CAMPO LARGO? CAMPA CAVALLO! IN BASILICATA LACERENZA, IL CANDIDATO VOLUTO DA CONTE, SI RITIRA: RICICCIA IL DEM ANGELO CHIORAZZO, NON GRADITO AI PENTASTELLATI. CONTE LO STRONCA: “HA CONFLITTI D’INTERESSE” - CALENDA MARAMALDEGGIA: “IL M5S, DOPO AVER COMBINATO UN DISASTRO, È PRONTO AD ANDARE DA SOLO. L’OBIETTIVO DI CONTE È DISTRUGGERE IL PD. SCHLEIN? NON SI FA TROVARE. NEL PD REGNA UNA CONFUSIONE TOTALE” – IL RUOLO DEL CALENDIANO PITTELLA, SIGNORE DELLE PREFERENZE IN BASILICATA - STRAPPO ANCHE IN PIEMONTE: IL PD SCEGLIE PENTENERO CHE NON SCALDA I 5STELLE MA CONTE…
Davide Carlucci per la Repubblica - Estratti
Svolta in Basilicata. Il candidato designato dall’alleanza fondata sull’asse Pd-5Stelle, Domenico Lacerenza, rinuncia a correre in seguito alla rivolta dei locali, in particolare i Dem: «Non posso non registrare le reazioni seguite alla mia decisione di dare la disponibilità». E torna in pista Angelo Chiorazzo, l’imprenditore del non profit, non gradito ai 5Stelle, che ha fondato il movimento d’ispirazione cattolica Basilicata Casa Comune. «Ora o mai più», dice. E annuncia di voler «ripartire da quel moto popolare che denota rabbia verso la politica e un profondo desiderio di cambiamento ».
Non è ancora chiaro il perimetro della coalizione che lo sostiene. Se sarà ancora “campo largo” o no. Se i Cinquestelle, che avevano posto un veto nei suoi confronti, saranno della partita o andranno da soli. E se il fondatore della cooperativa Auxilium sarà in grado, come si pensa, di recuperare Azione, il cui referente locale, l’ex presidente della Regione Marcello Pittella, venerdì aveva aperto nei suoi confronti dopo averlo osteggiato per mesi.
Ma intanto Chiorazzo va. «Ci siamo candidati a guidare la Basilicata per cercare di portare un vento di rinnovamento — annuncia a fine serata — per dare seguito alla richiesta di cambiamento che veniva dai territori, dalle tante donne e uomini che con entusiasmo si sono riavvicinati alla politica, nell’area di centrosinistra, e che si sentivano privi di un riferimento». Si propone come colui che può «far voltare pagina alla Basilicata, immersa negli ultimi 5 anni nella peggiore giunta che abbia mai visto».
L’impostazione è civica: «Ci siamo sempre disinteressati delle dinamiche interne ai partiti. Con grande piacere avevamo registrato la convergenza del Pd lucano, e di larga parte di militanti, simpatizzanti, parti significative di classe dirigente degli altri partiti e movimenti del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, dei Verdi e di Italia viva, nonché di rappresentanti autorevoli della società civile».
Aveva fatto un passo di lato «per individuare una figura che fosse più unificante». Ma dopo la candidatura di Lacerenza, «siamo stati letteralmente travolti da una rivolta che mi permetto di definire di popolo».
Vari endorsement avevano preceduto, ieri, il nuovo colpo di scena.
(...) Carlo Calenda annuncerà oggi la sua posizione. Ma ieri le parole del leader di Azione sono state durissime: «Il M5S ha imposto il suo candidato, ha messo il veto su di noi, ha determinato il ritiro del candidato e, dopo aver combinato questo disastro, è pronto ad andare da solo. Vorrei che fosse chiaro a tutti gli italiani che l’obiettivo di Conte è distruggere il Pd e portare la sinistra a un livello tale che lui possa essere l’unico candidato alle prossime politiche come capo della coalizione».
Calenda suggerisce al Pd di «dire a Conte di andare a farsi un giro». E si chiama fuori da quello che definisce «camposanto», attaccando la segretaria del Pd Elly Schlein: «Non si fa trovare. La situazione del Pd in questa regione è di confusione totale. In bocca al lupo». L’ex ministro la dice con una delle sue espressioni colorite: «Se non hanno il coraggio di mandare a stendere Conte, lo faremo noi».
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IL NOME DEI DEM NON SCALDA I 5S: “ORA LA NOSTRA SCELTA”
Sara Strippoli per la Repubblica - Estratti
La conta con voto segreto per decidere il candidato del centrosinistra ieri mattina non c’è stata. Si è imposta la volontà del Nazareno che da giorni mandava messaggi a Torino sulla inopportunità di andare al voto in assemblea.
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Ora il nome di Pentenero è la proposta con la quale il Pd si presenta agli alleati. «Una candidatura autorevole che il Pd mette a disposizione per costruire un’alleanza larga e competitiva », è il commento della vicepresidente del Senato Anna Rossomando.
«Lavoreremo fino all’ultimo minuto per raggiungere un’intesa. Per noi la coalizione viene prima di tutto», ha ripetuto Igor Taruffi, responsabile organizzativo della segreteria nazionale, ieri mattina volato a Torino per sedare i conflitti e raggiungere una mediazione.
L’appello a Chiara Appendino e ai 5S è il primo messaggio della neo candidata nel suo ruolo di anti-Cirio, il presidente forzista da poco vicesegretario di FI e in campagna elettorale ormai da mesi. «Chiedo ad Appendino di darmi la possibilità di sedersi a un tavolo e discutere sulle molte convergenze che ci possono unire — dice Pentenero — E lasciamo le porte aperte perché siano in molti a credere nel nostro progetto».
L’annuncio della sua candidatura per ora è stata accolta con freddezza dai potenziali alleati.
Finora il campo è stretto: con il Pd solo la galassia della Sinistra, liste civiche, +Europa. Qualche spiraglio lo lascia aperto Giuseppe Conte: «Su Pentenero discuteremo al nostro interno e anche con il Pd». Spiragli anticipati però dall’accento sulle divergenze profonde fra le decisioni della giunta di Chiara Appendino, ex-sindaca di Torino, e quella attuale del sindaco Dem Stefano Lo Russo: «La situazione di Torino è emblematica — incalza l’ex-premier — c’è una giunta che sta realizzando progetti in una direzione completamente diversa rispetto al lavoro fatto da Appendino». Porta chiusa da parte dei grillini piemontesi in una nota ufficiale, sottolineano, concordata con Conte: «La decisione del Pd cozza con il dialogo intavolato in questi mesi.
Nei prossimi giorni avvieremo il percorso per la scelta del nostro candidato presidente».
Non si entusiasma neppure Italia Viva: «Non credo sia questo il metodo giusto. Un tavolo condiviso sarebbe stato più efficace », dice la senatrice renziana Silvia Fregolent. Commenti favorevoli da parte di Sinistra Italiana e Sinistra ecologista: «L’unità vera dei progressisti è condizione indispensabile».
Assessora comunale a Torino Gianna Pentenero.