ARRIVA LO “SVUOTA-CARCERI” DI NORDIO. MA GUAI A CHIAMARLO COSÌ – IN CONSIGLIO DEI MINISTRI SBARCA IL PROVVEDIMENTO PER RIDURRE IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLA GALERE – È PREVISTO UN ITER PIÙ VELOCE PER APPLICARE LO SCONTO DI PENA IN CASO DI BUONA CONDOTTA: SARÀ DECISO DAI PM E NON PIÙ DAI TRIBUNALI, ORA INGOLFATI DALLE RICHIESTE – NASCERA’ UN REGISTRO NAZIONALE DELLE COOP CHE SI OFFRONO DI RIABILITARE I DETENUTI. UNA SORTA DI "NORMA SOUMAHORO", DOPO LE TRUFFE EMERSE…
-Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”
Una corsia veloce per uscire dalla detenzione, una volta dimostrata la buona condotta. Guai a chiamarlo "svuota-carceri": per la destra al governo è una parola tabù. Anche se in fondo l'obiettivo del decreto limato al ministero della Giustizia e pronto ad atterrare al Consiglio dei ministri oggi è proprio questo: ridurre il sovraffollamento delle carceri italiane, che oggi raggiunge la vetta del 140 per cento, stando agli ultimi dati del Garante dei detenuti. Un'emergenza umanitaria, macchiata da quaranta suicidi dietro le sbarre dall'inizio dell'anno.
[...] Due le novità di peso nel testo. Si parte dall'accelerazione delle procedure per la scarcerazione dei detenuti. Nessun aumento degli sconti di pena previsti per legge - 45 giorni ogni sei mesi per chi dà prova di buona condotta - ma un'inversione delle procedure che, nelle intenzioni del governo, dovrà accelerare la liberazione anticipata e liberare spazi nelle celle.
Come? A decidere sullo sconto previsto dalle leggi in vigore non sarà più il tribunale di sorveglianza ma direttamente il pm competente per l'esecuzione della pena. Il meccanismo, oggi farraginoso perché richiede un'istruttoria e un esplicito via libera agli sconti semestrali dai tribunali, ingolfandoli e spesso ritardando di anni le pratiche dei detenuti, diventerà quindi automatico. A meno che il pm non segnali al tribunale di sorveglianza la cattiva condotta del detenuto, lo sconto di 45 giorni scatterà ogni sei mesi. [...]
Liberare i tribunali dalla valanga di richieste di scarcerazione anticipata - circa duecentomila - che finiscono per affastellarsi negli armadi e rinviare a data da destinarsi l'effettiva liberazione del detenuto che ha diritto allo sconto di pena. L'altro fronte su cui interviene il decreto riguarda le cooperative che lavorano con i detenuti.
Sarà istituito un registro nazionale delle "coop". Una stretta sui controlli della galassia di associazioni che si offrono di "riabilitare" chi sta per uscire dal carcere e reintrodurlo in società e chiedono fondi pubblici per farlo. C'è già chi, con un po' di malizia, l'ha ribattezzata la "norma Soumahoro", in riferimento alle ormai note vicende giudiziarie che hanno riguardato la cooperativa vicina alla famiglia del deputato di Avs.
Anche i controlli più severi sulle cooperative serviranno, almeno nei piani di chi ha scritto il decreto, per ridurre il sovraffollamento carcerario. Sono circa settemila i detenuti a un passo dalla liberazione e nelle condizioni di accedere a pene alternative. Gli ultimi sei mesi di pena, a sentire gli addetti ai lavori, sono anche i più delicati, perché è in questo frangente che si spiana la strada per un graduale ritorno in società, o per l'isolamento del detenuto una volta libero. A questo serve l'accordo fra governo e coop, che alle spalle ha però anche una logica economica.
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Insomma, spedendo nelle coop i detenuti a fine pena, lo Stato conta di centrare due obiettivi in uno: liberare spazio nelle carceri e fare cassa. Nel decreto entreranno disposizioni per accelerare la costruzione di nuovi istituti detentivi, anche all'interno di caserme cedute dalla Difesa, e l'aumento delle telefonate mensili dei detenuti ai famigliari. [...]