AVVISATE PALAZZO CHIGI: INVECE DI TRATTARLI PEGGIO DEI CANI, LA DANIMARCA RIMANDA A SCUOLA I BIMBI PIU' PICCOLI - BANCHI A DUE METRI DI DISTANZA E NESSUN ABBRACCIO, PASTI PORTATI DA CASA E AULE DOTATE DI GEL IGIENIZZANTE DA USARE OGNI DUE ORE - L' ISLANDA NON HA MAI APPLICATO ALCUN CONTENIMENTO… - LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI
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Monica Perosino per “la Stampa”
Le maestre li aspettavano sulla porta sventolando bandierine danesi, grandi sorrisi, urla di gioia, i bambini facevano fatica a non abbracciarsi e a mantenere la distanza di sicurezza imposta dai nuovi protocolli. «Sono impressionata dalla gioia dei bambini che si sono finalmente rivisti dopo tutto questo tempo» ha detto la premier Mette Frederiksen, che ha fatto una visita a sorpresa alla Lykkebo Skole di Valby per godersi l' evento.
Dopo un mese e due giorni di lockdown è la Danimarca il primo Paese europeo a riaprire le scuole: da ieri rientro graduale in classe per i bambini degli asili nido, delle materne e delle elementari. Le misure di sicurezza impongono distanze di almeno due metri tra un banco e l' altro, pasti portati da casa - vietato dividere le merendine - e aule dotate di gel igienizzante da usare almeno ogni due ore. L' intervallo è permesso, ma solo in piccoli gruppi da 5 bambini nei cortili, e a coppie se dentro la scuola.
Ogni classe potrà essere composta da un massimo di 12 alunni, cosa possibile solo perché le scuole sono ancora semivuote: ieri solo il 35% degli istituti di Copenaghen ha potuto garantire le norme di sicurezza (50% negli altri Comuni) e quindi ricominciare le attività, e le medie e i licei riapriranno solo il 10 maggio. L' allentamento delle misure è stato deciso dai numeri dei contagi in discesa: «Ora ci muoveremo rapidamente per tornare alla normalità - ha promesso la premier -, i lockdown ha avuto un impatto maggiore del previsto».
Ma non tutti sono in sintonia con la felicità dei bambini e la soddisfazione della premier: 18.000 genitori hanno firmato una petizione - «I nostri figli non sono cavie» - contro il provvedimento del governo. «I bambini possono facilmente infettarsi e contagiare i propri famigliari - si legge nella petizione - anche senza manifestare sintomi». Ad oggi la Danimarca registra circa 6.700 casi di contagio dall' inizio dell' epidemia e 299 vittime (calano i contagi del 5%, non però i morti), ma la premier tira dritto, interpretando il sentimento dei danesi che, come titolava ieri il quotidiano «Jyllands-Posten», iniziano a essere insofferenti all' isolamento imposto dal 12 marzo.
«Ci sono ancora molte restrizioni - ha detto Frederiksen -, e so quanto possano essere una terribile scocciatura. Ma è l' unico modo per non rischiare».
Appunto per non rischiare troppo in Danimarca bar, ristoranti, parrucchieri e centri commerciali rimangono chiusi, così come restano vietati gli assembramenti oltre le 10 persone. Ma c' è anche chi non ha mai chiuso: l' Islanda, ritenuta un caso virtuoso di gestione dell' emergenza, non ha mai applicato alcun contenimento e le scuole elementari sono rimaste aperte. Superiori e università dovrebbero ripartire il 4 maggio. I bambini sono rimasti tra i banchi anche in Svezia, che ha chiuso soltanto superiori e università. Altri iniziano a fissare la data del rientro: la prossima sarà la Norvegia che riaprirà gli asili nido il 20 aprile e parte delle scuole il 27. Anche il Lussemburgo vuole riaprire asili e scuole il 4 maggio.
La Grecia ha segnato sul calendario il 10 e l' Estonia il 15. La Francia ripartirà l' 11.