L'OROSCOPO DI BISIGNANI - RENZI NON SUPERERA’ IL 25% - A BERGOGLIO PIACE ESSERE IL PAPA NON FARLO - BERLUSCONI STIA ATTENTO AI CARNEADI CHE VOGLIONO FARE LE LISTE - DOPO IL 4 MARZO PRONTO L’INCIUCIO - DI MAIO? STRAORDINARIO SCUGNIZZO TRAVESTITO DA GIOVANE NOTABILE - LA DONNA PIÙ POTENTE D ITALIA? LA MONDARDINI AD DEL GRUPPO L'ESPRESSO - CAIRO? LO STESSO PERCORSO DI BERLUSCONI. CON TROPPI DEBITI ENTRERÀ IN POLITICA GRAZIE A MESSINA E MICCICHÉ
Gian Marco Chiocci per Il Tempo
Senta Bisignani, la legislatura finita, ora tutti a correre per il voto. Che politica è stata, che politica sarà?
«Dilettanti allo sbaraglio. Dallo streaming di Bersani con i 5 Stelle alla presunzione di Renzi, passando per l’ingenuità di Enrico Letta. Non pervenuto Gentiloni, se non per la sua opacità».
Lei che ha vissuto appiccicato a Giulio Andreotti e che da Andreotti ha ereditato rapporti trasversali, ci dice chi è se c’è l’erede del Divo Giulio? Il suo amico Gianni Letta?
«Sinceramente non ne vedo. Letta ha in comune con Andreotti la grande conoscenza dell’apparato burocratico amministrativo e le relazioni con il Vaticano, ma non può contare su quei rapporti internazionali che hanno fatto di Andreotti il più apprezzato statista italiano all’estero».
Ma secondo lei Luigi Di Maio è democristiano come dicono in tanti?
«Per ora uno straordinario scugnizzo travestito da giovane notabile».
Ristoranti, hotel, salotti, quali sono oggi i veri luoghi del potere?
«Dove si muovono i soldi e partono le grandi speculazioni, nel dark web dove nascono fake news capaci di distruggere uomini e cose. E in Italia anche nell’incrocio a volte perverso tra stampa e malagiustizia».
È stato il primo a parlare di una possibile intesa tra M5S e Lega. La vede ancora possibile?
«Hanno una gran voglia di andare al potere e il potere è un collante e un afrodisiaco».
Ci dica una donna di potere oggi in Italia.
«Monica Mondardini, amministratore delegato del Gruppo L’Espresso che ha gestito bene la crisi del settore. Anche se con Repubblica ha sbagliato la scelta del direttore».
Berlusconi disse che c’era solo una persona più potente di lui: Luigi Bisignani. Da potente a potente che consiglio si sente di dargli a tre mesi dal voto?
«Quella fu una frase infelice che mi ha procurato tanti guai. Di non promettere l’impossibile e di selezionare candidati giovani ma già con una certa esperienza e di affidarsi nella compilazione delle liste a chi lo ha già fatto e non a nuovi Carneadi».
L’inciucio Berlusconi-Renzi dopo il voto si fa?
«Che si faccia un inciucio è inevitabile. La voglia di andare al potere lo renderà necessario, magari benedetto da qualche emergenza che si inventeranno: anti-mafia, anti-euro, anti-fascismo».
Su Renzi, prima di tutti lei ha detto come sarebbe finito (male). Quanto Pd lavora per Renzi e quanto gli lavora silenziosamente contro? Quanto prenderà il 4marzo? Azzardi una percentuale così ce la giochiamo.
«In Renzi non ho mai creduto ma ci avevo tanto sperato vedendo mia figlia ventenne e mia mamma novantenne entusiaste di lui. Ha prevalso il ragazzo di Rignano ed è stato travolto dal suo ego. Non credo supererà il 25 per cento».
Per chi fa campagna elettorale più o meno discretamente, il Vaticano?
«Tana libera tutti. Il Vaticano in quanto tale, dal punto di vista di Francesco, per nessuno. Lui ha solo disistima per quasi tutta la classe politica italiana. Qualche vecchio Cardinale per Berlusconi, la maggioranza dei Vescovi guarda a sinistra. Alcuni anche verso i grillini così si sfascia tutto e forse dopo ci si riprenderà».
A proposito di Vaticano. Lei, come del resto Socci, De Mattei e molti altri intellettuali, è critico verso questo Pontefice. Perché?
«Semplicemente perché a Bergoglio piace molto essere Papa ma non piace fare il Papa. È perciò allergico a tutte quelle strutture ecclesiastiche che dovrebbe governare e che invece pare voglia solo abbattere, senza mai farsi consigliare, neanche su scelte teologiche fondamentali. Comunque è il nostro Papa e dobbiamo accettarlo».
A proposito di banche, banchieri e poteri mediatici. Ha fatto pace col suo storico amico De Bortoli?
«Ci siamo rivisti e riabbracciati. Per natura non porto rancore. Ma ancora oggi non capisco perché durante la bufera della P4 abbia rinnegato la nostra frequentazione».
Lei ha smentito in ogni dove ma, senza uno straccio di riscontro, continuano ad etichettarla (insieme a Verdini) come il gran maestro di una massoneria iper galattica e misteriosa. Le chiedo un giudizio sulla«democristiana»Bindi che vede massoni e mafiosi ovunque.
«Per Rosy Bindi è l’unico modo per finire sui giornali. La massoneria internazionale ha un ruolo in importanti democrazie internazionali, Usa, Francia ed Inghilterra in testa. In Italia troppe lotte interne. Quanto al mio supposto ruolo, solo quello di un osservatore. Ma non ci crede nessuno e me ne sono fatto una ragione. Ed anche Verdini ci si diverte ormai».
Fra le tante cose che lei ha visto prima di altri, in tempi lontanissimi e non sospetti, c’era Urbano Cairo in politica. Sempre convinto?
«Al prossimo giro sarà un protagonista, deve ancora scegliere se per il dopo Silvio o il dopo Grillo. Non potrà non farlo, avrà troppi debiti da mettere a posto. Esattamente il percorso del Cavaliere, salvato da due grandi banchieri prima di entrare in politica, i miei amici Geronzi e Capaldo. Cairo da Messina e Micciché».