agenzia delle Entrate per gli analoghi contributi previsti dal Dl Rilancio (che prevedeva l' erogazione direttamente sul conto corrente bancario o postale per le imprese che avessero subito un calo del fatturato di almeno il 33% ad aprile 2020 rispetto ad aprile 2019). La platea questa volta include anche le imprese con fatturato superiore ai 5 milioni in precedenza escluse.
Quattro fasce
Il meccanismo «sarà più generoso di quello precedente» hanno spiegato ieri Conte, Gualtieri e Patuanelli in conferenza stampa: i nuovi ristori, infatti, andranno dal 100% delle somme già incassate a giugno al 400%. Le attività che beneficeranno dei contributi sono infatti state suddivise in 4 diverse fasce a cui sono associate quattro differenti coefficienti in base alla gravità dell' impatto del Dpcm in vigore da lunedì.
Si prevede così un ristoro al 100% (coefficiente 1) per gli esercizi e le attività con chiusura alle ore 18 (come ad esempio pasticcerie o gelaterie, o i taxi e gli «ncc» inseriti all' ultimo su richiesta del Pd), un ristoro al 150% (coefficiente 1,5) per i ristoranti non particolarmente danneggiati dalla chiusura serale e assieme a loro alberghi, affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, villaggi turistici, ostelli della gioventù e rifugi di montagna, un ristoro al 200% (coefficiente 2) per le attività costrette a chiudere completamente (cinema, teatri, palestre, piscine, sale giochi, scommesse o bingo, centri termali, centri benessere e fiere), ed infine un ristoro al 400% (coefficiente 4) per quelle attività già chiuse anche prima del nuovo Dpcm come sale da ballo discoteche e night club).
Gli indennizzi andranno da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 150.000. E «tanto per fare un esempio - ha spiegato Conte - un piccolo bar che a giugno aveva ricevuto 2.000 euro di contributo e avrà almeno 3.000, un grande ristorante da 13.000 passerà a 26.000 euro, mentre una piccola palestra salirà da 2 a 4.000 euro». Secondo Gualtieri«ai ristoranti andranno da 5 mila a 25 mila euro», a teatri e sale da concerto «da 5 a 30 mila euro», e ancora: ai bar 2.900 euro di media, 4.000 alle palestre, 5.500 ai cinema, 1.000 ai tassisti e poco meno di 3.500 a gelaterie e pasticcerie.
I tempi dei bonifici
Chi ha già ricevuto nei mesi scorsi questo tipo di contributi si vedrà bonificare i nuovi sussidi in automatico entro il 15 novembre direttamente sul proprio conto corrente che hanno già individuato ad opera dell' Agenzia delle Entrate. Chi a suo tempo non ne aveva fatto richiesta ed i soggetti che hanno un fatturato sopra i 5 milioni di euro, dovranno invece presentare domanda alle Entrate e nei loro confronti l' impegno è quello di liquidare gli importi entro il 15 dicembre. O al più tardi «entro l' anno».