BERLUSCONI FA RIMA CON SCISSIONI-ESPLODE FARSA ITALIA: L’AREA FITTO LASCIA SUBITO, A GIUGNO SALUTA ANCHE VERDINI - I SENATORI VICINI ALL’EX GOVERNATORE FARANNO OPPOSIZIONE A RENZI, L’EX COORDINATORE PDL GUIDERA’ IL SOCCORSO AZZURRO A MATTEUCCIO
Francesca Schianchi per “la Stampa”
In un Senato percorso da molte fibrillazioni e spinte di opposto segno, una data di svolta è destinata a essere mercoledì prossimo, 13 maggio. Quando i senatori vicini a Raffaele Fitto si riuniranno e con ogni probabilità decideranno che è giunto il momento – come insiste a dire una parte di loro – di rompere gli indugi, staccarsi definitivamente da Forza Italia e creare gruppi autonomi.
«Qualcuno di noi pensa di aspettare le Regionali, ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi», è l’opinione di un senatore coinvolto nell’operazione: «A quel punto può succedere che Forza Italia fa un passo indietro e torna a cercare l’accordo con Renzi, o che si forma un gruppo a sostegno del governo. Noi dobbiamo creare al più presto un’alternativa al Pd e al premier». Sostanzialmente, battere sul tempo i possibili movimenti di Denis Verdini.
L’ex coordinatore del Pdl che a Berlusconi lo ha già detto: quando la riforma costituzionale tornerà a Palazzo Madama, lui a titolo personale la voterà. Ma che è sospettato di fare di più, come insisteva ieri Civati («i verdiniani sono gettonatissimi da Renzi»): di essere capace di attrarre vari senatori per creare, se necessario, gruppi autonomi in grado di sostenere il giorno per giorno di un governo che, al Senato, non ha numeri brillanti. E che, con l’uscita proprio di Civati dal Pd e il fermento della minoranza del partito, sulle votazioni più importanti rischia l’incidente.
Dodici-quattordici sono i numeri che girano per la componente di Fitto (che proprio oggi aprirà la campagna elettorale in Puglia a sostegno del suo candidato Schittulli), quelli che diedero battaglia con emendamenti all’Italicum e atti di «insubordinazione» come la non partecipazione all’incardinamento notturno. E Verdini, quali truppe potrebbe avere? Sei-sette, non arriva a otto, dice il pallottoliere.
Ma non è detto si fermi lì, visto che anche nel gruppo di Gal potrebbe esserci qualcuno interessato all’operazione. Che però, se si farà, è rinviata al 1° giugno. «Da Denis non mi aspetto nulla fino a dopo le Regionali», conferma il senatore forzista Riccardo Villari, uno che già dice che il suo no alla riforma costituzionale non è scontato per niente.
Un attivismo, quello che si muove sottotraccia al Senato, osservato con scetticismo da Augusto Minzolini: «I fittiani sbagliano ad andarsene. Ma come, riesci a imporre la tua linea politica al partito e te ne vai?». Ma pure per Verdini non prevede un futuro radioso: «Che prospettiva politica ha? Pensa di fare una cosa puntando a un’alleanza con uno - Renzi - che però non lo vuole...». La settimana prossima potrebbe svelare qualche intenzione. Prima del momento clou del dopo Regionali.