SU CARRAI, RENZI CONTINUA A PESTARE UNA CACCA GRANDE COME LA SUA SPOCCHIA - PURE ''CORRIERE'' E ''REPUBBLICA'' SI SCHIERANO CONTRO LA NOMINA COME CONSIGLIERE ALLA CYBER-SECURITY DEL SUO MIGLIORE AMICO NONCHÉ FINANZIATORE (IMMOBILIARE): UNA NOMINA AD PERSONAM A UNO SENZA COMPETENZE MA SOLO CONFLITTI - OGGI FORSE IL CDM CON LA NOMINA


1. IL CASO CONTESTATO L' INCARICO A CARRAI «SCELTA ANOMALA SULLA SICUREZZA»

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera

 

«Il sottosegretario Minniti ci è venuto a spiegare che Marco Carrai sarà consulente diretto di Renzi, farà parte del suo staff, dunque una nomina diretta, una scelta fiduciaria, cosa che non è di competenza parlamentare e che non avrà una diretta influenza sugli assetti istituzionali, sia dei servizi che della materia regolata dal decreto Monti sulla cybersecurity».

carrai renzi cybersecurity

 

Al Copasir la mettono in questo modo. Chi parla è uno dei membri di maggioranza del Comitato parlamentare per la sicurezza, non vuole rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma conferma che c' è stato in qualche modo un chiarimento fra l' organo del Parlamento e gli uffici della presidenza del Consiglio.

 

Se la nomina di Marco Carrai, imprenditore, presidente di Aeroporto di Firenze, amico personale del premier, arriverà, per molti non sarà un mistero. E in qualche modo Marco Minniti, sottosegretario della presidenza del Consiglio con la delega sui servizi, ha provato a rassicurare i membri del Copasir.

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Oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri dovrebbe varare diverse nomine in tema di sicurezza, decidere il nuovo capo della polizia, quello della Guardia di Finanza e anche ratificare una scelta di Renzi che appare ormai, nonostante le polemiche che ha suscitato, cristallizzata.

 

In un primo tempo era stato ventilato che a Carrai potessero anche essere attribuite le garanzie funzionali degli 007, da abbinare alla guida del dipartimento che si occuperà di sicurezza informatica, poi sembra che il capo del governo ci abbia ripensato, scegliendo il profilo di una consulenza. Marco Carrai è, fra gli altri, fondatore di una società che si chiama Cambridge Management Consulting Lab, attiva a 360 gradi nel campo della consulenza aziendale strategica.

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Anche per questo, comunque, la scelta di Carrai continua a far discutere.

Ieri l' argomento è stato nel mirino dei grillini, della sinistra italiana, di Forza Italia.

«Essere amico del primo ministro Renzi è sufficiente per occuparsi di sicurezza in Italia? La risposta nell' Italia meritocratica del Partito democratico sembra proprio essere sì. Carrai non ha qualifiche, non ha esperienza, ha molteplici conflitti d' interesse eppure ce lo ritroviamo a Palazzo Chigi con un potere dai contorni non chiari ma sicuramente vasti. Potrà avere un suo staff, sicuramente scelto su basi amichevoli e non di merito.

 

Mentre l' Italia affronta gravi crisi internazionali, ecco che i giochi di potere prevalgono sulla sicurezza dei cittadini italiani. Carrai non deve avere nessun incarico, non ha qualifiche, se non quella di aver pagato l' affitto di casa a Matteo Renzi», hanno messo nero su bianco i membri del Copasir che appartengono al Movimento cinque stelle, Bruno Marton e Angelo Tofano.

 

RENZI CARRAI

Ma anche Forza Italia, con Maurizio Gasparri, ha stigmatizzato l' ipotesi: «Ricordiamo che Carrai, oltre a essere stato nominato a numerosi incarichi a Firenze durante la gestione Renzi di Provincia e Comune, ha anche ospitato in un suo alloggio lo stesso Renzi che lì aveva posto la sua residenza. Questo dimostra quanto siano forti i vincoli personali tra i due, mentre appare evidente l' inadeguatezza di Carrai per un compito tanto rilevante, nonché il suo palese conflitto di interessi. Ci risulta che anche il Quirinale ha sollevato delle obiezioni».

 

Protesta anche Francesco Ferrara, Sel, anche lui componente del Copasir: «Essere amico del premier e godere della sua fiducia non può essere l' unico criterio con il quale affidare un incarico così delicato come quello della protezione e della sorveglianza delle reti telematiche del nostro Paese. Se Carrai dovesse approdare a Palazzo Chigi - prosegue l' esponente di Sinistra italiana - saremmo di fronte a un' anomalia istituzionale.

RENZI E CARRAI LA REGISTRAZIONE DEL CONTRATTO DELLA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE

 

Nel curriculum dell' imprenditore fiorentino non vi è traccia di una comprovata esperienza nel settore della sicurezza informatica. E sulle nomine dovrebbe sempre prevalere il criterio dell' esperienza e della competenza su quello dell' amicizia. Per questo chiediamo a Renzi di fermarsi e ragionare».

 

 

2. MA QUELLA SCELTA È UNA ANOMALIA ISTITUZIONALE

Gianluca Di Feo per “la Repubblica

 

Democrazia e potere invisibile, quelli che un tempo si chiamavano arcana imperii, sono incompatibili. La democrazia è il governo del potere visibile, il governo pubblico in pubblico». In materia di servizi segreti Norberto Bobbio aveva le idee chiare.

RENZI E CARRAI CONTRATTO DI AFFITTO PER LA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE

 

Ma di trasparenza, nelle procedure che porteranno nelle prossime ore a designare i vertici di cinque istituzioni fondamentali per la vita democratica, ce n’è poca. Superati i tradizionali criteri di anzianità che scandiscono le carriere statali, adesso la valutazione passa attraverso elementi discrezionali, in cui la professionalità rischia di intrecciarsi con relazioni politiche e personali.

 

L’unico punto certo sembra riguardare proprio quest’ultimo aspetto. Perché se regna l’incertezza sui candidati alla carica di capo della polizia, comandante della Guardia di Finanza e della Marina, direttore dell’intelligence e del servizio interno, tutte le indiscrezioni danno per certo l’arrivo a Palazzo Chigi di Marco Carrai con l’incarico di occuparsi di cybersecurity, ossia della protezione e della sorveglianza delle reti telematiche dove scorrono tutte le comunicazioni del Paese.

AGNESE RENZI MARCO CARRAI

 

Dopo le osservazioni del Quirinale, l’ipotesi di insediare Carrai al vertice di un nuovo ufficio dei nostri apparati di intelligence è tramontata. Matteo Renzi però ha confermato che intende portarlo alla presidenza del Consiglio come suo consigliere. Stando ai rumors romani, si tratterebbe di un collaboratore dotato di uno staff, con un’inedita struttura ad personam.

 

Se tale formula dovesse trovare concretezza, saremmo comunque davanti a un’anomalia istituzionale. Aggravata dall’assenza nel curriculum di Carrai di qualunque esperienza nel settore: l’essere amico del premier e godere della sua totale fiducia è un requisito sufficiente per ottenere la supervisione del settore più delicato della sicurezza nazionale?

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