CARNEVALATE TRA POTENTI - RENZI ACCOLTO DA “AZZURRO” DI CELENTANO, OBAMA DA UN BAFFONE BAVARESE, MERKEL COL PORCOSPINO IN TESTA: INIZIA IL G7 TEDESCO SENZA PUTIN MA CON MOLTE FOTO RIDICOLE - GLI USA RINFACCIANO ALL’ITALIA ‘MORBIDEZZA’ CON LO ZAR. MA È STATO KERRY A VISITARE LA RUSSIA, UNA MOSSA POI GIUDICATA AVVENTATA
1. G7: BARACK OBAMA IN BAVIERA, INCONTRO CON ANGELA MERKEL. ARRIVA ANCHE MATTEO RENZI
Da www.ansa.it
Il G7 tedesco di Angela Merkel 'saluta' Matteo Renzi sulle note di 'Azzurro', la celebre canzone di Paolo Conte, resa nota da Celentano. Ad aspettare il premier alla scaletta dell'aereo oltre al presidente della Baviera Horst Seehofer ed un gruppo di ragazzi nel tradizionale costume bavarese, calzoncini di pelle corti, camicia ricamata per le femmine e a quadretti per i maschi, che gli ha porto un mazzo di fiori. Un gesto a cui il premier italiano ha risposto con un 'danke shoen'. E mentre si avviava sul tappeto rosso al tavolo delle firme di benvenuto, nell'area si levavano dagli strumenti della banda le note di 'Azzurro'.
"Grazie per la sua partnership e la sua leadership: siamo inseparabili in Ue e nel mondo". Così il presidente americano Barack Obama si è rivolto alla cancelliera tedesca, incontrando alcuni bavaresi prima dell'inizio del G7.
"Bisogna contrastare con fermezza l'aggressione all'Ucraina", ha detto ancora il presidente americano a Kruen prendendo la parola con la cancelliera tedesca Angela Merkel davanti alla folla dei cittadini bavaresi.
"Discuteremo del futuro, dell'economia globale, di una crescita forte che crei lavoro e una prospettiva salda dell'unione", ha detto ancora Obama, incontrando Angela Merkel prima dell'inizio dei lavori del G7 in Baviera.
"Se qualcuno vuole parlare di sanzioni, la discussione potrà soltanto essere sul rafforzamento". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk prima del G7. Tusk ha detto che il ci sarà "la riconferma del G7 dell'unità sulle sanzioni".
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è al Castello di Elmau, sulle Alpi bavaresi, dove oggi si apre il G7. Obama è atterrato a Monaco, dove è stato ricevuto dal presidente del Land Horst Seehofer. Successivamente, ha raggiunto la sede del summit in elicottero. Prima dell'inizio dei lavori, l'atteso bilaterale con la cancelliera Angela Merkel. I due leader incontreranno poi la cittadinanza nel Rathaus di Kruen.
E intanto bagno di folla, fra coloratissimi bavaresi, vestiti nei loro tipici costumi alpini, per Angela Merkel, a Kruen, piccolo centro a pochi chilometri dal castello di Elmau, dove prima di aprire i lavori del G7 la cancelliera accoglierà Barack Obama, per un incontro coi cittadini. Giacca celeste, a fianco il marito Joachim Sauer, la cancelliera, accolta da un caloroso applauso, si è seduta ad uno dei tanti tavoli a cielo aperto, preparati per l'occasione, in un'atmosfera conviviale, resa più piacevole da una splendida giornata di sole.
2. MA È PUTIN IL CONVITATO DI PIETRA GLI USA ALL’ITALIA: “TENERI CON LA RUSSIA”
Federico Rampini per “la Repubblica”
«C’è clima di guerra nel mondo», dice Papa Francesco da Sarajevo. E proprio questo clima di guerra dominerà il G7 in Germania, preceduto da un vertice bilaterale tra Barack Obama e Angela Merkel. Clima di guerra a cominciare dall’Europa, dove la tensione torna a salire in Ucraina; oltre che in Siria, Libia e Iraq con le nuove avanzate dello Stato Islamico. «L’obiettivo più urgente del G7 — spiega il consigliere strategico di Obama, Benjamin Rhodes — è mantenere l’unità sulle sanzioni alla Russia, mantenere la pressione, mostrare che non ci sono crepe nell’unione transatlantica, e mostrare che i costi continueranno a crescere per la Russia se non cambia strada».
È il senso della telefonata che venerdì Obama ha fatto al presidente ucraino Petro Poroshenko. Un colloquio nel corso del quale è emersa la «profonda preoccupazione per il recente attacco di forze russe e ribelli attraverso l’attuale linea di contatto vicino a Donetsk». Con un appello perché «la Russia e i separatisti rispettino gli accordi di Minsk».
Su Putin non si fanno illusioni nel breve termine. Perciò nell’immediato gli americani chiedono a questo G7 soprattutto una prova di compattezza. Obama arriva in Baviera con molte inquietudini al riguardo. Alcuni dei suoi timori riguardano direttamente l’Italia. Casa Bianca e Dipartimento di Stato hanno seguito con apprensione il tamtam della Confindustria italiana sui danni alla ripresa, che sarebbero provocati dalle sanzioni contro la Russia. Washington ha paura che il governo Renzi sia uno degli anelli deboli nel dispositivo delle sanzioni. Perciò l’entourage di Obama vuole confutare puntigliosamente le pressioni confindustriali su Palazzo Chigi.
Lo staff presidenziale esibisce statistiche di fonte russa, sull’andamento del commercio estero di Mosca. Dimostrano un tracollo dell’interscambio, certo, ma le cui cause vanno ben oltre le sanzioni. Il Dipartimento di Stato ha preparato per questo G7 un voluminoso dossier rivolto proprio alla delegazione italiana, il titolo è “OCE Paper on Italy’s Trade with Russia under Sanctions”.
I dati forniti da Mosca — si legge in questo documento — «indicano che il commercio estero della Russia col resto del mondo è caduto del 31% nel primo trimestre 2015 rispetto al primo trimestre 2014 (quando le sanzioni non erano in vigore, ndr). Le sanzioni, le contro-sanzioni con cui la Russia ha sostituito le proprie importazioni, le fluttuazioni del petrolio e del rublo, e la debolezza dell’economia russa, hanno contribuito a questa tendenza».
Il dossier che Obama consegnerà a Renzi al G7 indica (sempre usando dati russi) che il commercio con l’intera Ue è calato del 37%. Quello con l’Italia è calato di meno, del 26%. Più pesantemente dell’interscambio russo- italiano è sceso quello con la Cina, meno 29%. Eppure la Cina non applica le sanzioni, anzi Putin è andato in cerca di un nuovo “rapporto privilegiato” con Pechino per attutire l’impatto delle misure occidentali. Dunque, se l’interscambio con la Cina regredisce in modo così vistoso, la conclusione americana è che le cause vanno ben oltre le sanzioni: al primo posto c’è la caduta del prezzo del petrolio che ha impoverito la Russia e decurtato il suo potere d’acquisto.
Obama ci tiene a smentire una “teoria del complotto” che è stata alimentata in Russia e ha trovato ascolto in Italia: è la tesi secondo cui l’America starebbe traendo vantaggio dalle sanzioni, togliendo agli europei alcuni mercati russi. Il dossier che Obama consegnerà a Renzi evidenzia il fatto che anche l’interscambio Usa-Russia è calato, sia pure “solo” del 17%, ma questo perché i rapporti bilaterali erano minuscoli in partenza. «Gli Stati Uniti — ricorda il Dipartimento di Stato — sono solo il settimo partner commerciale della Russia, con una quota di mercato pari al 4% sull’intero import-export russo».
È significativa l’attenzione dedicata da Washington al caso italiano, il timore di un ammorbidimento di Renzi sulle sanzioni. Non è certo l’unico, da tempo anche la Francia è un “vigilato speciale” sotto questo aspetto, per le sue forniture militari a Mosca. Obama è convinto che non sia il momento di voltare pagina. Putin non ha dato nessun segnale di voler recedere dall’annessione della Crimea, né dalle azioni aggressive in Ucraina.
Anche su altri fronti l’orso russo torna a fare paura: Washington denuncia ripetute violazioni del trattato di riduzione delle armi nucleari.
Tuttavia la stessa Amministrazione Obama è stata protagonista di un gesto molto controverso: la recente visita del segretario di Stato John Kerry (prima che si rompesse il femore in bicicletta) che ha incontrato Putin a Sochi sul Mar Nero. Quel vertice bilaterale da molti osservatori americani è stato considerato avventato, controproducente. Kerry è andato a cercare la cooperazione della Russia su altri dossier come il nucleare ira- niano e la Siria; ma così facendo ha regalato un inaspettato riconoscimento al presidente russo. Un gesto che qualche governo europeo potrebbe interpretare come il segnale del “liberi tutti”. Proprio mentre quel «clima di guerra» denunciato da Papa Francesco torna ad essere più attuale che mai in Ucraina.
Altri nodi del rapporto Usa-Europa rischiano di essere ostici in questo G7. Obama continua a trovare incomprensibile la lentezza dell’eurozona nel risolvere la crisi greca. Di rinvio in rinvio, il tormentone greco esaspera Washington. Obama lancerà un nuovo appello per una soluzione rapida, e compatibile con il rilancio della crescita e dell’occupazione. C’è poi in ballo il nuovo trattato di libero scambio, la Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip).
Obama vorrebbe farne uno dei lasciti della sua presidenza, convinto che questo trattato può riscrivere alcune regole della globalizzazione migliorando la tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Qui però gli ostacoli non vengono solo dagli europei. In casa propria Obama si ritrova in una posizione anomala: ai nuovi trattati sono favorevoli i repubblicani, mentre tutta la sinistra del partito democratico si oppone.