CARTA VINCE, CARTA PERDE – DA UNA PARTE, LA NOMINA DI LUCIANO CARTA ALLA PRESIDENZA DI LEONARDO È DI ASSOLUTO RILIEVO. DALL’ALTRA, LA PROMOZIONE’ DEL CAPO DELL’AISE, IL SERVIZIO DI INTELLIGENCE ESTERA, HA FATTO FELICE IL CAPO DELL’INTELLIGENCE VECCHIONE E CONTE – NON BASTA: ORA VECCHIONE MIRA A PROMUOVERE IL SUO FEDELISSIMO MARCO MANCINI, UNO DEI PRINCIPALI REDUCI DELLA GESTIONE PIÙ OPACA DEI SERVIZI ITALIANI (ABU OMAR), QUELLA GUIDATA DA POLLARI
-
Giuliano Foschini per la Repubblica
La nomina del capo dell' Aise, il servizio di intelligence estera, Luciano Carta, a presidente di Finmeccanica è in realtà l' ultimo atto della resa dei conti interna ai nostri Servizi dopo il Russiagate. Carta va a occupare, è vero, un ruolo di assoluto rilievo nello scacchiere del potere italiano ma tutti leggono la scelta di Palazzo Chigi come il più classico dei "promoveatur ut amoveatur".
L' ormai ex capo dell' Aise era entrato da tempo in contrasto, seppur non ufficialmente, con Giuseppe Conte. O meglio: i rapporti erano molto tesi con il più fidato consigliere e collaboratore del premier in materia di intelligence, il numero uno del Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Gennaro Vecchione.
Le tensioni hanno a che fare con la vicenda forse più delicata che ha investito i nostri servizi di recente. Vecchione aveva infatti offerto collaborazione all' Attorney general americano William Barr e al procuratore John Duhram impegnati nella controinchiesta americana sul Russiagate: cercavano prove al presunto complotto di cui l' attuale presidente Donald Trump sarebbe stato vittima, nel 2016, quando fu accusato di aver chiesto aiuto ai russi per inficiare le elezioni americane.
E quelle prove, avevano promesso a Roma, potevano proprio arrivare dall' Italia dove i nostri servizi avrebbero avuto informazioni utili su Joseph Misfud, il professore che professore non era, test chiave del Russiagate. L' interlocutore di Barr era stato sempre Vecchione che aveva incontrato in due occasioni a Roma il ministro americano. Ma quelle informazioni, come Carta ha sempre spiegato e come poi è emerso dal rapporto finale americano, l' Italia non le aveva. E mai le aveva avute.
In un primo momento si era parlato di uno spostamento di Vecchione a Palazzo Chigi come consulente diplomatico di Conte. E invece a fare un passo di lato sarà Carta. Per il suo posto tre sono i candidati principali: il favorito è l' attuale vice direttore Gianni Caravelli, ufficiale dell' esercito, uomo vicino all' ex direttore, Alberto Manenti.
Le alternative sono il generale Carmine Masiello, ex consigliere militare di Matteo Renzi a Palazzo Chigi e, un passo più indietro, l' altro vice dell' Aise, Giuseppe Caputo. Vice direzione dell' Aise alla quale è candidato Marco Mancini, uno dei principali reduci della gestione più opaca dei servizi italiani, quella guidata da Niccolò Pollari.