BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI – GOVERNO E RIFORME SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. QUELLI DEL BANANA: PAPI SILVIO TEME DI NON SAPERE CHE FINE FARA’ PRIMA DI PRESENTARE LE LISTE E DI DECIDERE SE SPARARE LA BOMBA BARBARA – RENZIE AVVERTITO DALL’AMICO DENIS CHE LE RIFORME SONO APPESE A UN FILO – LA MAGGIORANZA ABOLISCE DI FATTO LE PROVINCE MA NON PUO’ GIOIRE


Francesco Bonazzi per Dagospia

RENZI BERLUSCONI COPIA ORIGINALE

Il punto non è se Silvio Berlusconi sia più o meno lucido, mentre si avvicina la decisione del Tribunale di Milano sulla sua libertà personale, ma è se sia in grado o meno di far cadere il governo. O comunque di sabotare il treno delle riforme, che a detta di Renzie stesso sarebbe la ragion d'essere della sua presenza a Palazzo Chigi.

Dopo l'allarme risuonato ieri sera nelle stanze del Quirinale, oggi è toccato a Palazzo Chigi. L'ex Cavaliere ha spedito da Renzie il poliziotto buono (Gianni Letta) e quello cattivo (Denis Verdini, che però ha molta consuetudine con il premier). Vista la profonda diversità dei personaggi, le versioni sull'esito dell'incontro divergono assai e vanno da un "tutto bene" a "gli abbiamo dato l'ultimo avvertimento".

RENZI E BERLUSCONI A CENA

In realtà, fonti renziane ammettono che la situazione è delicatissima. Berlusconi fiuta nuovamente aria di trappoloni giudiziari: ha paura che la decisione del Tribunale sull'affidamento in prova slitti a dopo il termine per la presentazione delle liste, in modo da impedirgli di sganciare la bomba atomica della candidatura della figlia Barbara come risposta a decisioni eventualmente "afflittive" e politicamente paralizzanti.

Ma nessun politico o uomo delle istituzioni, neppure Re Giorgio o il premier Renzie, può dargli una mano con il tribunale. Commetterebbe solo dei reati. Gli avvocati del Banana lo sanno benissimo, ma sperano che alzare la tensione politica possa spingere le toghe milanesi a chiedersi se valga la pena usare la mano pesante con il cointestatario delle famose riforme costituzionali, tanto auspicate anche dal Quirinale.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

In una giornata così tesa e piena di reciproci sospetti, il governo non può festeggiare quanto vorrebbe neppure l'approvazione del disegno di legge Delrio che di fatto svuota le provincie pur senza cancellarle formalmente. Forza Italia, insieme a grillini e alfanoidi, ha votato contro e parla di "golpe" e di scelta "incostituzionale". Con Renato Brunetta che sceglie il giorno giusto per intimare a Napolitano di non firmare "una legge porcata". Finge di dimenticare, il capogruppo forzista, che negli anni di Berlusconi al governo Re Giorgio ha dimostrato di avere la penna generosa, salvo poi magari gioire quando la Corte Costituzionale - a babbo morto - interveniva con la falce.

barbara berlusconi da vanity fair x

E visto che ogni giorno di pena deve avere il suo coté piddino, 21 senatori democratici hanno firmato la "bozza Chiti" che con la scusa di tagliare metà deputati della Camera reintroduce l'elezione dei 106 senatori che rimarrebbero dopo la riforma. Il ministro Boschi ha risposto con una certa prudenza e con toni poco renziani: "Al momento sul Senato elettivo non ci sono spazi". Al momento.

Quanto al dibattito sull''Italicum e alla necessità, secondo molti malpancisti del Pd, che siano reintrodotte le preferenze in quanto "garanzia di trasparenza e democrazia", va segnalato che oggi è stato arrestato Nicola Cosentino per estorsione e camorra. L'ex deputato del Pdl era un campione delle preferenze e oggi sarebbe opportuno che si riflettesse anche sui suoi anni da perenne indagato al ministero dell'Economia, come sottosegretario.

NICOLA COSENTINO jpeg

Momento commozione, infine, grazie a Grillomao, che non era mai stato a visitare gli scavi di Pompei. Si è emozionato, ha abbracciato colonne, si è dispiaciuto per il degrado, ha ammesso di aver finalmente capito come vivevano i romani e alla fine si è messo a parlare con una prostituta che vorrebbe poter pagare le tasse. Una strana aria messianica si è respirata per qualche ora a Pompei, ma per il momento non risultano miracoli.