BONAFEDE, CATTIVA LUCE - INTERCETTATO CON PALAMARA, SI DIMETTE IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DI GIUSTIZIA FULVIO BALDI. NEI LORO COLLOQUI SI PARLA DI MAGISTRATE DA SISTEMARE NEI MINISTERI, CON PALAMARA CHE LO CHIAMA ''FULVIETTO'' E LUI REPLICAVA: ''SE NO CHE CAZZO LI PIAZZIAMO A FARE I NOSTRI?'', OVVERO QUELLI DELLA LORO CORRENTE UNICOST
-
Grazia Longo per www.lastampa.it
Travolto dallo scandalo Palamara, si è dimesso il capo di Gabinetto del ministero della Giustizia. In una nota ministeriale si legge che Fulvio Baldi ha abbandonato il suo incarico «per motivi personali», dopo un colloquio con il Guardasigilli Alfonso Bonafede, avvenuto ieri sera.
Ma la decisone presa coincide con le polemiche scaturite dopo le rivelazioni di un articolo de «Il Fatto quotidiano» che rivelava alcune conversazioni intercettate nell’ambito dell’inchiesta di Perugia tra il pm (ora sospeso) Luca Palamara e l’ex capo di Gabinetto del ministero, che risulta però estraneo alle indagini. L’inchiesta di Perugia è stata chiusa e dalle intercettazioni della Guardia di finanza emerge uno spaccato di forte ingerenza di Palamara anche al ministero.
Bonafede ha comunque ringraziato Baldi per il lavoro portato avanti dal giugno 2018. La reggenza è stata momentaneamente affidata al capo dell’ufficio legislativo, Mauro Vitiello.
Dalle carte delle indagini perugine si evince lo stretto rapporto di amicizia e «collaborazione» tra Fulvio Baldi e Luca Palamara. Quest’ultimo lo chiamava «Fulvietto» e lo contattava per ottenere favori in via Arenula. Gli suggeriva magistrate da sistemare negli staff nei ministeri. E Baldi rispondeva: «Te la porto qua stai tranquillo, perché è una considerazione che ho per te, un affetto che ho per te e lo meriti tutto». E se Palamara era perplesso Baldi lo rassicurava: «Se no che cazzo li piazziamo a fare i nostri?». Per «nostri», con molta probabilità, si intendono i magistrati di Unicost, la corrente moderata delle toghe, il cui leader era proprio il pm indagato nell’inchiesta sulle nomine al Csm.
Fulvio Baldi, ex sostituto procuratore generale della Cassazione, candidato nel 2012 al Comitato Direttivo dell’Anm per Unicost per quasi due anni è stato il capo di Gabinetto di Alfonso Bonafede. Oltre a Baldi aderisce a Unicost anche Francesco Basentini, scelto dallo stesso Bonafede per guidare il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), fino alle recenti dimissioni. Basentini è il magistrato che a Potenza ha seguito le indagini su Total e poi su Eni.
La sua inchiesta petrolifera nel 2016 portò alle dimissioni dell’allora ministra dello Sviluppo Federica Guidi. Nell’ufficio di gabinetto del ministero della Giustizia c’è anche Leonardo Pucci, vice di Baldi ed ex compagno di studi a Firenze di Bonafede. Assistente volontario del professor Giuseppe Conte dal 2002 fino al 2009, poi giudice del lavoro a Potenza dal 2009 al 2015. In Basilicata Pucci frequenta non solo Basentini ma anche Luigi Spina, che è diventato consigliere del Csm di Unicost, ed è stato travolto dall’indagine per le intercettazioni con l’amico Palamara.