CAMPO LARGO? CAMPA CAVALLO – IN ABRUZZO LUCIANO D'AMICO, CANDIDATO DI CONTE E SCHLEIN, HA RIMONTATO QUASI 20 PUNTI IN DUE MESI, MA NON È BASTATO PER BATTERE IL CENTRODESTRA. MARSILIO HA GUADAGNATO VOTI RISPETTO A CINQUE ANNI FA (53,5% CONTRO IL 48,03 DEL 2019) NONOSTANTE IL CROLLO DELLA LEGA, PASSATA DAL 27,5 AL 7,5% - SORGI: “ALLE REGIONALI LA SCELTA DEL CANDIDATO GOVERNATORE PERSA PER IL 60% SUL RISULTATO. LA VERA SCADENZA SARANNO LE EUROPEE, IN CUI SI VOTA CON IL PROPORZIONALE…”

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1. LA VITTORIA DELL'ELMETTO LA VERA SFIDA ALLE EUROPEE

Estratto dell'articolo di Marcello Sorgi per "la Stampa"

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MARCO MARSILIO

[...] La vera scadenza, ormai davanti agli occhi di tutti, saranno le elezioni europee del 9 giugno. In cui, come si sa, si vota con il sistema proporzionale e con le preferenze: ciò che significa, per ciascuno, cercare voti per se è il suo partito, anche a scapito dei propri alleati. E soprattutto, mancano ormai poche settimane, comporta per ogni leader decidere se candidarsi.

 

Un recente studio di Alessandra Ghisleri, sondaggista tra le più autorevoli, ha dimostrato che sul piano regionale, com'è apparso chiaro sia in Sardegna che in Abruzzo, la scelta del candidato governatore pesa per il sessanta per cento sul risultato. Adesso occorrerà calcolare il valore del traino dei leader. Per capire se saranno costretti a scendere in campo, o avranno gusto e coraggio di mettersi in gioco personalmente.

 

2. SFUMA IL SOGNO DEL RIBALTONE E IL CAMPO LARGO SI ALLONTANA

Estratto dell’articolo di Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

luciano damico marco marsilio

La magia della Sardegna non si ripete per il centrosinistra, nonostante il "campo larghissimo" messo su in Abruzzo. L'entusiasmo di Pd e M5s dura il tempo di leggere un exit poll, il primo, quello delle 23 che prevedeva un testa a testa con il presidente uscente Marco Marsilio di Fdi, ma già prima di mezzanotte il sogno di un altro blitz svanisce. La coalizione […] non riesce a fare il secondo colpaccio E lo scarto con il centrodestra non è nemmeno così esiguo come si era sperato nei giorni scorsi.

 

Qualcuno, in casa Pd, ricorda che i sondaggi di due mesi fa parlavano di un distacco di oltre 20 punti e, dunque, il risultato rappresenta comunque una rimonta. Ma certo adesso sarà più difficile per Elly Schlein provare a convincere Giuseppe Conte e Carlo Calenda a investire una volta per tutte nell'alleanza.

 

LUCIANO D'AMICO

Raccontano che la segretaria Pd già ieri sera, al telefono, avrebbe ribadito al leader M5s che - nonostante il risultato - bisogna continuare a marciare uniti, ma l'ex premier sarebbe stato freddissimo nella risposta.

 

[…] A far sperare inizialmente era stato il dato dell'affluenza, in aumento nelle rilevazioni parziali della prima parte della giornata ma poi calato fino al 52,2% finale, la partecipazione più bassa di sempre nella regione. D'altro canto, gli ultimi sondaggi riservati dei giorni scorsi indicavano comunque un vantaggio del centrodestra di due-tre punti. Il voto abruzzese è una doccia fredda e non fa certo cambiare idea al leader M5s, convinto che si debba procedere un passo alla volta.

giuseppe conte alessandra todde elly schlein

 

[…] Schlein […] ha a che fare anche con la minoranza interna del Pd. La minoranza guidata da Stefano Bonaccini prima del voto sardo era in fibrillazione, soprattutto sulla vicenda del terzo mandato per i presidenti di Regione, tema a cui il governatore dell'Emilia Romagna è molto sensibile, essendo già stato eletto due volte. La scelta del Pd di dire no aveva provocato una reazione dura, con l'annuncio di un «chiarimento» da tenere subito dopo le elezioni della Sardegna.

 

ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE

La vittoria di Alessandra Todde ha calmato gli animi, anche la minoranza ha festeggiato e del «chiarimento» non si è più sentito parlare. Ma Schlein sa che la tregua è solo provvisoria e l'evento di ieri a Milano di "Energia popolare" -l'area guidata da Bonaccini -lo ha ricordato a tutti. […] il presidente Pd e il sindaco Giuseppe Sala hanno mandato un messaggio chiaro: va bene l'accordo con M5s, ma non basta. Il Pd deve coprire anche lo spazio verso il centro.

 

«Se l'alleanza con il M5s è indispensabile, al Nord però non basta - ha spiegato Bonaccini - abbiamo bisogno anche delle forze moderate per un centrosinistra plurale». Valutazione simile da Sala, che definisce una «fortuna» per il centrodestra avere «Forza Italia che garantisce una tenuta sulla parte moderata, cosa che in questo momento manca a noi». E il voto abruzzese, con M5s crollato intorno al 7%, dal 24% di 5 anni fa, rafforzerà queste posizioni. Considerando poi che in Piemonte e Basilicata non c'è ancora nemmeno il candidato unitario, la strada da fare per il "campo largo" è ancora lunga.

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju
giuseppe conte alessandra todde elly schlein
MELONI TAJANI SALVINI AL COMIZIO PER TRUZZU

LUCIANO D'AMICO