AUTONOMIA CANAGLIA – SALVINI SPERAVA DI PORTARE A CASA QUALCOSA PRIMA DELLE EUROPEE PER CAPITALIZZARE NELLE REGIONI DEL NORD, MA NISBA: “IO SONO PER I SÌ, SE QUALCUNO È PER I NO HA SBAGLIATO COMPAGNO” – LA MINISTRA STEFANI AMMETTE CHE SIAMO AL CARO BABBO: IN PRATICA NON C’È L’ACCORDO NEPPURE PRIMA DELL’EVENTUALE PASSAGGIO IN PARLAMENTO (DOVE I GRILLINI, QUASI TUTTI DEL SUD, AFFILANO LE LAME)
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La strada per l'autonomia delle regioni appare sempre più in salita. Tanto che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sbotta: "Io sono al governo per i sì, se qualcuno è per i no ha sbagliato compagno di viaggio". E ha aggiunto che bisogna andare avanti "velocemente", con "un primo mattone prima delle europee". Un riferimento implicito alle tensioni, sul tema, con i 5Stelle. Che replicano: "Non spacchiamo il Paese. Servirà un dibattito parlamentare".
Ma la conferma delle difficoltà esistenti arriva anche dall'incontro tra la ministra degli Affari regionali Erika Stefani e i governatori delle regioni, avvenuto oggi a Roma. "Non sono stati sciolti i nodi politici su alcune richieste delle Regioni relativamente ad alcune materie", ha detto la ministra. "Sono nodi politici che devono essere analizzati e sviscerati, ad oggi non ho una rappresentazione univoca. Sono temi importanti, dalle infrastrutture alla scuola, ed è corretto vi siano giusti tempi di elaborazione".
Oggi il governatore veneto Luca Zaia ha fatto il punto con altri presidenti: Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Vincenzo De Luca, Giovanni Toti, Catiuscia Marini e Michele Emiliano. Le Regioni più avanti nel percorso sono Emilia, Lombardia e Veneto. Ma richieste sono state formalizzate anche da Piemonte, Campania, Liguria, Toscana, Umbria e Marche.
Il governatore campano Vincenzo De Luca frena: "Dobbiamo definire prima i fabbisogni standard, i costi e le ricadute sul bilancio dello stato e delle regioni, inoltre sta maturando l'esigenza di un dibattito parlamentare vero e preventivo".
E il presidente della Puglia, Michele Emiliano: "Oggi mi ero immaginato che arrivasse un indirizzo del governo su come uscire dal tunnel in cui si è cacciato, invece non è arrivata nessuna indicazione dal ministro. È evidente che c'è un conflitto gigantesco tra regioni, in Parlamento e nel paese. Io mi auguro che ci sia uno stop di questa procedura e che le regioni possano presentare un loro progetto condiviso".