IL CAV NON FA MAI NIENTE A CASO - LA SVOLTA GOVERNISTA DI BERLUSCONI (CON SILURAMENTO DEL CAPOGRUPPO RENZULLIANO ALLA CAMERA, CATTANEO, E DI LICIA RONZULLI DA COORDINATRICE IN LOMBARDIA) È LEGATA AI SUOI PROCESSI - LA PRIMA, PERORATA DAL GOVERNO, È STATA QUELLA DI RITIRARE LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO NEI SUOI DUE PROCESSI, IL RUBY-TER A MILANO E QUELLO “ESCORT” A BARI - ORA IL CAV E’ STATO AMMANSITO PER VINCERE IL RICORSO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO SULLA SENTENZA CON CUI, NEL 2013, FU CONDANNATO A 4 ANNI PER FRODE FISCALE SUI DIRITTI TV MEDIASET…
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Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per il “Fatto quotidiano”
La svolta governista di Silvio Berlusconi è arrivata dopo due promesse che riguardano la giustizia e i suoi processi. La prima, perorata dal governo, è stata quella di ritirare la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio nei suoi due processi: il Ruby-ter a Milano dove poi il leader di Forza Italia è stato assolto in primo grado per l’accusa di corruzione giudiziaria e poi il processo “Escort” a Bari dove Berlusconi è accusato di induzione a mentire.
Richiesta fatta da Arcore a Palazzo Chigi dopo diverse riunioni e su spinta dalla compagna Marta Fascina che, raccontano, sia molto scaramantica: visto che il leader azzurro era stato assolto nel Ruby-ter, è stata lei a chiedere di ritirare anche la parte civile a Bari. “Così sarai assolto anche lì”, ha detto Fascina a Berlusconi.
Ma c’è una seconda promessa, che è stata fatta dall’ala governista di Forza Italia guidata da Fascina e dal vicepremier Antonio Tajani, che ha convinto Berlusconi a non fare più il controcanto a Giorgia Meloni: quella secondo cui diventare più benevolo nei confronti dell’esecutivo permetterebbe all’ex premier di vincere il ricorso di fronte alla Corte europea dei Diritti dell’uomo sulla sentenza con cui, nel 2013, Berlusconi fu condannato a quattro anni per frode fiscale sui diritti tv Mediaset […]
Il leader azzurro aveva presentato due ricorsi di fronte alla Cedu di Strasburgo: il primo, poi ritirato dagli avvocati di Berlusconi dopo la riabilitazione con la possibilità di ricandidarsi, sulla “non retroattività” della legge Severino che lo aveva fatto decadere dal Senato; il secondo – denominato “Berlusconi contro Italia” – contro il merito della condanna. È su quest’ultimo che i giudici di Strasburgo sono chiamati a decidere.
Nel maggio 2021 i giudici europei avevano posto dieci questioni all’Italia proprio sulla condanna: si andava dall’equità del giudizio al processo equo, fino alla domanda se la frode fiscale fosse un reato al momento della sentenza, passando per le dichiarazioni del giudice Antonio Esposito, presidente della Sezione Feriale della Cassazione, fatte dopo la condanna.
Esposito, il cui procedimento disciplinare davanti al Csm è stato archiviato, si è costituito nel processo della Cedu “depositando memorie e documenti”. L’Avvocatura dello Stato ha risposto a tutte queste domande e ora si attende solo la decisione finale: la Corte di Strasburgo potrà rigettare il ricorso oppure condannare l’Italia. La sentenza di condanna in questo caso non sarebbe cancellata, ma Berlusconi potrebbe venderla come una riabilitazione politica.
È per questo che l’ala governista di Forza Italia ha convinto l’ex premier: diventare più fedeli al governo potrebbe aiutarlo a vincere il ricorso, è la tesi. La promessa fatta a Berlusconi è che questo possa avvenire grazie “all’influenza di Tajani in Europa”, racconta un parlamentare azzurro. […] Una promessa che rischia di rimanere lettera morta visto che Tajani non ha alcun potere di influenza sui giudici di Strasburgo […]