CACCIARI A PESCA DI SARDINE: ''SONO UN FENOMENO INEVITABILE, NON POSSONO STRUTTURARSI, IN UNA SOCIETÀ CHE HA VOLUTO FARE A MENO DI CORPI INTERMEDI COME SINDACATI E PARTITI'' (VIDEO) - FELTRI: ''SE NON SI CANDIDANO, A CHE SERVONO? O DIVENTANO UN GRUPPO POLITICO CON UNO STRACCIO DI IDEA (QUALE?) OPPURE SONO INUTILI'' - E CONTE DÀ LORO IL BACIO DELLA MORTE: ''VEDO TANTA VOGLIA DI PARTECIPAZIONE, TANTI GIOVANI. E' UNA COSA BELLISSIMA!''. ORA IL LORO OBIETTIVO (NON FACILISSIMO) È RIEMPIRE SAN GIOVANNI
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- MASSIMO CACCIARI SUL MOVIMENTO DELLE SARDINE:
"Non so perché la Pascale ha fatto l'endorsement alle sardine, questo centro-destra è a caccia di tutto. Il Movimento delle sardine ha cambiato il clima in Emilia-Romagna, il PD non c'era e Bonaccini era solo come un cane. Sono un fenomeno inevitabile in una crisi di democrazia rappresentativa come quella che stiamo vivendo. Le sardine non devono strutturarsi, non possono. Sono rappresentazioni".
https://www.globalist.it/ - Prima con una previsione sulle elezioni in Emilia-Romagna: "Vincerà Bonaccini. Prima ero meno convinto, ora sono sicuro”. E poi sul movimento delle sardine: "Non so perché la Pascale ha fatto l'endorsement alle sardine, questo centro-destra è a caccia di tutto. Il Movimento delle sardine ha cambiato il clima in Emilia-Romagna, il Pd non c'era e Bonaccini era solo come un cane. Sono un fenomeno inevitabile in una crisi di democrazia rappresentativa come quella che stiamo vivendo. Le sardine non devono strutturarsi, non possono. Sono rappresentazioni". E infine: "La durata di questo governo indebolisce Matteo Salvini, che rappresenta la peggior destra europea”.
- SE LE SARDINE NON SI CANDIDANO, A CHE SERVONO?
Vittorio Feltri per ''Libero Quotidiano''
Scrive la Repubblica: se Salvini cala è merito delle sardine. E aggiunge che Mattia Santori, il capo dei pesci in barile, non vuole trasformare il movimento piazzaiolo in un partito. Domanda: se il suo seguito popolare non diventa un soggetto politico, con tanto di programma e di obiettivi ben fissati a cosa cavolo serve? A ravvivare i luoghi pubblici delle città come Bologna e Roma? A informare il Paese che l' attuale andamento nazionale ha nauseato gli italiani? Poi?
Che ce ne facciamo di tante alici disorganizzate e che si limitano a brontolare quali pensionati all' osteria? O diventano un gruppo politico con uno straccio di idea (quale?) da realizzare oppure sono inutili, quanto le previsioni del tempo che non ne azzeccano una su quel che succederà domani, però pretendono di sapere che il surriscaldamento del pianeta farà disastri fra cinquanta anni.
Dato che le scatole delle sardine si sono aperte molta gente è elettrizzata e spera in qualche cambiamento. I Dem rappresentati dal giornale più progressista esistente sul mercato si attendono il miracolo che i pesciolini fritti siano in grado di ridimensionare la Lega. Aspetta e spera. A parte che Alberto da Giussano continua ad essere in testa ai sondaggi, se le sardine non si presentano alle elezioni con una propria lista, a chi possono rubare voti?
A nessuno. Né alla destra né alla sinistra come è evidente.
Perché i suffragi sono ballerini, passano da uno schieramento all' altro: se viceversa il movimento ittico non va di qua e neppure di là e rimane lì fermo a boccheggiare, non comprendiamo a chi potrebbe giovare la sua platonica attività.
Oggi tale è lo stato dell' arte: le piazzate fanno scena, tuttavia dubito che incrementino il contenuto delle urne, non quelle del Pd e nemmeno quelle del Carroccio. Specialmente in questa fase: le consultazioni per il rinnovo del Parlamento sono troppo lontane per valutare chi avrà l' opportunità di vincerle.
- SARDINE, BENEDIZIONE DI CONTE - A S.GIOVANNI TUTTO SI COMPLICA
Mario Ajello per ''Il Messaggero''
Mettiamola in rima: «Le piazze se troppo durano / si usurano». Quindi? Occhio a Piazza San Giovanni, sabato prossimo, che sarà la piazza delle piazze delle sardine. Ma potrà diventare - e gli organizzatori, o almeno i più avvertiti tra di loro, lo sanno bene - anche l'inizio della fine. Sia per il rischio di non riuscire a riempire un luogo così ampio, difficile e storicamente ingombrante, sia per il pericolo di diventare la replica di un qualsiasi concertone del primo maggio del tipo: «Io voglio bene a voi, voi volete bene a me, evviva il volersi beneeeeee...» (questo lo spartito in quelle grandi adunate sindacal-festivaliere). L'estrema insidiosità della location è confermata dall'esito che ebbero i girotondi, spesso considerati e non a torto parenti più anziani delle attuali Sardine.
Decisero il colpaccio del 14 settembre 2002 e dal palco di Piazza San Giovanni, davanti a una folla straripante di persone, Nanni Moretti gridò «non perdiamoci di vista» ma da quel momento, dopo l'acme di quell'appuntamento, il girotondismo declinò e chi s'è visto s'è visto. Ora è così alta l'asticella che le Sardine hanno deciso di darsi che il loro leader, Mattia Santori, annuncia: «In quella piazza vedremo se un italiano su quattro sta con noi». Come dice un sondaggio, esagerato davvero e che spinge i pesciolini a montarsi la testa.
IL TREND
Ma adesso il trend è questo: nessuno non può dirsi non sardina (perfino B&B gratis per chi arriva nella Capitale a manifestare sabato), il mainstream ha adottato il movimento, la tivvù lo sta fomentando e normalizzando, e somiglia a un bacio della morte - è mai possibile un'onda di protesta coccolata e protetta dal governo? - la benedizione proveniente dal premier Conte: «Vedo tanta voglia di partecipazione, tanti giovani. E' una cosa bellissima!». Palazzo Chigi darà il suo patrocinio dopo che lo ha dato anche Francesca Pascale? Sì, perché oltre ad essere in piazza sabato o più probabilmente a parteggiare da fuori, la fidanzata di Berlusconi pubblica sui social un quadro della serie di Magritte sull'«uomo con il cappello» ma lo modifica per l'occasione e tra il cappello l'uomo spunta proprio una sardina.
SLOGAN
Lo slogan per il 14 è questo: «Pensa controcorrente, scendi in piazza». Intanto la sardina leader, Mattia, assicura che «non faremo un partito» ma aggiunge: «Dopo Roma, ci sarà una svolta ma dobbiamo ancora vedere che svolta». Dopo l'evento di San Giovanni, l'indomani mattina, i coordinatori delle Sardine nelle varie regioni e città si vedranno proprio per stilare una road map di massima. Che sarà più o meno questa: piazze sempre più piazze in Emilia Romagna per tirare la volata a Bonaccini - e sia lì si nelle altre parti d'Italia la stesura di una serie di punti programmatici (mai odio, evviva l'ambiente pulito e altre priorità di questi tipo, difficilmente non condivisibili) da presentare alla sinistra e ai suoi candidati. Tanto rumore per quasi nulla?
O le Sardine s'inventano qualcosa di sostanzioso, oppure finiscono come i girotondi, come il popolo viola e come altre iniziative da società civile e da ceto medio riflessivo. Il che fare - Lenin non c'entra, qui ci sono più Carola e Greta e s'è infilato pure il solito Saviano pur di avere un po' di pubblicità - è il cruccio che aleggia sull'appuntamento di San Giovanni.
E il che fare, se si risolverà nella reiterazione degli happening, dopo una piazza un'altra piazza e un'altra ancora (quousque tandem?), finirà per diventare lo specchio di un volontarismo tanto appassionato quanto politicamente inconcludente ma molto includente: visto che le Sardine somigliano, per dirla alla Jovanotti, a una grande chiesa che va da Che Guevara a Madre Teresa. Ma passando dal premier Conte. E un capo di governo che abbraccia una piazza alternativa di fatto la stritola.