BOSSI È FUORI PERICOLO – IL SENATUR È STABILE E REATTIVO, SI È SVEGLIATO E HA RASSICURATO TUTTI. CRISI DOVUTA ALL’ALTERAZIONE DI VALORI NEL SANGUE (“HA FATTO CASINO CON LE PASTIGLIE”, DICE UN AMICO) MA NIENTE ICTUS – LA LEGA GLI SI STRINGE INTORNO AL PADRE NOBILE ORMAI DEFILATO: IL MESSAGGIO DI SALVINI E LA VISITA DI GIORGETTI – POLEMICHE SULLA VIGNETTA CHOC DI NATANGELO SUL “FATTO”, IL FIGLIO RENZO: “UNO SCHIFO”

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Giorgio Gandola per “la Verità”

 

 

UMBERTO BOSSI CONTRO NAPOLITANO

«È sempre un guerriero». Si rimane appesi al tweet di Renzo Bossi, che del padre è improvvisamente diventato tenero infermiere. Si rimane in bilico fra quell' Alberto da Giussano con lo spadone sfoderato verso il cielo e la pellaccia del vecchio leader di 77 anni, fondatore della Lega, che ieri mattina si è svegliato e ha rassicurato tutti attraverso parametri medici migliori e prospettive diagnostiche non da fine del mondo. «Ha trascorso una notte tranquilla, non è in pericolo di vita», è la frase più rassicurante fatta trapelare da chi gli è amico.

 

bossi salvini maroni

L' emergenza sembra passata, dopo le ore degli interrogativi e delle angosce. Non ci sono ictus né emorragia cerebrale. Almeno così recita il bollettino medico emesso a mezzogiorno dall' ospedale di Circolo di Varese e letto davanti alla fungaia di telecamere dal direttore sanitario Lorenzo Maggioli: «Il paziente è monitorato costantemente, è stabile e reattivo. Sono comunque in programma ulteriori accertamenti diagnostici di tipo neurologico per completare l' indagine».

 

MARONI BOSSI

Stabile e reattivo, due parole che costituiscono un sospiro di sollievo per la famiglia, che chiede silenzio e rispetto; per il mondo della politica che in queste ore ha travolto di solidarietà i parenti di Umberto Bossi («mai avrei immaginato un simile abbraccio», ha commentato Renzo, che un giorno il padre battezzò il Trota). 

 

E per la Lega, che se oggi è il partito di riferimento del centrodestra, forza di governo, realtà amministrativa solida di respiro nazionale, è perché 36 anni fa un tecnico elettronico visionario con un trench da tenente Colombo, i Rayban a goccia, la voce smerigliata in blues da mille sigarette e il toscano pendulo decise che il Nord aveva bisogno di un partito autonomista e che «Roma ladrona, la Lega non perdona».

 

salvini bossi pontida

È preistoria, ma nessuno dimentica. Non lo ha fatto Matteo Salvini, che gli ha mandato un tenero messaggio; non gli amici della prima ora come Roberto Maroni («Coraggio vecchio leone, siamo tutti con te»); non l' ex delfino Giancarlo Giorgetti che ieri pomeriggio si è recato al capezzale; non il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che per primo nella notte del ricovero si è presentato a tenergli la mano. E poi ha spiegato: «Posso dire che dalle ultime notizie sta meglio, sicuramente si è scongiurato quello che si temeva ieri, cioè che potesse trattarsi di emorragia cerebrale. Non c' è stato nessun danno neurologico».

 

giorgetti bossi

Secondo i medici, che ufficialmente non vanno oltre il bollettino ospedaliero, sembra essersi trattato di una crisi determinata dall' alterazione di alcuni valori del sangue forse causate dalle numerose medicine che è costretto a prendere («ha fatto un casino con le pastiglie», il commento lapidario di un vecchio amico). Il presidente a vita della Lega ha perso conoscenza, è caduto nella casa di Gemonio, ha battuto spalla e testa. 

 

Poi il ricovero in eliambulanza, le ore della paura. Ma sempre Fontana rassicura: «Ho incontrato moglie e figli e mi sembravano tutti sereni». L' unico dubbio che ancora suscita perplessità nei camici bianchi è la temperatura corporea più alta del normale, che potrebbe nascondere un' infezione in corso. Si tratta di supposizioni che si inseguono nei corridoi e che volteggiano inevitabilmente sul destino di un leader politico di primo piano, definito così da Silvio Berlusconi: «Siamo amici, lui è una persona brava e leale. Gli voglio bene e gli mando affettuosi auguri di pronta guarigione».

 

salvini cornuto da isoardi il commento di bossi

Ora l' allarme si stempera e giunge il momento del conforto, del richiamo alla scorza da militante, al Dna da Braveheart che fa parte da sempre dell' epica leghista. Ed è il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, a toccare quel tasto che conosce bene in un commento su Facebook: «Umberto, amico mio, ancora una volta la vita ti sta mettendo di fronte a una dura prova da affrontare. Ma ti è già successo, hai vinto in passato battaglie più difficili e sono sicuro che vincerai anche questa. Perché sei un grande guerriero, sei un lottatore. Siamo tutti con te». Un grido di battaglia sintetizzato da Luca Zaia nel modo più leghista possibile: «Tieni duro».

renzo bossi

 

La memoria corre a quell' 11 marzo 2004, spartiacque della sua vita, quando fu ricoverato all' ospedale Fondazione Macchi di Varese colpito da un ictus cerebrale. Fu ripescato per i capelli, fu costretto a una lunga degenza in una clinica di Brissago in Canton Ticino e a una impervia convalescenza. Un colpo durissimo, ma Bossi tornò dal baratro: come certi eroi hollywoodiani si era aggrappato al ciglio. Gli rimasero come ricordi un braccio indebolito, una certa difficoltà nella deambulazione e nella parola, ma nulla gli impedì di rientrare in politica da protagonista. Più pacato, più astuto, meno muscolare.

 

CALDEROLI BOSSI

Defilato come un padre nobile, oggi vive il trionfo della Lega salviniana con approccio bipolare: da una parte è felice che la «macchina da guerra» funzioni a livello nazionale, dall' altra non ha mai fatto mistero di essere deluso dall' abbandono di quel Nord che per lui non era solo Fort Apache, ma una nazione, anzi il tredicesimo länder della Germania. Malinconie di un leader scolpito nella roccia che non vorrebbe mai rinunciare a nulla. «Al toscano invece dovrà rinunciare», sussurra un vecchio amico all' uscita dall' ospedale. Conoscendolo, quel giorno sarà una dolcissima mezza tragedia.

 

VIGNETTA CHOC DEL FATTO, MORTE VA A PRENDERE BOSSI: "È GIUNTA L’ORA"

Federico Garau per www.ilgiornale.it

 

LA VIGNETTA DI NATANGELO SU BOSSI

Sta facendo discutere l’ultima vignetta pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano, dove ad essere preso di mira è l’ex leader della Lega Umberto Bossi, ieri ricoverato in gravi condizioni ed ora in rianimazione. Nell’immagine creata dal fumettista si vede la Morte incappucciata, con tanto di falce e clessidra, presentarsi al senatùr per portarlo con sé. “Umberto Bossi, l’ora è giunta!” sentenzia. A tale affermazione, Bossi replica: “No! Ti prego, non adesso che con l’autonomia differenziata stiamo per liberare la Padania! Stavolta è vero, chiedi a Salvini! L’ora è giunta!”. A questo punto la Morte replica, piccata: “Ehi! Se permetti, questo lo dico io”.

 

RENZO BOSSI CON UMBERTO BOSSI

Quello che voleva essere un intervento ironico è decisamente sfuggito al controllo del suo autore, che ha addirittura voluto improvvisarsi indovino, chiamando in causa la Signora con la falce. Più che comprensibile lo sdegno di Renzo Bossi, che in queste ore si sta occupando di assistere il padre con tutto il dolore che un figlio può provare in una situazione tanto difficile.

 

“Veramente uno schifo che un vignettista e un direttore di giornale si permettano di giocare sulla vita delle persone” commenta con rabbia, come riportato dal “Il Secolo d’Italia”. “Questa non è satira, soprattutto nei confronti di un uomo che nonostante tutto ciò che ha avuto 15 anni fa, lotta per cambiare questo Paese. Io non ho mai scherzato sulla vita delle persone, neanche del mio peggior nemico”. Al momento, tuttavia, arrivano notizie incoraggianti: pare che Bossi sia vigile e le sue condizioni stabili.