BOERI IN VERSIONE ''NON HO PIÙ NIENTE DA PERDERE'': ''DI MAIO? HA PERSO IL CONTATTO CON LA CROSTA TERRESTRE. I POSTI IN MENO ERANO GIÀ ATTESI NEL DECRETO DIGNITÀ. SONO ANCHE PRONTO A LASCIARE IL MIO POSTO, MA NON CON RICHIESTE E MINACCE ONLINE'' - SALVINI REPLICA: ''MINACCE A BOERI? MA QUANDO MAI''

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Fabrizio Massaro per www.corriere.it

 

Il calo degli occupati a seguito del cosidetto «Decreto Dignità» era già atteso dallo stesso ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione alla Camera, in risposta alle polemiche che hanno colpito l’istituto di previdenza, che ha stimato 8 mila posti di lavoro in meno per i prossimi dieci anni in seguito alla stretta sui contratti a termine.

 

BOERI

E ha attaccato direttamente il governo difendendo l’istituto, che «ha 120 anni di storia alle spalle»: «L’esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni online e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale».

 

Immediata la replica del vicepremier Matteo Salvini: «Minacce a Boeri? Ma quando mai. Il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia, come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l’ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall’Inps ai cittadini».

TITO BOERI MATTEO RENZI

 

La richiesta del ministero

La richiesta di relazione tecnica per il decreto dignità — ha spiegato Boeri — è arrivata «il 2 luglio» e l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro ha richiesto di «stimare la platea dei lavoratori coinvolti al fine di quantificare il minor gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato». Boeri ha riportato il testo della richiesta:«Come si evince il ministero aveva già messo in conto una riduzione dell’occupazione a tempo determinato per effetto del decreto». E ha rimarcato: «Le stime dell’Inps possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato».

 

 

 

Le stime? Su dati dello stesso ministero

tito boeri

Boeri ha ricostruito i passaggi che hanno portato a quella stima: «L’Inps ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal Ministero del Lavoro e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal Ministero. Inoltre, la Relazione Tecnica con la stima dell’impatto occupazionale negativo» del decreto dignità «è pervenuta al Ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla Presidenza della Repubblica».

 

La prima relazione tecnica è stata inviata dall’Inps al ministero del Lavoro «in data 6 luglio 2018 alle ore 12.23», ha continuato Boeri, ha «una lunghezza di sei pagine e contiene tabelle che offrono un’immediata rappresentazione delle stime, contiene già i numeri sugli effetti occupazionali negativi del provvedimento, come confermato dal Ministro Di Maio ieri in audizione». E ha chiosato: «Bisogna almeno sfogliarla, per carpirne i contenuti...».

 

 

 

Di Maio? Perde contatto con la crosta terrestre

«Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento» ma «questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte», ha detto ancora il presidente dell’Inps Tito Boeri: «Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto «il ministro Di Maio», significa «perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta». Un «esercizio molto pericoloso perché, «prima o poi bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale».

matteo salvini luigi di maio

 

La difesa dell’istituto e la disponibilità a lasciare

Boeri difende non solo la bontà e la correttezza delle stime sugli impatti del decreto ma l’intera istituzione: «L’Inps è un’istituzione che ha contribuito a tenere insieme il paese in anni molto difficili. Obbligare il suo Presidente a schierarsi politicamente (cosa oggi richiesta paradossalmente proprio da chi mi ha spesso rinfacciato di politicizzare l’istituto) significa rendere l’istituzione che ho il grande onore di presiedere una istituzione che promuove il conflitto anziché la coesione sociale e svilire le grandi competenze che ha al suo interno. Non sono perciò in nessun modo disposto ad accettare che questo avvenga».

 

SALVINI DI MAIO

Da qui la disponibilità a lasciare. «Come voi sapete, nel 2015 ho accettato questo incarico solo a fronte di un giudizio positivo sulle mie competenze espresso dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Era un giudizio non previsto dalle norme che presiedono alla nomina del Presidente dell’Inps», ha sottolineato Boeri, «ma ho deciso di darmi io stesso la regola di accettare l’incarico solo se ritenuto in grado di ricoprirlo dai legittimi rappresentanti dei cittadini. Questo principio ispira tuttora le mie scelte. Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze».