ARMI E SUPPORTO POLITICO PER L'INGRESSO NELL'UE: COSA CHIEDERÀ VOLODYMYR ZELENSKY A MATTARELLA E MELONI – LA DUCETTA GONGOLA PER LA VISITA DEL PRESIDENTE UCRAINO A ROMA: “L’IMMAGINE DELL’ITALIA ESCE RAFFORZATA”, MA I MARGINI PER GLI AIUTI MILITARI A KIEV SONO STRETTI. LA PARTITA È PIÙ CHE ALTRO POLITICA E RIGUARDA L’UNIONE EUROPEA. GLI STATI UNITI FINORA SI SONO ACCOLLATI LA MAGGIOR PARTE DEGLI AIUTI (171 MILIARDI), MENTRE DA BRUXELLES SONO ARRIVATE LE BRICIOLE (18 MILIARDI). LE PAROLE DI TRUMP SONO UN SEGNALE CHIARO: “GLI EUROPEI PENSANO CHE SIAMO STUPIDI”
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Estratto dell'articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
Zelensky salirà al Quirinale per chiedere l’appoggio dell’Italia all’ingresso nella Ue e andrà a palazzo Chigi per ottenere ulteriore supporto militare. E non c’è dubbio che il capo dello Stato e la premier si adopereranno, consapevoli che la strada dell’Ucraina verso l’Europa presenti ancora degli ostacoli, e che la strada verso la pace rimanga irta di difficoltà.
Perciò Meloni dice che «siamo e resteremo al fianco di Kiev»: «Il sostegno al popolo aggredito dall’invasore russo è una scelta convinta e doverosa […] che il mio partito ha fatto quando stava all’opposizione e che ha ribadito quando è stato chiamato a governare».
Perciò, alla vigilia del colloquio con Zelensky, ci tiene a sottolineare come «l’impegno dimostrato in questi mesi» dal suo gabinetto abbia «rafforzato l’immagine dell’Italia nel contesto internazionale»: «Il fatto che il presidente ucraino venga a Roma negli stessi giorni della visita a Berlino, lo testimonia chiaramente».
[…] Meloni vuole assecondare le richieste ucraine e al contempo evitare gli scogli politici e mediatici che le si parano davanti. Così, per soffocare sul nascere la polemica dei neo-pacifisti grillini, ha smentito che userà i fondi del Pnrr per nuovi aiuti militari a Kiev. Ma il sostegno proseguirà, usando per esempio le risorse inserite nelle «ulteriori missioni internazionali» appena deliberate dal governo e su cui la prossima settimana il Senato discuterà con i ministri degli Esteri e della Difesa.
In attesa di un nuovo decreto, che i maldipancia nella maggioranza non potranno ostacolare. Perché la guerra sta entrando in un passaggio delicato e Zelensky si trova a un bivio. Fonti militari italiane raccontano che l’Ucraina deve decidere se puntare su «un paio di obiettivi strategici» posti nel corridoio tra Donbass e Crimea, che se venissero conquistati «potrebbero influire» sull’esito del conflitto: ma la scelta è «molto complicata» perché il risultato «non è scontato».
Per la controffensiva di primavera, Kiev necessita di sistemi d’arma avanzati per agire in profondità. E se da Stati Uniti e Regno Unito ha ottenuto «materiale adatto», come missili a più lungo raggio, dall’Italia può ricevere «cose che abbiamo e che possiamo dare».
Meloni vuole «restare al fianco» degli ucraini. Per questo si auspica che lo sforzo venga accompagnato da un maggior «comune sentire» nell’Unione […]. Anche perché dall’altra parte dell’Atlantico l’amministrazione americana esorta la Ue a fare la propria parte più convintamente. Ci ha pensato Trump, l’altro giorno, a spiegarlo con toni per nulla diplomatici. «La Ue deve finanziare con più soldi la guerra in Ucraina. Da soli gli Stati Uniti hanno investito finora 171 miliardi. Gli europei pensano che siamo stupidi».
[…] D’altronde, se è vero che Kiev ha bisogno di cinque miliardi al mese per sopravvivere all’invasore russo, è altrettanto vero che Bruxelles ha stanziato 18 miliardi per il 2023. Dal canto suo l’Italia […] ha stanziato 660 milioni in aiuti militari, 310 in aiuti finanziari e 50 per aiuti umanitari. E dai sondaggi si avverte che l’opinione pubblica nazionale accetta con sempre minore adesione lo sforzo economico. […]