LE BUFALE DELLA BEFANA - RENZI VUOLE ABOLIRE IL CANONE RAI, DOPO AVER FATTO UN CASINO PER INFILARLO NELLE BOLLETTE, TANTO CHE PURE CALENDA LO STRONCA: ''UNA PRESA IN GIRO'' - SILVIO S'INVENTA L'ABOLIZIONE DEL BOLLO SULLA PRIMA AUTO, DI MAIO VUOLE RIESUMARE L'ARTICOLO 18, SALVINI LA FLAT TAX E L'ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO. TUTTE PROPOSTE DA MILIARDI DI EURO, SENZA ALCUNA COPERTURA...

-


BOLLO & CANONE RAI GLI SGRAVI ALLE URNE

Enrico Marro per il ''Corriere della Sera''

 

È una corsa a chi toglie di più: tasse, balzelli, oneri.

RENZI MAGGIONI

Adesso tocca al canone Rai, che l' ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, vorrebbe abolire. Proposta che scatena la polemica con Carlo Calenda che proprio Renzi volle ministro dello Sviluppo e col quale un tempo andava molto d' accordo. Ma è solo l' ultima proposta fra quelle che arrivano un po' da tutti i partiti: via il bollo auto (Berlusconi); via la riforma Fornero (Salvini); via il Jobs act, con il ritorno all' articolo 18 (Di Maio); basta con le aliquote Irpef, meglio la flat tax (Berlusconi e Salvini). Proposte costosissime in termini di minor gettito per le casse dello Stato.

 

Ovviamente gli autori delle stesse assicurano che ci sarebbero entrate alternative. Che, come è intuibile, sono tutte da verificare.

È stato il governo Renzi a spostare il tributo, che prima gli utenti dovevano adempiere spontaneamente, nella bolletta elettrica. Una sorta di ritenuta alla fonte, che ha stroncato la fortissima evasione che colpiva questa tassa, permettendo di ridurre l' importo del canone da 113,5 a 100 euro. «Pagare meno, pagare tutti», sottolinea il segretario del Pd Renzi, promettendo: «Continueremo, perché siamo credibili».

renzi calenda

 

Nel 2016 ci sono stati 5,6 milioni di abbonati Rai in più, per un maggior gettito di oltre 500 milioni, che ha portato l' incasso finale a 1,7 miliardi.

È questa dunque la cifra che andrebbe coperta in caso di abolizione del canone. «Una presa in giro», polemizza Calenda, sottolineando che la Rai andrebbe comunque finanziata con la fiscalità generale, a meno di non privatizzarla, come vorrebbe lo stesso ministro.

 

«Via il bollo sulla prima auto», promette il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che aggiunge: «No anche a imposte sulla prima casa, no a tasse sulla successione e sulle donazioni». Si tratta di un insieme di tributi che riguardano praticamente tutti. Anche qui conviene fare due conti.

 

Le entrate del bollo auto sono di circa 6 miliardi l' anno. Anche limitandosi alla prima auto, si tratta di molti soldi. Invece, l' Imu sulla prima casa è rimasta solo su abitazioni di lusso, ville e castelli, categoria nella quale ricade solo lo 0,2 degli immobili. Nel 2016 l' imposta è stata pagata da 138 mila proprietari per un gettito complessivo di una ottantina di milioni. Coprire questo mancato gettito non sarebbe dunque un problema.

 

Infine le tasse di successione e donazione: hanno fruttato complessivamente all' erario 723 milioni nel 2016. Anche questo un ostacolo non insormontabile. Abolizione graduale della Fornero, «in 5 anni», dice il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.

BERLUSCONI SALVINI

«Quali 5 anni, in 5 mesi», ribatte il leader della Lega, Matteo Salvini. In ogni caso, secondo i calcoli della Ragioneria generale dello Stato, cancellare la Fornero significa rinunciare a circa 350 miliardi di euro di risparmi cumulati fino al 2060. E il grosso del buco si realizzerebbe nel decennio 2020-30, con circa un punto di Pil ogni anno, cioè 17 miliardi, con un massimo di 1,4 punti nel 2020.

 

Aliquota unica Irpef al 23-25% per Berlusconi. Al 15% per Salvini. Si aprirebbe, secondo gli esperti, un buco minimo di 30-40 miliardi l' anno. Ma i proponenti assicurano: non serve una copertura perché ripartirebbe l' economia e arriverebbe maggior gettito di ora. Berlusconi taglia corto: «La flat tax si finanzia da sola», anche perché rende «meno conveniente l' evasione».

 

Il Pd lavora su proposte meno hard, che prevedono la rimodulazione delle aliquote Irpef a beneficio del ceto medio, con un costo per l' erario fra i 12 e i 15 miliardi. Lega, Forza Italia e M5S promettono anche l' abolizione dell' Irap, l' imposta regionale sulle attività produttive che vale circa 13 miliardi l' anno e concorre a finanziare la sanità.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

Di Maio non lo butterebbe tutto. Alcune parti si possono salvare, dice. Ma cancellerebbe comunque il superamento dell' articolo 18 sui licenziamenti senza giusta causa. Il diritto al reintegro nel posto di lavoro tornerebbe così nelle aziende con più di 15 dipendenti. Qui non servono coperture. Diversi miliardi servirebbero invece per il taglio del cuneo fiscale, come propongono non solo i 5 Stelle, ma tutti i partiti.