È ARRIVATO IL MOMENTO DELLA RESA DEI CONTI - SONO 14 I CAPOLUOGHI DI PROVINCIA CHE ANDRANNO AI BALLOTTAGGI DOMANI E LUNEDÌ PER DECRETARE I FUTURI SINDACI - SCONTRO TRADIZIONALE CENTROSINISTRA VS. CENTRODESTRA IN 10 SU 14 CITTA': OCCHI PUNTATI SU BARI, FIRENZE E PERUGIA – SCHLEIN HA CHIUSO LA CAMPAGNA IN TOSCANA. CONTE A SAN GIOVANNI ROTONDO, CONTRO I DEM. MELONI DEFILATA, SOLO UN INVITO AL VOTO
-Estratto dell'articolo di Lorenzo Grossi per www.ilgiornale.it
Sono quattordici i capoluoghi di provincia che andranno ai ballottaggi di domenica 23 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 24 giugno (dalle 7 alle 15) per decretare i futuri rispettivi sindaci. In rigoroso ordine alfabetico, si tratta di: Avellino, Bari, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Firenze, Lecce, Perugia, Potenza, Rovigo, Urbino, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia.
Scontro tradizionale centrosinistra vs. centrodestra in 10 su 14 (Pd fuori dai giochi a Rovigo e Caltanissetta, cdx out ad Avellino e Verbania). Nelle altri quindici grandi città al primo turno era finito 10 a 5 a favore dei primi e tra pochi giorni vedremo se, complessivamente, il risultato sarà più equilibrato oppure se addirittura avverrà un clamoroso sorpasso (non solo simbolico) da parte dell'attuale maggioranza di governo nazionale.
Ai ballottaggi anche sei piccoli paesini
In questa trentina scarsa di comuni si erano presentati undici primi cittadini uscenti: sei sono stati subito riconfermati: Fioravanti ad Ascoli Piceno, Lattuca a Cesena, Fabbri a Ferrara, Zattini a Forlì, Salvetti a Livorno e Masci a Pescara. Andrea Corsaro non ce l'ha fatta a ottenere un altro mandato a Vercelli, mentre altri quattro sono ancora in corsa per il ballottaggio: Gambino a Caltanissetta, Salvemini a Lecce, Gaffeo a Rovigo e Gambini a Urbino. Tuttavia, in totale, domenica e lunedì prossimi saranno ben 107 i comuni che riapriranno alle urne per consentire ai propri cittadini di decidere definitivamente le prossime guide della varie amministrazioni. A partire da quelle cittadine composta da pochissime centinaia di residenti.
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Centrodestra e centrosinistra contro in 61 comuni
Si parlava di 107 comuni "costretti" al secondo tempo del match delle elezioni locali tra i 3.700 circa che erano andati al rinnovo di sindaci e Consigli. In realtà tra due e tre giorni, per la precisione, saranno 105. Due di questi, infatti, hanno già completato l'intera procedura elettorale in quanto là le competizioni comunali si sono svolte con due settimane di anticipo.
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non verranno coinvolte a questo weekend elettorale della stagione politica 2023-2024 nemmeno l'Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta. Un solo comune ciascuno per Basilicata, Molise e Sardegna. Per il resto, nel resto dei restanti 91 comuni non capoluoghi di provincia, ci si trova davanti a una situazione in cui - nella maggior parte dei casi - si assisterà a un classico scontro diretto tra un candidato di centrodestra e uno di centrosinistra (quasi sempre appartenente al Partito Democratico). […]
Gli scontri nel centrodestra in Veneto
Esistono sei i comuni, al contrario, i cui due candidati sindaci finali non sono sostenuti formalmente dai partiti tradizionali nazionali, bensì da semplici liste civiche: Casal di Principe (provincia di Caserta), Giaveno (Torino), Monserrato (Cagliari), Montoro (Avellino), Nocera Superiore (Salerno) e Putignano (Bari). In altri 14 non saranno presenti rappresentanti di centrodestra, ma solo quelli che sono sostenuti da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Nella maggior parte dei casi i due partiti si sono uniti con lo scopo di sconfiggere il candidato civico a loro opposto, sempre comunque appartenente a quell'area. Tuttavia, per esempio, a Empoli andrà in scena un gustoso "derby" tutto interno al campo largo: da una parte Alessio Mantelassi per il Pd e Avs, dall'altra Leonardo Masi per i grillini. Identici schieramenti nel rush finale a Borgo San Lorenzo (Firenze), Rosignano Marittimo (Livorno) e San Giovanni Rotondo (area territoriale cara a Giuseppe Conte). Interessante anche il caso di Casalecchio di Reno (Bologna): se i dem e Italia Viva sostengono Matteo Ruggeri, Azione e i Verdi appoggiano Dario Braga.
Infine, ci saranno anche 14 comuni non capoluoghi di provincia dove esistono solo candidati di centrodestra, spesso avversi a uno civico. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sono uniti e compatti a Gioia Tauro, Gubbio, Lainate, Noale, Pescantina, Rapallo, Sanremo, Valdagno. In Veneto, se a Bassano del Grappa e a Legnago i tre movimenti si ritrovano con un accordo di apparentamento dopo avere marciato divisi al primo turno, a San Bonifacio e a Vittorio Veneto tira aria di maretta.
Nella prima cittadina sembra essere caduto nel vuoto l'appello del leghista Fulvio Soave affinché Nicola Gambin (Fi) lo potesse sostenere nella corsa finale contro Antonio Verona; nella seconda, invece, il legista Giovanni Braido ha invitato apertamente i suoi elettori a votare la candidata di sinistra Mirella Balliana contro il forzista Gianluca Posocco.
A Monselice (Padova) e Aversa (Caserta) e lo scontro tutto interno al centrodestra è palese: nel Nord-Est la Lega è contro gli altri partiti dell'alleanza (rispettivamente Giorgia Bedin e Luca Callegaro), in Campania c'è Forza Italia contro Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Francesco Matacena vs. Antonio Farinaro).