CAPITALE DA RIFARE – SE SI VOTASSE OGGI SAREBBE TESTA A TESTA TRA M5S (30%) E CENTROSINISTRA (28%) – STRAZIO MARINO BOCCIATO DAL 73% DEI ROMANI – E “ARFIO” MARCHINI (20%) SCALDA I MOTORI PARLANDO DI DECORO URBANO E LAVORO


 

1.ORA SAREBBE UN TESTA A TESTA PD-M5S

Fabio Bordignon per “la Repubblica

 

Testa a testa tra Pd e M5s, al primo turno, e partita aperta al ballottaggio? Lo scenario che gli ultimi sondaggi sembrano delineare, su base nazionale, a Roma emerge in modo ancora più netto. Con i 5 stelle avanti di un paio di incollature.

 

Rapida premessa: la poltrona di Marino scricchiola, e in città si respira un clima pre- elettorale, ma una “vera” campagna ancora non c’è. E forse neppure ci sarà. Per questo, gli orientamenti di voto formulati dai romani hanno un valore del tutto indicativo. Anche perché, necessariamente, i rispondenti al sondaggio Demos si sono espressi su candidati ancora “senza volto”. I risultati segnalano, tuttavia, un piccolo terremoto, rispetto alle comunali 2013.

di battista e di maio in scooter

 

In caso di voto anticipato, la maggioranza relativa (il 30%) sceglierebbe un candidato 5 stelle. Il nome, già virale in rete, è quello di Alessandro Di Battista. Sebbene sconosciuto a oltre un terzo dei cittadini, il membro del “direttorio” pentastellato (incandidabile, secondo le regole interne) gode di un consenso personale di tutto rispetto: con il 28%, si colloca a meno di due punti dal primo cittadino.

 

Se si votasse oggi, solo il 24% dei romani vorrebbe l’attuale sindaco come successore di se stesso: il 73% è contrario, il 3% è indeciso. Mentre il 28% è propenso a votare per un “generico” candidato di centro-sinistra. Lontani i tempi in cui Marino, con il 43%, si avviava a strappare la fascia tricolore a Gianni Alemanno. Ma lontani anche i tempi in cui il principale competitor era rappresentato dal centro-destra. L’ex-sindaco è visto con favore da appena il 14%. E appena il 16% voterebbe per un candidato di centro-destra. Parte politica che, paradossalmente, esprime la leader più popolare, nella Capitale: Giorgia Meloni, che, grazie a un mix di radicamento sul territorio e appeal mediatico, guida la graduatoria delle personalità politiche “locali” con il 35%.

ignazio marino alla festa di sel

 

Gli esponenti del vecchio schema bipolare possono ancora puntare ai voti che si collocano alle proprie estreme estrema sinistra ed estrema destra, accreditate, ciascuna, del 5-6%. Ma anche al soccorso - magari tra primo e secondo turno - di chi si dichiara “oltre” destra e sinistra, ma è pronto a dialogare con entrambi i “poli”. É l’identikit di Alfio Marchini, apprezzato dal 20% dei romani. La base di partenza, per un candidato “indipendente”, è del 15%: un capitale di consenso che potrebbe modificare gli equilibri generali.

 

 

2. MARCHINI IN PIAZZA “IL SINDACO SI DIMETTA” L’ABBRACCIO DEL NCD

Paolo Boccacci per “la Repubblica - Roma”

 

“Marino game over”, “Marino a casa”, “Marino dimettiti”. Cartelloni e lunghi striscioni bianchi con il cuore rosso sotto palazzo Senatorio, lungo la scalinata che porta in alto, con in cima la grande scritta “Liberiamo Roma”. E lui che strappa gli applausi del suo popolo. «Alfio sindaco» gridano già in un paio di centinaia i sostenitori di Marchini, l’imprenditore deciso a candidarsi sindaco.

MANIFESTAZIONE MARCHINI

 

Insomma la Lista Marchini è scesa in piazza, sventolando le proprie bandiere, con il consigliere Onorato che introduce gli interventi dei rappresentati dei comitati di quartiere, dal centro all’estrema periferia. Ma soprattutto con lui, Alfio, che stringe mani, dà abbracci e baci e si sottopone ai continui scatti dei selfie («Dai Arfio, fatte na foto co’ la collega»).

 

Mentre sotto non sfuggono presenze politicamente diverse. Ecco la coordinatrice regionale di Ncd Roberta Angelilli («Marchini può incarnare l’alternativa a Marino»), ecco il consigliere regionale Fabio De Lillo. A cui si aggiungeranno i lanci di agenzia di Forza Italia con il coordinatore Bordoni.

MANIFESTAZIONE MARCHINI

 

Intanto la parola è ai comitati. Tor Sapienza: «Non siamo razzisti, non abbiamo servizi». Rione Ponte: «Il Centro è ostaggio del degrado». Ponte di Nona: «Basta finanziare le moschee abusive ». Un sindacalista dell’Atac: «In ogni azienda dove ci sono 700 guasti al giorno il management sarebbe licenziato ». L’anti-marinismo è esasperato e c’è chi urla: «Siamo pieni di piccioni, che fa Marino?».

 

MANIFESTAZIONE MARCHINI

Alla fine parla Marchini. «Sono due anni» afferma « che non si discute dei veri problemi di Roma. Vogliamo ridare speranza e futuro a questa città, vogliamo che le strade siano messe a posto, che il verde pubblico sia una cosa decorosa, e parlare di lavoro».

 

Poi continua: «Ogni quartiere ci dica le cose da fare. Penso che sia finito il periodo degli schemi. Mettere a posto una strada è di destra o di sinistra? Garantire ai nostri figli un lavoro è di destra o sinistra? Mi auguro che Marino si dimetta. Poi se pensa di essere nel giusto si ricandidi e vinca le prossime elezioni». A sopresa da Peciola (Sel): «Bisogna ammettere che-Marchini è portatore di una proposta che allude ad un’idea di città». Lapidaria invece la replica di Marino. A chi gli chiede della manifestazione risponde: «Non so di che parla».