AVERE FEDEZ IN ZAN – IL LEADER IN PECTORE DELLA SINISTRA, FEDEZ, NON MOLLA LA POLEMICA CON RENZI E ORGANIZZA UN COMIZIETTO INSTAGRAM CON ZAN, CIVATI E CAPPATO, DIMOSTRANDO TUTTA LA SUA IGNORANZA SU REGOLAMENTI PARLAMENTARI, VOTO SEGRETO, REFERENDUM E PURE SULLA CRONACA (“NON ERA PILLON IL RELATORE DEL DDL ZAN?”) – MEGLIO LASCIARE LA PAROLA AGLI INTERLOCUTORI CHE, PERÒ, NON GLI VENGONO DIETRO SULLE BORDATE A RENZI (A PARTE CIVATI) E SULL’ATTACCO AL VATICANO...

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Salvatore Dama per "Libero quotidiano"

 

fedez contro matteo renzi 1

I "Ferragnez" non mollano il polpaccio di Renzi. Dopo Chiara, che aveva dato dello "schifoso" a Matteo per aver ipotizzato un compromesso che salvasse il ddl Zan (messo a rischio al Senato dalla prova di forza di Enrico Letta), ora tocca a Fedez. Martedì lo aveva accusato di pissing. Cioè di «pisciare in testa agli elettori» facendo passare la minzione per pioggia. Ieri mattina il rapper è tornato alla carica definendo il leader di Italia viva «un paraculo». E annunciando un dibattito nel pomeriggio sul suo canale Instagram.

Dibattito che in realtà si rivela a tratti un comizietto di periferia, a tratti un processo in contumacia.

fedez, alessandro zan giuseppe civati 1

 

Federico Lucia chiama al confronto non Renzi, come magari era opportuno fare, ma Alessandro Zan, promotore della legge sull' omotransfobia, e il radicale Marco Cappato. A seguire, in uno dei quadrati della diretta Instagram, riciccia fuori anche un vecchio nemico renziano sparito dal radar: Giuseppe Civati. Ed è subito effetto "Primarie Pd 2013". Manca solo Gianni Cuperlo.

 

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IN DIFFICOLTÀ Fedez lascia la parola ai suoi interlocutori. Ai quali però fa delle domande. Dalle quali si intuisce tutta la difficoltà della webstar con i regolamenti parlamentari. Lucia prova a spiegare cosa sia il voto segreto: «È un non senso». Però poi, nel definirne il funzionamento, si incasina.

 

E lo aiuta Marco Cappato. Quindi Fedez sale di livello. E tenta di spiegare ai suoi follower il referendum, ma si inceppa nella differenza tra "costituzionale" e "abrogativo". Anche qui lo salva l' ex leader radicale.

Bocciato pure sulla cronaca parlamentare: «Non era Pillon il relatore del ddl Zan?», chiede a Zan. Sbagliato: «Era Ostellari», lo riprende il deputato democratico. C' è pure qualcuno fuori onda che prova a dargli qualche suggerimento. Ma non è una cima manco lui. Il gobbo.

 

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«Però i politici non sono depositari della politica», insiste il marito di Chiara Ferragni, «io cerco di dare il mio contributo da cittadino, mettendo a disposizione la mia utenza», 12 milioni di seguaci, «a persone che possono dire qualcosa di interessante». Purché siano contro Renzi. Visto che i suoi ospiti però non gli danno grande soddisfazione (a parte un po' Civati), alla zeppa pesante ci pensa lui: «Voglio lasciare un messaggino all' ego di Renzi: con il ddl Zan ha l' occasione di riscattarsi, dopo aver fatto quell' elogio dell' Arabia Saudita, che non è proprio un esempio sui diritti». Questa se l' era preparata. È chiaro.

 

Nell' attacco al Vaticano, invece, Federico trova la sponda di Cappato e un po' meno quella di Zan: i dem non vogliono fare arrabbiare ulteriormente la curia romana.

FERRAGNI RENZI

A difendere Renzi interviene poi Ivan Scalfarotto, a SkyTg24: «La cosa singolare è che Fedez pensi che sia lecito parlare di Renzi ma non con Renzi». Poi il sottosegretario all' Interno ricorda quando il cantante nei suoi testi offendeva i gay: «In passato su di noi ha detto cose terribili. Sono felice che ora Fedez difenda le persone lgbt, che abbia cambiato idea».

 

VOTO SEGRETO Italia viva fa sapere che non chiederà il voto segreto sul ddl Zan al Senato. Ma lo farà il centrodestra. Ed è un bel problema soprattutto per il Pd. Perché non sono pochi i senatori dem che hanno perplessità sul testo da votare. Ieri è venuto allo scoperto Mino Taricco: «L' attuale testo presenta delle criticità e la necessità di alcune correzioni nei punti più sensibili di cui molto si è parlato in queste settimane ed anche in questi ultimi giorni».

 

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Pure lui cita gli articoli 1,4 e 7. Il paradosso è che, con il voto segreto, potrebbe non venire meno il consenso di Italia viva, ma quello del partito di Zan e Letta. Cosa che entrambi fanno finta di non vedere. Apparentemente. Il segretario dem mette di nuovo nel mirino il leader leghista: «Noi stiamo con l' Unione Europea. Salvini e Meloni con Orban». Matteo replica così: «Noi proveremo col dialogo fino all' ultimo, se Letta vuole affossare la legge, ci sta riuscendo». E su Fedez che attacca Renzi: «Mi piace l' ultimo pezzo, ma io preferisco Orietta Berti…»

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CHIARA FERRAGNI VS MATTEO RENZI BY SARX88
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