BASTA PM FORCAIOLI - IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPROVATO IL DECRETO LEGGE CHE METTE NUOVI PALETTI ALLE PROCURE SULLE INTERCETTAZIONI SELVAGGE. LE NUOVE NORME SONO DIVENTATE NECESSARIE PER ADEGUARE LA NORMATIVA ITALIANA AL DIRITTO EUROPEO. COSA CAMBIA? DURANTE LE INDAGINI, I PM NON POTRANNO PIÙ ACQUISIRE I TABULATI TELEFONICI DALLE COMPAGNIE TELEFONICHE, MA SERVIRÀ L’AUTORIZZAZIONE DI UN GIUDICE…
-Valentina Errante per “il Messaggero”
L'Italia si adegua all'Europa e mette nuovi paletti alle procure. Cambiano, in senso più garantista, le regole per acquisire i tabulati telefonici nelle inchieste. Durante le indagini, i pm non potranno più acquisirli dalle compagnie telefoniche, ma dovrà essere un giudice, con un decreto motivato, ad autorizzarli, come già avviene per le intercettazioni.
Anche se una deroga, ma solo temporanea, è prevista in caso di urgenza. Non solo i report delle chiamate non potranno far parte del fascicolo a presindere dal tipo di reato, come accaduto fino ad oggi: resteranno fuori quelli bagatellari, sanzionati con pene più lievi.
A introdurre la nuova disciplina è stato ieri un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del Guardasigilli Marta Cartabia. L'urgenza di intervenire era dettata dall'esigenza di adeguare la normativa italiana al diritto europeo e in particolare a una sentenza della Corte di Giustizia Ue.
LA SENTENZA
Il 2 marzo scorso, pronunciandosi su un caso riguardante l'Estonia, i giudici di Lussemburgo avevano stabilito che i dati di traffico telefonico e telematico possono essere acquisiti a fini processuali solo in presenza di reati gravi o di gravi minacce per la sicurezza pubblica e che occorre sempre la decisione di un'autorità terza rispetto a quella che la richiede.
Di qui dunque le nuove norme. I dati telefonici e telematici potranno entrare in un'inchiesta penale solo quando si tratta di reati puniti con l'ergastolo o con la reclusione pari o superiore nel massimo a tre anni o di gravi molestie o minacce telefoniche.
L'URGENZA
E se nella generalità dei casi servirà un decreto motivato del giudice, nelle ipotesi di urgenza, ossia quando non sia possibile attendere il gip, per il buon esito delle indagini, il pm potrà comunque acquisire direttamente i tabulati dai fornitori, ma dovrà sottoporre entro 48 ore il suo provvedimento, motivato, al vaglio del giudice.
E senza convalida, i dati saranno inutilizzabili nel processo. Il decreto esclude dalla sua entrata in vigore l'utilizzo dei tabulati per i processi e le inchieste che riguardino reati con una pena massima inferiore ai tre anni.
Per le inchieste o i processi in corso, invece, contiene anche una disciplina transitoria che fa salvi i dati acquisiti direttamente dal pm nei procedimenti pendenti «se sono in linea con i nuovi presupposti», ossia la pena, i pm però dovranno chiedere, alla prima udienza al Tribunale, una sorta di convalida dell'avvenuta acquisizione.
Mentre per i fascicoli in fase di indagini preliminari, alla prima occasione utile, come la richiesta al gip di una proroga, dovranno inserire, motivandola l'istanza al giudice. Esulta il deputato di Azione Enrico Costa: «Il decreto sui tabulati telefonici è l'ennesimo risultato delle nostre battaglie liberali sulla giustizia alle quali il governo ha dato un riscontro positivo», dice ricordando che già nei mesi scorsi l'esecutivo aveva accolto un suo ordine del giorno che andava nella direzione del decreto approvato.
Il riferimento è al decreto sulla cosiddetta presunzione di innocenza, che vieta a procuratori e pubblici ministeri di comunicare con la stampa e sul quale due giorni fa, Giuseppe Santalucia, segretario dell'Anm, ha espresso le sue perplessità in commissione Giustizia alla Camera.