AVVISATE GIORGIA MELONI: NEI SONDAGGI CRESCE L’AFFLUENZA DEL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA – IL 57% DEGLI ITALIANI È INTENZIONATO A VOTARE PER BLOCCARE IL PROVVEDIMENTO SIMBOLO DELLA LEGA. CRESCONO I FAVOREVOLI ALL’ABROGAZIONE (48%), SOPRATTUTTO AL CENTRO (57) E AL SUD (66) – ANCHE GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA SONO CONTRARI ALLA LEGGE – LA MELONI SA CHE IL VOTO POTREBBE ESSERE L’INIZIO DELLA SUA FINE. E SOTTO SOTTO, LAVORA AFFINCHE' IL 12 NOVEMBRE LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCI LA LEGGE, O ANCHE SOLTANTO UNA PARTE, COSÌ DA EVITARE IL REFERENDUM…
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Crescono i no all’Autonomia Legge sulla cittadinanza? Meglio Ius soli o Ius Scholae
Estratto dell’articolo di Antonio Noto per “la Repubblica”
Nei giorni scorsi sono state depositate le firme per l’indizione di due referendum. Il primo interroga gli italiani sulla proposta di riduzione del requisito di residenza nel nostro Paese, da 10 a 5 anni, per poter richiedere la cittadinanza; il secondo, sull’Autonomia differenziata, che chiede ai cittadini se siano d’accordo con l’abrogazione della legge recentemente approvata dalle Camere che introduce, appunto, l’autonomia regionale, ossia la possibilità delle Regioni di richiedere più poteri e trattenere di conseguenza maggiori entrate fiscali.
L’analisi condotta dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi mostra un Paese contrario alla possibilità dell’autonomia regionale ma al contempo critico sull’eventualità di rendere più veloce l’iter per diventare cittadino italiano.
Ma non tanto per una contrarietà rispetto alla riduzione del tempo necessario di permanenza in Italia, quanto per il fatto che è percepito come un provvedimento più amministrativo che sostanziale, ed infatti nel confronto con altre ipotesi di cittadinanza prevalgono sia lo Ius Soli che lo Scholae.
Sull’Autonomia differenziata il risultato è netto, gli italiani sono per l’abrogazione (48%), con un dato in salita rispetto allo scorso luglio (+3%). Da notare che, nella distribuzione geografica, il Centro (57%) si attesta come il Sud (66%), fortemente contro la riforma introdotta, mentre la quota maggiore di favorevoli si registra al Nord (47%), ma comunque sotto il 50%.
Ancora più interessante verificare le tendenze dei diversi elettorati: tra i partiti che compongono l’attuale maggioranza di governo, i votanti Forza Italia sono contrari alla legge (56%), spicca anche il 22% di FdI, tra l’altro residenti nel Meridione.
Ovviamente la contrarietà è alta tra i votanti i partiti di opposizione raggiungendo l’80% tra i dem ed il 76% tra i pentastellati. Il dato più evidente […] è che la formazione dell’opinione […] è […] in relazione […] all’area di residenza. Infatti sia nel Sud che nel Centro prevale in maniera significativa la contrarietà alla legge mentre al Nord i favorevoli si fermano poco sotto la soglia del 50%.
C’è un’altra possibilità, però, che possa rendere nullo il referendum, cioè l’ipotesi che alle urne ci sia un’affluenza minore del 50%, come tra l’altro la storia referendaria attesta che è accaduto nella maggior parte dei casi.
Questa volta, però, il trend sembra essere diverso, cioè da quando la legge è stata approvata si registra un trend positivo della propensione ad andare a votare: a luglio la stima era del 55% oggi del 57%. Questo si spiega proprio con il fatto che non c’è una motivazione di voto legata alle posizioni del partito di riferimento, ma nella scelta è prioritaria l’area di residenza. […]