BORIS JOHNSON, FIGLIO DI UN "MANGIA RANE" - IL PADRE DEL PREMIER BRITANNICO CHIEDE ALLA FRANCIA LA CITTADINANZA. VUOLE OTTENERE UN SECONDO PASSAPORTO PER NON PERDERE I DIRITTI LEGATI ALL'APPARTENENZA DELL'UNIONE EUROPEA - ANCHE LUI CONSERVATORE, EURODEPUTATO DAL 1979 AL 1984, A DIFFERENZA DI SUO FIGLIO È STATO ACCESO SOSTENITORE DEL 'REMAIN'. LA BREXIT HA SPACCATO LA FAMIGLIA JOHNSON
-Alfonso Bianchi per “la Stampa”
Boris Johnson potrebbe presto ritrovarsi ad essere figlio di un «mangia rane», un francese, così i britannici chiamano scherzosamente i loro vicini d' oltremanica (che a loro volta li chiamano rosbifs, da roast beef, il piatto tipico britannico della domenica). Stanley Johnson, suo padre, ha avviato la pratica per ottenere un secondo passaporto per non perdere i diritti legati all' appartenenza dell' Unione europea.
L' uomo, anche lui politico conservatore, eurodeputato dal 1979 al 1984, a differenza di suo figlio è stato un acceso sostenitore del Remain nel referendum del 2016. Il tema della Brexit ha diviso profondamente la famiglia Johnson, con l' attuale premier che è stato l' unico sostenitore del divorzio. Anche suo fratello Jo e sua sorella Rachel avrebbero invece voluto restare nella grande famiglia comunitaria.
Una famiglia divisa Lo scorso settembre Jo addirittura lasciò il posto di ministro junior all' Economia nel governo guidato da suo fratello Boris, parlando di una «tensione irrisolvibile» tra la lealtà verso la famiglia e l' interesse nazionale. «È meglio che altri assumano il mio ruolo di deputato e ministro», scrisse su Twitter nel rendere pubblica la sua decisione.
Con la Brexit ormai alle porte (pandemia di coronavirus permettendo), adesso Stanley ha chiesto di diventare cittadino francese, di prendere un secondo passaporto, sfruttando il fatto che sua madre Irene è nata a Versailles. A rivelarlo è stata sua figlia nel suo nuovo libro, «Rake' s Progress».
Rachel, giornalista e scrittrice, che ha collaborato con il Financial Times ed ha diretto la storica rivista The Lady, un tempo anche lei conservatrice passò con i Liberal democratici nel 2017, in protesta contro le posizioni del suo partito sulla Brexit, e alle scorse elezioni europee si è candidata, senza successo, con Change Uk, il piccolo e sfortunato tentativo di creare una nuova formazione politica moderata con fuoriusciti dal partito dei Tory e soprattutto del Labour di Jeremy Corbyn.
È stata proprio lei a settembre a tranquillizzare tutti che nonostante le dimissioni di suo fratello, e la diversità di opinioni sul tema Brexit, la famiglia restava comunque unita. «Ho spiegato ieri sera, parlando a un evento di un' associazione di beneficenza, che la famiglia evita il tema della Brexit, specialmente a tavola durante i pasti, dato che non vogliamo saltare addosso, in gruppo, al primo ministro», scherzò su Twitter.