BERSANI CHE PER MEZZORA TIENE LA MANO DI BERLUSCONI IN OSPEDALE MANDA IN SOLLUCCHERO MOLTI, TRA CUI MATTIA FELTRI: ''UN TRASPORTO COSÌ POCO PROTOCOLLARE, ANCHE COSÌ POCO CAMERATESCO, SI VORREBBE DIRE, CON RISPETTO PARLANDO, AI CONFINI DELL'OMOEROTISMO, COMMUOVE PIÙ DI UN PO'. BERLUSCONI NON SE L'È DIMENTICATA: BERSANI, HA DETTO, È UNA PERSONA PERBENE E GENEROSA, E L'ALTRO HA CONTRACCAMBIATO. QUANTO AMORE ANDÒ SPRECATO''
-1. BERSANI E LE LODI DEL CAVALIERE: “SEMPRE AVVERSARI, MA UMANI. I SOLDI DELL’EUROPA? LI USEREI”
Dall'articolo di Giovanna Casadio per ''la Repubblica''
"La politica non è tutto, c'è anche l'umanità". Pierluigi Bersani ringrazia Silvio Berlusconi per quell'elogio pubblico in tv su La7, nella trasmissione di Giovanni Floris. "Non l'ho potuto ringraziare in diretta, il mio intervento era registrato, ma sono rimasto colpito dalla sua cortesia nel ricordare l'episodio del 2009, quando Berlusconi era ricoverato al San Raffaele dopo l'aggressione con la statuetta in piazza Duomo a Milano.
Io da poco diventato segretario del Pd decisi di andarlo a trovare. Un po' a sorpresa. E sì, ci tenemmo per mano". Conferma il leader della sinistra, che nel 2017 ha lasciato il Pd per fondare "Articolo Uno".
Sono gli effetti collaterali del coronavirus, forse. Ma Berlusconi parla del comunista Bersani con affetto: "È una persona perbene e generosa, che dopo l'attentato venne in ospedale e stette con me mezz'ora tenendomi la mano".
In risposta, Bersani ieri mattina ha fatto un tweet: "In trasmissione non ho potuto ringraziare e ricambiare i saluti e la cortesia, lo faccio volentieri ora". Molti commenti su Twitter positivi. "Poi però la distanza politica resta, è evidente", aggiunge Bersani.
2. PRENDI QUESTA MANO
Mattia Feltri per ''la Stampa''
Ed è affiorato, gentile e solitario come un bucaneve, mentre tutto intorno è inverno dell'assennatezza e scricchiolii di ossa sotto il randello. Mentre i nuovi caporioni si omaggiano vicendevolmente col titolo di assassino e traditore, il ricordo del vecchio Cavaliere è affiorato in tv, della volta in cui, ferito alla bocca dal lancio di una miniatura del Duomo, ricevette la visita in ospedale di Pierluigi Bersani.
L'uno era il capo del governo e l'altro il segretario del Pd, e noi sapevamo di un gesto di minima creanza istituzionale. Ma siccome il garbo quotidiano prevedeva che a destra, per la sinistra, stessero i mafiosi e a sinistra, per la destra, gli stalinisti, lo stupore non ci abbandonava, finché Bersani si spazientì: è stato un incontro normale, strano che faccia notizia. E però mica avevamo torto noi.
Dopo oltre dieci anni, Silvio racconta che Pierluigi gli tenne la mano nelle sue per mezzora, e un trasporto così poco protocollare, anche così poco cameratesco, si vorrebbe dire, con rispetto parlando, ai confini dell'omoerotismo, commuove più di un po'. Dovete fermarvi dieci secondi a immaginare la scena. Berlusconi non se l'è dimenticata: Bersani, ha detto, è una persona perbene e generosa, e il destinatario ha ringraziato e contraccambiato.
Quanto amore andò sprecato, avrebbe detto il cantautore. Dieci anni e passa e sì, i due sono incanutiti (più o meno) e pressoché fuori gioco, ma che sarebbe stato della democrazia italiana se Berlusconi lo avesse raccontato subito, e Bersani avesse subito contraccambiato? Il guaio è che non potevano gettare le armi migliori, anche solo per non deludere noi, l'indiavolato pubblico.