UN CARROCCIO DI GUAI PER GIORGIA MELONI – IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA LOMBARDIA, ATTILIO FONTANA, SE LA PRENDE CON IL GOVERNO PER LA REDISTRIBUZIONE DEI MIGRANTI - È L'ENNESIMA REAZIONE DEI LEGHISTI AL COMMISSARIAMENTO DEL MINISTRO PIANTEDOSI: LA MELONI HA AFFIDATO IL DOSSIER MIGRANTI AL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, SFILANDOLO A SALVINI - E IL SINDACO DI MILANO, L'ARCOBALENO BEPPE SALA, RINCARA LA DOSE: "SIAMO SATURI"
-Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “la Stampa”
«I migranti? Siamo saturi». Parola del sindaco di Milano Beppe Sala. Ma pure del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. E così, dopo le proteste diffuse degli amministratori locali, soprattutto del Nord Italia, che hanno segnato questo agosto in cui gli sbarchi e i successivi trasferimenti sui territori sono aumentati in modo esponenziale, sulla questione dell'accoglienza ai migranti il governo deve fare i conti anche con l'asse fra il primo cittadino indipendente di centrosinistra e il governatore leghista di centrodestra. È la rivolta di Milano.
«Quello che a mio avviso non va è che la logica di redistribuzione non è chiara e uniforme - ha detto Sala ieri mattina, alla sua prima uscita pubblica dopo la pausa estiva - Come l'Italia chiede di redistribuire i migranti in tutta Europa io, da sindaco di Milano, chiedo che vengano redistribuiti in tutte le città e i Comuni altrimenti è evidente che il prezzo che noi paghiamo è eccessivo».
Quindi Sala ha chiamato in causa indirettamente Giorgia Meloni, evidenziando le differenze fra ciò che la leader di Fratelli d'Italia dichiarava quando stava all'opposizione e il modo in cui oggi il governo gestisce il dossier. In particolare per quanto riguarda l'accoglienza dei minori che raggiungono l'Italia da soli.
[…] Ma quali sono le ragioni di questa sollecitazione comune nei confronti del governo? Oltre alle più evidenti motivazioni di «sindacato territoriale», la Lombardia è la prima Regione come presenze con il 13% del totale dei profughi fra hot spot, centri di accoglienza e centri Sai (oltre 17.200 persone al 15 agosto), c'è anche altro. Ovvero il rapporto mai facile fra Milano, la Lombardia e il governo Meloni.
Che nei mesi scorsi è emerso nelle proteste di Sala sulla poca attenzione riservata al bilancio di Palazzo Marino ma anche sulla scarsa considerazione che, nonostante il colore politico, Palazzo Chigi sembra riservare a Palazzo Lombardia. Un caso su tutti riguarda la vicenda degli impianti olimpici: anche in quell'occasione Comune e Regione fecero fronte comune per difenderli.
Dietro le parole di Fontana poi, a voler seguire un ragionamento più politico-partitico, probabilmente un ruolo lo giocano anche le tensioni che, sull'immigrazione, stanno dividendo Lega e Fratelli d'Italia.
Perché se è vero che ieri il Carroccio ha diffuso una nota per ribadire che il vice-premier Matteo Salvini sarà presente a ogni riunione del Comitato interministeriale dedicato alla gestione della questione migranti «come sempre successo», è anche vero che la decisione di Giorgia Meloni di affidare l'emergenza al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, dalle parti di via Bellerio, non è certo stata vissuta bene. […]