- - BANANA-TRUFFA - DE BENEDETTI: CARTE PER RIBALTARE LA SENTENZA MONDADORI? “UN’IPOTESI ASSOLUTAMENTE RIDICOLA” - “SI TRATTA CON OGNI EVIDENZA DI CRIMINALITÀ ED È MATERIA DI CUI DEVE OCCUPARSI LA GIUSTIZIA” - ANCHE FINI SMENTISCE LA CENA ANTI-BERLUSCONI CON I MAGISTRATI: “UN VIDEO CHE MI RITRAE CON I GIUDICI? ANCHE SE NON FA RIDERE E’ UNA BARZELLETTA…” -


Caterina Pasolini per "la Repubblica"

GIANFRANCO FINI
CARLO DE BENEDETTI

«Un video che mi ritrae con i giudici? Anche se non fa ridere, è una barzelletta». Così sbotta Gianfranco Fini in un twit pubblicato sul profilo del suo portavoce. È questa la secca risposta del presidente della Camera alle parole del ragionier Spinelli. Il «bancomat delle olgettine» ai magistrati ha infatti raccontato che uno dei rapitori gli ha parlato di una cena, e di un video, in cui «Fini avrebbe pregato i magistrati di aiutarlo a mettere in difficoltà Berlusconi». Una storia alla quale non sembra credere neppure lui, che aggiunge: «Ho raccontato questo fatto della cena all'avvocato Ghedini a Longo, si sono messi a ridere, precisando che non era nello stile di Fini, e tutti e due propendevano per un falso».

«È un'ipotesi assolutamente ridicola». Non ha esitazioni Carlo De Benedetti, presidente onorario della Cir e alla guida del gruppo Espresso. Boccia senza mezzi termini l'idea che, legate all'inchiesta sul rapimento del ragionier Spinelli, possano emergere carte che ribaltino la sentenza sul lodo Mondadori.

Silvio Berlusconi

Che ci siano elementi capaci di invalidare il verdetto che ha condannato la Fininvest a pagare 540 milioni di euro al gruppo Cir, al termine di quella che è stata chiamata la guerra di Segrate. Segnata da vent'anni di battaglie legali e svariati processi con sentenze civili e penali che hanno visto tra gli altri Previti, avvocato di Berlusconi, condannato per aver corrotto un giudice in modo da aggiudicarsi la contesa che aveva al centro la Mondadori, Repubblica e i giornali del gruppo l'Espresso. Gli arrestati? «Si tratta con ogni evidenza di criminalità ed è materia di cui deve occuparsi la giustizia. Mi pare che gli inquirenti lo stiano facendo», ha concluso rispondendo alle domande dei cronisti durante la presentazione del libro di Bruno Tabacci.