CASTELLI IN ARIA – PARAGONE: "LA FRASE DELLA VICEMINISTRA SUI RISTORATORI CHE DEVONO CAMBIARE MESTIERE? GOVERNANTI IRRESPONSABILI E INCAPACI. LA CASTELLI LO È AL PARI DELLA MAGGIOR PARTE DEI SUOI COLLEGHI, GENTE CHE SUL MERCATO DEL LAVORO NON AVREBBE VALORE. LEI E’ QUELLA CHE DÀ UN BEL CONTRATTO AL COGNATO DEL VICEMINISTRO GIANCARLO CANCELLIERI (SU CUI LA CORTE DEI CONTI VUOLE VEDERCI CHIARO...) – SERRA LA DIFENDE: "MI DOMANDO COSA ABBIA DETTO DI COSI’ GRAVE" – VIDEO CON TUTTE LE GAFFE -

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Estratto dell’articolo di Michele Serra per la Repubblica

 

CASTELLI

“Mi domando che cosa abbia detto di così grave la viceministra Castelli, da meritarsi la sua raffica di indignazione quotidiana. Ha detto che se alcuni ristoratori rimangono senza clienti, bisognerà aiutarli a cambiare lavoro, attirandosi il solito coro di "vergogna!" ormai più stucchevole di certi "all you can eat" cinogiapponesi.

 

C' è una specie di nevrastenia punitivo-correttiva, nella comunità mediatica italiana, che ha veramente scocciato. Castelli non ha detto che bisogna avviare ai lager i cuochi eccedenti. Ha detto quello che molti, quasi tutti, hanno pensato quando, per esempio, a Milano ha aperto il milionesimo take-away e il miliardesimo baretto sui Navigli: ma come faranno a campare, tutti quanti? Non ci hanno fatto una capa tanta dicendoci che questa è una società di mercato?

MICHELE SERRA SULL'AMACA

 

 

LAURA CASTELLI NON ESISTE

Gianluigi Paragone per il Tempo

 

IL DITO MEDIO DI GIAN LUIGI PARAGONE

Laura Castelli non esiste. Chi parla in sua vece è un folletto dispettoso che ha preso le fattezze di questa ex giovane ragazzotta senz' arte né parte. Questo folletto è talmente dispettoso che si scatena quando si accendono le telecamere. Di preciso accade quanto segue.

 

Lalla Trullalero Trullalà Castelli arriva negli studi televisivi frastornata dall' interrogativo «Ma perché sono salita su un' auto blu partendo dal ministero dell' Economia e Finanze? Cosa ci facevo li?». Inebetita da cotanto peso amletico, la carusa dà segni di vita solo quando, appunto, non si accendono le telecamere. E partono le domande.

 

Ecco, in quel preciso istante, il folletto dispettoso si scatena: prende possesso della testa della Castelli (evidentemente avanza spazio) e comincia a dare risposte "ad minchiam".

castelli

 

Tipo quella dell' altro giorno per cui se i clienti non arrivano nei ristoranti, i ristoratori dovrebbero cambiare mestiere. Forse una frase del genere l' avrebbe potuta dire anche la Castelli de-follettizzata nel senso: «cari ristoratori, non state li a sbattervi; se gente come me, la Azzolina, Buffagni, Bonafede, Toninelli, Di Maio arrivata al governo coi galloni, allorai miracoli sono possibili per tutti».

 

Torno serio. Il problema non sono i folletti ma le follie che escono dalla bocca di governanti irresponsabili e incapaci. La Castelli lo è al pari della maggior parte dei suoi colleghi, gente che sul mercato del lavoro non avrebbe valore. Lo dicevo anche guardando i loro operati nel precedente esecutivo, basta rivedersi i miei video di allora contro le decisioni del Mes guidato da Tria, con l' inutile supporto del due Castelli-Villarosa.

 

Non si tratta solo di aver offeso e deriso i ristoratori, ma aver fatto capire agli italiani quanto al governo e al M5S interessi l' Italia che lavora, cioé nulla. Il Movimento è di ventato quello delle riunioni a Villa Pamphili con la Troika;

Paragone Di Battista

 

castelli

i grillini sono quelli che non hanno tolto la revoca autostradale ai Benetton ma li ha accompagnati alla porta ben pagandoli pure; e la Castelli quella che dà un bel contratto al cognato del viceministro Giancarlo Cancellieri (su cui la Corte dei Conti vuole vederci chiaro...) perché loro non hanno il problema di cambiare business.

 

In un Paese normale la Castelli non sarebbe nemmeno al governo, per manifesta inadeguatezza culturale e basti pescare le sue perle su YouTube per pesarne la consistenza. Vale per lei come per il resto della Banda. Resteranno tutti asserragliatin el Palazzo e scortati. Resteranno fino a quando il Paese non si ribellerà.

GIANLUIGI PARAGONE E ALESSANDRO DI BATTISTA
laura castelli con mascherina