È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...


pier silvio berlusconi

DAGOREPORT

Da mesi si rincorrono i rumor sulla discesa in politica di Pier Silvio Berlusconi. Un’ipotesi, sempre smentita, che sconquasserebbe lo scenario politico e, probabilmente, l’intero centrodestra.

 

Negli ultimi tempi le voci sul futuro impegno di “Pier Dudi” alla guida di Forza Italia si sono rinfocolate, e qualcuno suggerisce di puntare lo sguardo ad aprile 2025, prima data utile per celebrare il referendum sull’autonomia differenziata.

 

Il retropensiero degli “addetti ai livori” è che una possibile sconfitta del centrodestra alla tornata referendaria possa dare il là a una crisi di governo, visto che Salvini ha legato la sopravvivenza dell’esecutivo alla sua riforma principe. Non a caso, nei palazzi del potere si sussurra: “Giorgia Meloni mangerà il panettone, ma non si sa se arriverà alla colomba”.

 

silvio berlusconi con marina e pier silvio

Fosse vero, Pier Silvio si ritroverebbe ad affrontare la stessa sfida fronteggiata, e vinta, dal padre, trent’anni fa: mettere cioè insieme, in pochi mesi, una squadra di persone fidate, scelte dal mondo delle professioni, e proporre la propria candidatura all’insegna della “rivoluzione liberale”.

 

Stavolta arricchita dalla battaglia sui diritti civili, inaugurata dall’ormai celebre dichiarazione di Marina Berlusconi: “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere".

 

PIER SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI - FUNERALI DI SILVIO BERLUSCONI

Giorgia Meloni, finora, ha opposto un “me ne frego” all’ipotesi di dimissioni in caso di sconfitta al referendum (“Mi chiedono, ‘se non passa è un problema?’. Chi se ne importa. Non sono pronta a dimettermi qualora venisse bocciato il referendum. Io arrivo alla fine dei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata. Se la riforma non passa gli italiani non l’avranno condivisa. Tutto il resto sono speranze della sinistra”).

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Eppure, in caso di bocciatura della riforma, è difficile pensare che Salvini e la Lega restino zitti e buoni in maggioranza. Quel che è certo, è che il Governo Meloni non sarà mandato a casa dalle opposizioni, divise e inette, ma solo da un’implosione dell’alleanza di centrodestra.

 

Elly Schlein, infatti, vede il Pd calare nei sondaggi, nonostante tutti i guai del governo (ultimo, il caso Sangiuliano-Boccia, e prossimo quello Santanché). Non ha un interlocutore affidabile, visto che Giuseppe Conte è appeso alla costituente del M5s e ha uno scontro aperto, dall’esito ancora incerto, con Beppe Grillo.

 

ELLY SCHLEIN CONTE

Anche se dovesse vincere la disfida pentastellata, e impadronirsi del Movimento, Peppiniello Appulo, che ha capito di non essere il leader del campo largo, resterà una spina nel fianco per i dem. Senza contare l’ormai inesorabile dissoluzione dell’ex terzo polo, balcanizzato dagli ego di Renzi e Calenda, mollati, oltre che dagli elettori, anche dai rispetti seguaci.

 

A questi potenziali, e variegati, bacini elettorali, potrebbe “parlare” una nuova Forza Italia, depurata dalle scorie giudiziarie di Babbo Silvio e rinfrescata da un’apertura maggiore a diritti civili, minoranze, europeismo e atlantismo. Il progetto politico di Pier Silvio, incoraggiato dalla compagna, Silvia Toffanin, e dal fidato Niccolò Querci, consigliere d’amministrazione di Mediaset, trova la ferma opposizione di Marina.

 

pier silvio marina berlusconi

La primogenita, scottata da anni di battaglie mediatiche e giudiziarie del padre, teme che il fratello finisca fagocitato dal tourbillon dell’agone politico, a maggior ragione che oggi, a differenza del passato, le aziende di famiglia non hanno bisogno di essere salvate. Il teorema Marina è: restiamo defilati e governiamo nell’ombra. Una saggia posizione, visto che l’ingresso in politica potrebbe esporre Pier Silvio al pelo e contropelo dei media e della magistratura. Scavando scavando, anche nel privato, qualcosa si trova sempre…

NICCOLO QUERCI

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

LA PARTITA DEL CUORE NEL CENTRODESTRA - MEME BY SARX88
pier silvio berlusconi a drive in 6
sofia valentina lorenzo mattia berlusconi foto di gente
pier silvio berlusconi
lorenzo mattia e pier silvio berlusconi 2
pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset

pier silvio berlusconi - foto lapresse

silvia toffanin pier silvio berlusconi foto di gente

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
SALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
conte fratoianni bonelli schlein magi

 

silvio berlusconi con il figlio pier silvio e silvia toffanin