IL BANANA E’ TORNATO! (ORA MANCA SOLO QUEL PORTAFIGHE DI TARANTINI) - ADDIO VENDITA: IL TEATRO DI MILLE AVVENTURE, MEZZO VITTORIALE E MEZZO NEVERLAND, SI ESPANDE. SPESA: 6 MILIONI PER DUE VILLE CONFINANTI A VILLA LA CERTOSA – CECCCARELLI: “È L'ITALIA CHE CAMBIA SEMPRE PER RESTARE SE STESSA“
-Filippo Ceccarelli per la Repubblica
Sarà stato nel terzo o quarto governo Berlusconi. Dalla platea di un comizio, a distanza abbastanza ravvicinata, un omino prese coraggio e urlò: «A casa!». Neanche troppo sorpreso, il presidentissimo fece segno alla folla di star calma: «Quale casa? ». E quindi, sfoderato uno di quei suoi sorrisoni se ne uscì: «Ne possiedo 20...».
Intendeva ville; ma c' è qualche evidenza che nemmeno lui in realtà sapesse precisamente quante erano. Nel 2009 il Corriere della Sera ne censì 27, di cui 7 solo ad Antigua; ma poi sull' onda di una evidente bulimia immobiliare gli acquisti proseguirono.
Per cui in tempi recenti vennero Villa Correnti, sul lago Maggiore, dove per il compleanno del nuovo padrone di casa i fan vennero ad attaccarsi alle sbarre del cancello di casa; quindi villa Gernetto, in Brianza, pensata come sede dell' abortita università del pensiero liberale; quindi - fantastica e istruttiva vicenda! - la mai abitata Villa Due Palme a Lampedusa («e se poi non vengo - era la promossa - siete autorizzati a venirmi a fare le scritte sui muri!»); e quindi, penultima, a beneficio di Francesca Pascale, ma vicina anche a casa del dottor Zangrillo, Villa Giambelli, dalle parti di Rogoredo.
Se ne aggiungono adesso altre due, o tre. Scrive infatti La Nuova Sardegna che l' autunno scorso la società Idra, che gestisce gli immobili dell' ex presidente del consiglio e amministrata da Giuseppe Spinelli, il ragioniere che pagava le olgettine, ha acquistato due nuove ville confinanti con Villa La Certosa. Spesa: circa sei milioni di euro. Mai come in un caso del genere, per giunta rinforzato dalle indiscrezioni residenziali di fine estate, sorge spontanea la domanda: ma che ci farà mai Berlusconi con tutte queste ville?
Semplice e insieme rarefatta, la risposta è che non ci farà assolutamente nulla, ma proprio per questo, a prescindere cioè da qualsiasi valore d' uso, l' accresciutissima collezione di ville costituisce un sistema di segni che agli occhi del pubblico dovrebbe consacrare la sua portentosa magnificenza. E un po', viene da pensare oggi, anche il suo rinnovato interesse a impegnarsi ancora nella vita pubblica.
La faccenda riguarda in particolare il complesso di villa La Certosa, per il quale nel corso del tempo l' annoso simmetrico combinato di berluscolatria e berluscofobia ha via via evocato Versailles e Camp David, il modello palladiano sul Brenta e Walt Disney, Villa d' Este e Bomarzo, il Vittoriale, Neverland e il Tempio di Re Salomone, ma sul serio perché ci fu anche chi notò come la pianta ricalcasse una qualche geometria esoterica.
Tanti, anzi troppi ricordi, così come tante e troppe immagini, sia ufficiali che scattate dal fotografo Zappadu annidiato nel fitto della boscaglia, la collegano al recente potere fino a farne un luogo fatidico, un teatrone fiabesco non a caso scelto da Paolo Sorrentino - e graziosamente concesso, pare, dall' ex Cavaliere - per ambientarvi diverse scene del suo prossimo film.
Due generazione di giornalisti, nel frattempo, hanno illustrato fasti e nequizie di villa La Certosa su cui a un certo punto venne perfino apposto il segreto di Stato.
Ma invano, dopo tutto, perché nel calderone della memoria viva, prima ancora che nell'immaginario del berlusconismo non ancora consegnato alla storia, continuano a gorgogliare frammenti di realtà tali da sfidare qualunque cinematografo e di qualunque genere: le manovre militari e il Bagaglino con Putin, le nozze campestri con le proto-olgettine, la caduta fantozziana di Emilio Fede durante il rito dello jogging, la dieta tibetana inflitta e le canzoni di Apicella fatte mandare a mente dagli ospiti, il tuffo impudico di Topolanek, la vanteria- rivelazione su una necropoli fenicia che brevemente terremotò il mondo degli accademici.
Fino alla più bella, forse, intercettazione di Tarantini: «La musica sparata di sottofondo, quella del Paese delle meraviglie. La giostra grande, tipo quella che ci va mia figlia Rebecca, che gira con i cavalli. Arriva lui e fa: 'Tutti sulle giostre!'. Ci ha fatto salire, lui tratta tutti come schiavi, stava tutto di blu con la giacca tipo smoking, bianca, ma di una simpatia, è pazzo proprio...».
Tutto a miglior gloria del tempo, e delle sue meraviglie. Ebbene: se nell' agosto del 2015 la magione, con il suo vulcano e le serre per le farfalle brasiliane, il laghetto dei cigni e l' orto mediceo, i mille esemplari di cactus e il bunker sottomarino, l' isoletta di meditazione e il luna parketto (con la gelateria e la macchina che emette scontrini), le tartarugone e il meteorite indiano, ecco, se due anni fa la Super Mega Turbo Villona delle ninfe rapinose e dei potenti bambinoni era posta in vendita, beh, adesso si espande - e non ci si può far nulla, è così, è l' Italia che cambia sempre per restare se stessa.