IN ARGENTINA ESSERE LESBICHE È DIVENTATO PERICOLOSO – QUATTRO DONNE SONO STATE BRUCIATE VIVE NEL SONNO: STAVANO DORMENDO IN UNA PICCOLA PENSIONE DELLA PERIFERIA A BUENOS AIRES QUANDO UN VICINO DI CASA HA APPICCATO IL FUOCO, E POI HA TENTATO IL SUICIDIO – LA NOTIZIA HA SCANDALIZZATO IL PAESE E SCATENATO LE PROTESTE, SUBITO STRUMENTALIZZATE PER ACCUSARE IL GOVERNO DI JAVIER MILEI, ACCUSATO DI NON TUTELARE LE PERSONE LGBTQ...

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Estratto dell’articolo di Daniele Mastrogiacomo per www.repubblica.it

 

Sono le 6 del mattino di lunedì scorso e nel quartiere di Barracas, a Buenos Aires, fa ancora buio. Un uomo esce dalla sua stanza, ha in mano una bottiglia piena di benzina. Accende lo stoppino piazzato al posto del tappo.

la pensione dove sono morte le donne lesbiche in argentina la pensione dove sono morte le donne lesbiche in argentina

 

Apre la porta della stanza vicina e la scaglia all’interno. Le fiamme avvolgono subito letti, sedie, il piccolo tavolo, le suppellettili. All’interno dormono quattro donne, tra i 42 e i 52 anni. Hanno trovato in quella piccola pensione di periferia il loro rifugio. Erano stanche di essere inseguite, sbeffeggiate, insultate, spesso aggredite. Sono lesbiche dichiarate.

 

Moriranno in tre arse vive dal rogo che le ha sorprese probabilmente nel sonno. Solo una si è salvata. Pamela Cobbas, 52 anni, è deceduta poche ore dopo l’attentato; Mercedes Roxana Figueroa, coetanea, ha resistito per due giorni tra atroci sofferenze. Aveva ustioni sul 90 per cento del corpo. Per una settimana ha lottato tra la vita e la morte anche Andrea Amarante, 42 anni. Poi ha ceduto alle ustioni che le devastavano il corpo. L’unica sopravvissuta è Sofia Castro Riglos, 49 anni. Resta ricoverata in ospedale ma è fuori pericolo.

due delle tre donne lesbiche morte bruciate vive in argentina due delle tre donne lesbiche morte bruciate vive in argentina

 

È stata lei a raccontare cosa fosse successo e chi fosse il killer. Lo hanno bloccato poche ore dopo aver spento l’incendio che si è propagato all’intero alberghetto costringendo 20 ospiti a evacuare. L’uomo del rogo si chiama Justo Fernando Barrientos, ha 67 anni e anche lui viveva nello stesso stabile. Occupava la stanza vicina. Si è barricato in un luogo lontano dalle fiamme e ha tentato il suicidio con una sega. Non ci è riuscito. […] Lo hanno ricoverato in ospedale, curato, ma poi è stato fermato perché fortemente sospettato di aver appiccato l’incendio. Non ha aperto bocca, il giudice lo deve ancora interrogare. La polizia cerca di capire se abbia problemi mentali o sia animato solo da odio nei confronti di chi ha diverse tendenze sessuali. […]

 

[…] Almeno duecento persone sono scese in piazza e si sono radunate davanti a Plaza Colombia nella stessa Barracas. […] L’atroce omicidio di queste tre donne ha destato enorme scalpore in tutto il Paese. Ci sono state parole di sdegno da parte di Amnesty International che ricorda come i crimini commessi contro gay, lesbiche, bisessuali, trans e intersessuali “sono crimini classificati come crimini d’odio”. Ha esortato la magistratura ad avviare un’indagine seria e approfondita e il governo a garantire protezione a chiunque faccia riferimento alla vasta comunità Lgbt. […] Condanna da parte dell’ex presidente Alberto Fernández: "Una tale atrocità non può essere messa a tacere“.

 

proteste per la morte di tre lesbiche bruciate vive in argentina proteste per la morte di tre lesbiche bruciate vive in argentina

Anche il governo di Javier Milei ha tenuto a ribadire che ogni atto di violenza è ugualmente riprovevole. Ma il portavoce Manuel Adorni si è detto contrario “a parlare di un singolo episodio quando la violenza è qualcosa di più ampio. Ci sono uomini e donne che la subiscono e questo non può continuare ad accadere”. Ma quando un deputato gli ha chiesto di parlare di lesbicidio, e non genericamente di violenza, Adorni gli ha risposto postando uno screenshot sulla pagina della Royal Accademy of Language nella quale a suo parere “la parola lesbicidio non è registrata”. La Rae ha risposto a stretto giro: “Lesbicidio è un neologismo ben formato, basato su “lesbi(ca) e sull’elemento compositivo “-cidio” per designare l’omicidio di una donna lesbica a causa del suo orientamento sessuale”.

due delle tre donne lesbiche bruciate vive in argentina due delle tre donne lesbiche bruciate vive in argentina

 

Polemica e distinguo spuri. Milei stesso aveva già espresso a suo tempo cosa pensa sul tema dell’identità sessuale così sentito anche in Argentina. “Se vuoi stare con un elefante e hai il suo consenso il problema è tuo e dell’elefante”. […]

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