AU REVOIR, MOSCOVICI! - IL GALLETTO SPENNATO MACRON SI COMPRA I FRANCESI A SUON DI DEFICIT, CHE SALIRÀ (ALMENO) AL 3,5% NEL 2019. E ORA CHE SUCCEDE CON LA PROCEDURA D'INFRAZIONE ITALIANA? SOLO PARIGI PUÒ PLACARE IL POPOLO CON MENO TASSE E PIÙ SPESA PUBBLICA? - BORGHI E BAGNAI FANNO LA OLA SU TWITTER
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- GILET GIALLI: STAMPA, FRANCIA VERSO DEFICIT AL 3,5% NEL 2019
(ANSA) - Dopo gli annunci del presidente Emmanuel Macron per placare la rivolta dei gilet gialli il deficit francese potrebbe schizzare a circa 3,5% del Pil: è quanto scrive questa mattina Les Echos, il quotidiano economico della Francia. Per il giornale, le nuove disposizioni rappresentano mancati introiti per le finanze pubbliche di Parigi per circa 11 miliardi di euro. E la crescita è più debole del previsto. Fino a pochi giorni fa, Parigi si era impegnata a portare il rapporto deficit-Pil al 2,8%, ma le misure annunciate ieri sera da Macron rischiano che il governo riveda questo obiettivo.
- GILET GIALLI: PRESIDENTE PARLAMENTO, SICURO IMPATTO DEFICIT
(ANSA) - Per finanziare le misure annunciate ieri sera dal presidente Emmanuel Macron in risposta ai gilet gialli, "bisognerà indubbiamente scavare il deficit", anche se in modo "strettamente temporaneo": lo ha detto il presidente dell'Assemblea Nazionale e fedelissimo di Macron, Richard Ferrand, intervistato da radio Rtl. Per lui, il ritorno sotto al 3% arriverà non prima del 2020, contrariamente all'impegno assunto dalla Francia con Bruxelles di un 2,8% già nel 2019.
- IL GALLETTO SPENNATO PROVA A COMPRARE I FRANCESI
Mauro Zanon per ''Libero Quotidiano''
Uno «stato d' emergenza economico e sociale». Dopo tre settimane di mutismo, mentre il Paese veniva messo a ferro e fuoco dai gilet gialli, ieri sera il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha pronunciato un discorso alla nazione a reti unificate. «Le violenze non beneficeranno di alcuna indulgenza», ha dichiarato nella sua introduzione l' inquilino dell' Eliseo, attaccando «gli opportunisti che hanno strumentalizzato i moti di rabbia sinceri» dei gilet gialli. «Nessuna collera giustifica l' attacco a un poliziotto, a un gendarme, la degradazione di negozi, di edifici pubblici.
Quando si scatena la violenza, finisce la libertà. La calma e l' ordine repubblicano devono ora regnare perché non si può costruire nulla di duraturo se persistono le paure», ha aggiunto all' inizio del suo discorso. I toni intransigenti da capo dello Stato che non vuole dare l' impressione di aver perso il controllo del Paese hanno rapidamente lasciato il posto a un' attitudine più morbida, con l' annuncio di una serie di misure volte ad arginare la rabbia dei gilet gialli.
BRIOCHES
Tra queste spiccano l' aumento dello Smic, il salario minimo, che a partire dal 1° gennaio del 2019 lieviterà di 100 euro, nessun rialzo della Csg, il contributo sociale generalizzato che finanzia la previdenza sociale, per i pensionati che guadagnano meno di 2mila euro al mese, e la detassazione degli straordinari percepiti nel 2019.
«Lo sforzo richiesto ai pensionati era troppo elevato e ingiusto», ha ammesso Macron. Sulla soppressione dell' Isf, la tassa sui grandi patrimoni, invece, nessuna retromarcia. «Tornare indietro ci indebolirebbe», ha detto il presidente francese, indicando, tuttavia, che la prossima settimana incontrerà le «grandi imprese francesi», che dovranno contribuire maggiormente a livello fiscale, anche se non si ancora in quali termini. Dopo aver enumerato le misure concrete, Macron ha evocato l' organizzazione di «un dibattito senza precedenti» a livello nazionale.
Per imbastirlo, l' inquilino dell' Eliseo ha affermato che «incontrerà i sindaci di Francia, regione per regione», con l' obiettivo finale di «costruire le basi del nostro nuovo contratto della Nazione». «Non riprenderemo il corso delle nostre vite senza che nulla sia cambiato», ha concluso Macron. «Siamo in un momento storico. Siete voi la mia sola preoccupazione. È per voi che mi batto. La nostra sola battaglia è per la Francia». La finanziaria del 2019, dopo tutti questi passi indietro, sarà un vero «rompicapo», dicono gli osservatori.
Secondo l' opposizione, invece, Macron «ha sbagliato epoca». «Per rispondere all' indignazione della maggior parte del paese contro le diseguaglianze e calmare l' insurrezione dei cittadini, pensa, sbagliandosi, che sia sufficiente una distribuzione del denaro», ha reagito il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, mentre la Cgt, la Cgil francese, ha già annunciato una mobilitazione venerdì prossimo «assieme ai gilet gialli», contro le misure insufficienti dell' esecutivo. Dal 17 novembre, giorno della prima manifestazione di piazza, ad oggi, ci sono stati 4523 fermi e 4099 arresti, secondo le cifre diramate ieri dal ministero dell' Interno.
L' altra notizia inquietante è il crollo verticale della frequentazione dei negozi e dei centri commerciali provocato dai blocchi dei gilet gialli.
CATASTROFE ECONOMICA
Secondo quanto annunciato dal Consiglio nazionale dei centri commerciali francese, sabato 8 dicembre la frequentazione dei shopping center parigini e di provincia ha registrato il suo peggior risultato dall' inizio della mobilitazione: - 17%. I grandi magazzini Printemps hanno perso addirittura il 30%.
«Ciò che sta accadendo dovrebbe farci perdere 0,1 punti percentuali in termini di crescita nazionale nell' ultimo trimestre», ha dichiarato il ministro dell' Economia Bruno Le Maire. La Banca di Francia, dal canto suo, ha diviso a metà, 0,2% rispetto al precedente 0,4%, il tasso di crescita del Pil francese per il quarto trimestre del 2018. Sabato prossimo, nonostante il discorso di Macron, le aperture e i messaggi di distensione di tutto il governo, i gilet gialli sono pronti a scendere in piazza per l' Atto V della mobilitazione. Andranno avanti fino a Natale e oltre, se non ci sarà, come dicono, una vera e propria «rivoluzione fiscale».