BUZZICONI E BUZZI-COOP - PARLA IL PRESIDENTE DI UNA DELLE COOP RIVALI DI BUZZI, ARRESTATO OGGI: "LE GARE DOVE PARTECIPAVA LUI ERANO BLINDATE, NOI NON CI POTEVAMO AVVICINARE. PERDEVAMO ANCHE QUANDO LE NOSTRE OFFERTE ERANO MIGLIORI''


 

1. BLITZ MAFIA CAPITALE: TRA GLI ARRESTATI IL PRESIDENTE SOL.CO. MARIO MONGE

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Monge era indagato per appalti pattuiti con il boss delle Cooperative romane, Salvatore Buzzi: condannato agli arresti domiciliari. Nell'intervista di ieri a "Il fatto quotidiano" il presidente della Coop. denunciava il clima di terrore sulle gare d'appalto

MARIO MONGE

 

Si torna a parlare di Mafia Capitale, dopo lo scossone di qualche mese fa che ha visto palesarsi un sistema malato in un territorio di confine tra mafia e politica (sia di destra che di sinistra) e che ha visto coinvolte da vicino personaggi e autorità legate alle cooperative di Salvatore Buzzi gestite all’oscuro dal boss Carminati detto "Il Guercio".

 

Nel nuovo blitz di oggi sulla questione Mafia Capitale, ancora mazzette, approvvigionamenti mensili in cambio di favori politici e assunzioni nelle cooperative: 44 gli arresti.

 

Nella lista dei nomi risulta Mario Monge, nato a Scarnafigi l’11 dicembre del 1959 e residente a Roma, condannato agli arresti domiciliari. Monge lavora da trent’anni nel consorzio di cooperative sociali ed era attualmente presidente del Consorzio di Cooperative Sol.co. L’indagine è estesa ad una serie di appalti (tra cui quello della gestione del verde della capitale, del riciclo di vestiti e l’accoglienza di migranti)pattuiti con Buzzi, il sovrano delle cooperative rosse finite al centro dello scandalo di Mafia Capitale.

 

In un’intervista uscita proprio ieri su Il Fatto Quotidiano, Monge ha denunciato il clima di paura che spingeva i responsabili delle cooperative a “fare cartello”, a unirsi quasi sempre coi più potenti, in questo caso Buzzi. Nell’intervista il presidente del consorzio ha dichiarato: “Mi rendo conto che è un discorso pericoloso, ma se sono un imprenditore e vedo che la mia forza non è sufficiente a vincere da solo, mi devo mettere d’accordo con altri”.

 

 

2. IERI: IL SISTEMA COOP DEL PADRONE BUZZI

Francesca Fagnani per "il Fatto Quotidiano"

 

Mario Monge, 54 anni, di cui 30 dedicati al consorzio di cooperative sociali Sol.co, che ha creato e di cui è presidente. Anzi ex presidente, si è dimesso a gennaio, quando due inchieste lo hanno travolto: una è Mafia Capitale (non è indagato), l’altra è per traffico illecito di rifiuti ed è indagato. Come Salvatore Buzzi, dominus della cooperazione sociale romana e secondo l’accusa braccio destro del presunto boss Massimo Carminati, anche Monge si occupa dell’inserimento lavorativo di disabili ed ex detenuti. Oggi, per la prima volta, Monge ha deciso di raccontare dal di dentro il sistema delle cooperative.

 

MARIO MONGE

In una telefonata, Buzzi le rimproverava di aver partecipato a una gara per la gestione del verde di alcune ville di Roma chiedendole di farsi da parte e lei invece di mandarlo a quel paese sente il bisogno di giustificarsi. Perché?

 

Ho partecipato alla gara non sapendo di essere finito sul lotto destinato alla cooperativa 29 Giugno di Buzzi. Non mi sono ritirato, il mio progetto era stato ritenuto il migliore, ma ho perso.

 

Com’è possibile che un lotto sia destinato a una cooperativa prima ancora che ci sia stata la gara?

 

C’era un atteggiamento di sudditanza rispetto alle cooperative di Buzzi, eravamo costretti a orientarci su lotti differenti per non dar fastidio. Qualsiasi imprenditore cerca di non entrare in contrasto diretto con chi ha un fatturato più alto e più forza d’influenza. Buzzi era un soggetto pericoloso, mettermi contro di lui avrebbe significato non lavorare più. E io dovevo agire nell’interesse delle cooperative associate alla Sol.co e delle persone che ne fanno parte.

 

Quindi le coop fanno “cartello” per lavorare?

 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

Mi rendo conto che è un discorso pericoloso, ma se sono un imprenditore e vedo che la mia forza non è sufficiente a vincere da solo, mi devo mettere d’accordo con altri. La scelta del comune di dividere il territorio in lotti serviva proprio ad aprire il mercato e far lavorare più imprese.

 

Ma sempre le stesse però, il meccanismo non mi sembra così virtuoso…

Il meccanismo si inceppava perché esistevano accordi su quali cooperative far vincere e in quali lotti. Non faccio e non sono una vittima, ma a noi rimanevano le briciole. Per quella gara per la gestione dei giardini (di cui parlava nella telefonata con Buzzi, ndr), sono finito sul lotto sbagliato, rompendo degli equilibri. Tra le coop si cercavano lotti dove fosse meno difficile vincere. Quello che lei chiama “fare cartello” per noi è un modo per sopravvivere. La forza delle cooperative di Buzzi era anche dire “dove sono io non ci viene nessuno”.

 

Chi aveva come referente non politico Buzzi?

 

La 29 Giugno era la cooperativa di riferimento di Legacoop.

 

SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI

Legacoop non vigilava su questa dominanza?

 

Non so. La 29 Giugno era Legacoop.

 

Nel 2010 la Sol.co partecipa a una gara della Regione Lazio per l’accoglienza di immigrati. Arrivati primi in alcuni distretti e terzi in altri. Quanti immigrati avete gestito dopo questa gara?

 

Zero. Non abbiamo avuto l’affidamento di nessun immigrato. La commissione ha dato gli affidamenti a chi in graduatoria era arrivato dopo di noi, come la Enriches 29 di Buzzi. Da qui è partita tutta la storia di Buzzi con gli immigrati.

SALVATORE BUZZI OMICIDA SULL UNITA DEL 1980

 

La Sol.co quindi ha vinto senza mai ricevere l’appalto dalla Regione. Avete fatto ricorso?

 

No.

 

Questa sorta di cartello tra imprese c’è anche tra le imprese che partecipano alle gare per gli appalti nelle Asl e negli ospedali?

 

Ho una visione parziale sulla Sanità. La Sol.co aveva vinto un appalto per il Cup (Centro unico di prenotazione) presso la Asl Roma A. La Regione poi decise di fare un’unica gara per tutte le Asl di Roma. Da soli non ce l’avremmo mai fatta e avevo paura di perdere l’unico appalto che avevo.

 

E quindi a chi si è rivolto?

 

Sono andato da tutti. Dalla cooperativa Capodarco come da altri soggetti per vedere se si poteva organizzare una cordata. Mi hanno detto di no. A quel punto per il lotto Rieti Latina Frosinone mi sono associato con la coop Formula Sociale che fatturava 6 milioni, tantissimo, con l’accordo che qualora avessi vinto la gara le avrei affidato la mia percentuale di lavoro. Non era ancora chiaro che anche Formula Sociale facesse capo a Buzzi.

 

Oggi Formula Sociale ha un appalto da 431 mila euro per i giardini della Asl Roma A, dove lei continua (in attesa che si sblocchino le gare) a gestire il Cup.

 

Non lo sapevo.

 

BUZZI CARMINATI

Lei è indagato per traffico internazionale di rifiuti perché una delle consorziate Sol.co, New Horizons, non solo non avrebbe sanificato gli indumenti come prevede la legge, falsificando i documenti, ma anche immesso gli abiti in un mercato internazionale di rifiuti gestito dalla camorra.

 

Queste sono le accuse, se saranno provate la cooperativa New Horizons è responsabile. Il procedimento di sanificazione è costoso e certificare che gli abiti sono stati igienizzati quando non è vero è un grave illecito, ma la coop gestiva l’impianto in modo totalmente autonomo.

 

Secondo l’accusa alcuni impianti sarebbero in mano alla camorra.

 

Non posso affermare né negare, tutti gli impianti da noi utilizzati devono essere iscritti all’albo nazionale dei gestori ambientali, su cui dovrebbe vigilare il ministero dell’Ambiente. L’impianto deve poi ricevere certificazioni dalla Provincia. Per partecipare alla gara abbiamo dovuto indicare gli impianti di sanificazione dove avremmo portato gli abiti usati, ma non abbiamo alcuna possibilità di controllo sulle aziende.

SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI

 

La raccolta degli abiti usati, ripartita in vari lotti, è affidata dalla municipalizzata dei rifiuti Ama, fino a qualche anno fa feudo dell’ex ad Franco Panzironi, in carcere per Mafia Capitale. Anche qui serviva l’assenso di Buzzi per ripartire il territorio?

 

L’appalto è lo stesso del 2008, dove hanno partecipato solo la Sol.co e Bastiani, allora non c’era un interesse su questo business da parte delle altre coop sociali, non lo ritenevano redditizio. Poi nel 2014 c’è stato un interessamento di Buzzi per la filiera del trattamento rifiuti. Il progetto era di aprire negozi di abiti usati, ne avevo parlato con vari soggetti di Legacoop tra cui Buzzi.

buzzi e marino

 

Però le coop che risultano vincenti all’apertura delle buste 2013 per la raccolta di indumenti usati sono quelle che hanno rinunciato all’appalto per la raccolta multimateriale (lattine, vetro, alluminio…) che invece è in mano alle coop di Buzzi.

 

È un caso o la contropartita di Buzzi?

 

Le cooperative che hanno vinto sono sempre Sol.co e Bastiani perché il progetto dal 2008 resta il migliore. Lei mi chiede se il discorso di Buzzi è stato “voi continuate a fare questo, io quello”? Per la raccolta multimateriale a Roma la Sol.co non aveva né i titoli né le certificazioni. Non era nostro interesse e non avevamo nemmeno i camion.

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

 

Lei ha dedicato trent’anni a una realtà meritoria come la Sol.co che si è occupata degli ultimi e oggi entra in due inchieste molto pesanti. Cosa si rimprovera?

 

SALVATORE BUZZI E GIULIANO POLETTI

Di non essere stato in grado di controllare il sistema cooperativo di Sol.co, ma il mio più grosso sbaglio è stato avvicinarmi troppo al sistema 29 Giugno, pur riconoscendomi le attenuanti della grave crisi aziendale che mi ha imposto di fare scelte a volte azzardate per salvare l’azienda.

 

Avendo perso metà del fatturato, ho dovuto avvicinarmi a un sistema che sapevo forte, vincente e accreditato presso la Pubblica amministrazione. Che ci fosse un sistema bloccato e prepotente era sicuro, ma che ci fosse un collegamento stretto con attività criminali era impensabile.

SALVATORE BUZZI