BERTO-LESSO, IL CAPRONE SACRIFICALE - “ERO PRONTO A RINUNCIARE SOLO PER CONVERGERE SU MARCHINI. BERLUSCONI CI PENSAVA, MA IL RESTO DEL PARTITO HA DETTO NO PER NON COMPROMETTERE L’ALLEANZA CON LEGA E FRATELLI D’ITALIA”
Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
«Siamo rimasti 72 lunghissime ore a capire quello che si poteva fare. E io l’avevo detto chiaramente, anche a Berlusconi, che ero disposto a fare un passo indietro per trovare una convergenza con Alfio Marchini, che era e rimane il candidato più simile a me».
Che cosa ha detto di preciso a Berlusconi?
«Gli ho detto “guarda, io non sono certo uno appiccicato alla sedia a tutti i costi, voglio solo il bene dei romani”».
E lui?
«Lui mi ha ascoltato ed era pronto a valutare tutto. Poi si è messo di mezzo il suo partito...».
Forza Italia.
«...sostenendo a più voci che andare con Marchini avrebbe compromesso per sempre l’alleanza a livello nazionale con Lega e Fratelli d’Italia».
Quello che era rimasto dietro le quinte arriva ora sul palcoscenico. Guido Bertolaso si toglie molti sassolini dalle scarpe. E racconta l’ultimo fine settimana di passione in cui s’è sfiorata la clamorosa convergenza tra lui e «il candidato più simile a me», e cioè Alfio Marchini.
La sua disponibilità a un accordo con Marchini resta?
«L’ho detto e lo ripeto, voglio il bene dei romani e non sono attaccato alla poltrona. Ma bisognerebbe fare delle valutazioni nazionali che non competono a me».
La quadra tra lei, Forza Italia e Marchini si può ancora trovare?
«Io ci spero. Ma visto al punto in cui siamo, a differenza del mio solito, sono pessimista. Il tempo che ci separa dalla presentazione delle liste è poco. Dovremmo usare tutti i secondi, i minuti e i giorni per lavorare a un accordo per il bene di Roma...».
Marchini e lei come Spalletti e Totti?
«Eh (sorride, ndr )...come sintesi giornalistica ci potrebbe stare, certo. Però una cosa la vorrei dire. Si è sempre discusso del sostegno mio ad Alfio. Ma il passaggio inverso? Anche io ho le carte in regola e il curriculum per fare bene il sindaco di questa città».
Meloni dice che, tenendo lei in campo, Berlusconi sta facendo un favore a Renzi.
«Scusi, se c’è qualcuno che sta facendo un favore a Renzi, quelli sono Meloni e Salvini».
Dice?
«Non lo dico io, lo dicono i fatti. Io non ho mai sostenuto la Meloni, visto che diceva di non volersi candidare. Però lei ha sostenuto me, ricorda? E all’epoca i sondaggi, per quello che valgono, mi davano al 25%. Se non mi crede, vado a prenderle il lancio dell’Ansa... Di conseguenza, se c’è qualcuno che ha scombinato la situazione, favorendo il Pd, quelli sono Fratelli d’Italia e la Lega. Non certo Silvio Berlusconi. Quanto a Renzi, di cose da dire, ne avrei tante. A cominciare dalla scelta della data del voto».
Il 5 giugno primo turno, il 19 gli eventuali ballottaggi.
«Queste date sono il segno che il governo centrale ha paura delle urne. Ma come si fa a scegliere un giorno che arriva alla fine di un lungo ponte e addirittura ironizzare, come ha fatto Alfano, sui romani che comunque non andranno a fare le gite fuori porta? Avrebbero potuto quantomeno tenere i seggi aperti la mezza giornata del lunedì, come s’è fatto l’ultima volta. Invece niente».
Qual è la cosa che la spaventa di più, della situazione di Roma?
«Tra le tante cose, ci sarà un’emergenza rifiuti su cui il governo Renzi e la Regione guidata da Zingaretti hanno evidentemente le idee poco chiare. Roma ne produce tra le 3.500 e le 4 mila tonnellate al giorno. E i romani pagano le tasse più alte d’Italia. Mi crede se le dico che, senza soluzioni chiare e definitive, tra un po’ rischiamo di avere la spazzatura a piazza Venezia o a piazza San Pietro?».
Che cosa pensa dell’emergenza migranti?
«Leggo che Obama avrebbe aperto all’invio di mezzi Nato in Libia. È la stessa cosa che dicevo io mesi fa».
La destra che avanza in Europa le fa paura?
«Molto. Ha visto la Le Pen in Francia? Ha visto i risultati dell’Austria?».
Salvini e Meloni stanno con la Le Pen.
«Lo vedo. E, a quanto pare, non fanno nulla per nasconderlo».
Bertolaso è l’argine che impedisce al centrodestra di diventare destra-destra?
«Bertolaso è uno che rispetta la Costituzione, che ripudia il fascismo, che festeggia il 25 aprile e che, a queste condizioni, dialoga con tutti. Anche con Casa Pound. A queste condizioni, ovviamente ».