“IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ ARBITRO MA I GIOCATORI MI DEVONO AIUTARE” – MATTARELLA, ALLA CERIMONIA PER I 25 ANNI DELL’OSSERVATORIO PERMANENTE GIOVANI EDITORI PRESIEDUTO DA ANDREA CECCHERINI, PRENDE A PIZZE IL GOVERNO – “I POTERI DELLO STATO NON SONO FORTILIZI CONTRAPPOSTI. PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE NON CONDIVIDEVO, CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE, MA ERANO STATE VOTATE DAL PARLAMENTO. IL RUOLO DEL CAPO DELLO STATO COMPORTA UNA IMPARZIALITÀ, ANCHE CON RICHIAMI INDISPENSABILI ALL'UNITÀ, CHE NON È L'ANTITESI DELLA CONTRAPPOSIZIONE...” - VIDEO
MATTARELLA, POTERI STATO NON SONO FORTILIZI CONTRAPPOSTI
(ANSA) - "Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano.
Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l'uno all'altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. E' il principio del check and balance". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alla domanda di uno studente alla cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio permanente giovani-editori.
MATTARELLA, IO ARBITRO MA I GIOCATORI MI DEVONO AIUTARE
(ANSA) - "L'immagine del" Presidente della Repubblica come arbitro l'ho usata anche io, e ho detto che anche i giocatori devono aiutarlo nell'applicazione delle regole, la pluralità nell'aspetto delle regole è fondamentale". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Roma, all'evento "25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori”.
MATTARELLA, A VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE NON CONDIVIDEVO
(ANSA) - "Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Roma, all'evento "25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori".
MATTARELLA, L'UNITÀ NON È L'ANTITESI DELLA CONTRAPPOSIZIONE
(ANSA) - Il ruolo del Presidente della Repubblica "comporta una imparzialità, anche con richiami indispensabili all'unità e alla coesione, che non è l'antitesi della dialettica politica, della differenza delle posizioni, ma è il quadro in cui questo confronto, talvolta nella contrapposizione, si articola, in una cornice di unità, di interesse generale del paese". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Roma, all'evento "25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori".
"Mi è capitato di promulgare leggi che ritenevo sbagliate, inopportune ma è dovere del presidente della Repubblica di promulgarle. Solo nel caso di incostituzionalità ho il dovere di non promulgarle". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio permanente giovani-editori. Rispondendo a una domanda di uno studente riguardo al ruolo del Quirinale, Mattarella afferma: "Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano.
(...) Il presidente della Repubblica, affrontando il tema delle tecnologie digitali, spiega: "Queste tecnologie digitali sono già tra di noi, non sono altro da noi sono nella vita quotidiana. Conoscere il mondo in cui siamo immersi è fondamentale per potersi orientare e partecipare. I cambiamenti di oggi sono veloci, impetuosi e voi siete la generazione chiamata a interpretarli. È quasi un salto di specie che si sta realizzando. Certo non basta saper digitare su una tastiera o immettere una parola su un motore di ricerca per essere padroni del proprio tempo, è indispensabile un bagaglio di conoscenze".
(...)Il presidente della Repubblica prosegue: "C'è una percentuale di persone che pensa che la terra sia piatta, c'è anche un ritorno di alcune malattie che sembravano debellate, perché la soglia di vaccinazioni è tornata ad essere bassa. Il rischio è affidarsi al web come se fosse il medico di fiducia. Non bisogna correre il rischio di essere catturati dallo smartphone".
Nel suo intervento, il capo dello Stato fa riferimento anche all’intelligenza artificiale: "L'intelligenza artificiale ci aiuta enormemente – spiega -, con opportunità nella medicina, nella salute, in ogni campo. Ma deve essere orientata in queste direzioni, occorre che vi sia una ragionevolezza, è uno strumento che cambia la nostra vita, anche il nostro modo di ragionare. Occorre attrezzarsi per essere preparati, perché sia uno strumento che garantisca maggiori libertà e opportunità, evitando che ci renda prigionieri di un meccanismo che depaupera la coscienza umana".