IL CAV E LE PULIZIE DI PRIMAVERA. FUORI GLI EX AN GASPARRI E MATTEOLI E RESA DEI CONTI CON SALVINI – BERLUSCONI: IL PRIMO QUANDO VA IN TV FA PERDE VOTI, IL SECONDO PUNTA ALLA DECIMA LEGISLATURA – E MAURIZIO SI VENDICA ATTACCANDO MEDIASET – SILVIO PUNTA SULLA SCISSIONE DEI LUMBARD: “BOSSI CI DARA’ BELLE SODDISFAZIONI”
Carmelo Lopapa per la Repubblica
Si erano tanto amati. Non è più così da un pezzo. «Non voglio sentir parlare di loro, basta», è sbottato Silvio Berlusconi quando in questi giorni gli hanno raccontato delle uscite dei (pochi) ex An rimasti nelle file di Forza Italia. La rottamazione della vecchia guardia è già cominciata e parte proprio con i "colonnelli" finiani di un tempo. Di Alemanno, La Russa, Meloni si è sbarazzato anni fa con la creazione del loro partito. Ora nel mirino sono finiti i più rappresentativi tra i reduci, Altero Matteoli e Maurizio Gasparri.
L' effetto della classica goccia lo ha avuto l' iniziativa del primo senatore, che in sprezzo alle indicazioni e ai desiderata del capo ha organizzato per oggi pomeriggio a Roma un' iniziativa che sta tutta nel titolo: «Verso le primarie del Centrodestra?» con i big sponsor della consultazione così invisa al Cavaliere: dalla Meloni a Toti, da Salvini (invitato ma assente perché a Bruxelles) a Fitto. Insomma, tutti quelli che lavorano già per la successione.
Berlusconi - raccontano - ha visto rosso soprattutto quando ha letto la dichiarazione con cui Matteoli ha presentato l' iniziativa: «In vista delle politiche il centrodestra deve ritrovare unità e nuova freschezza per un' alternativa credibile». Freschezza?, è trasecolato l' ex premier nei colloqui privati: «Va parlando di rinfrescare il centrodestra proprio lui, che ha più di 75 anni e con nove legislature alle spalle bussa ancora alla mia porta per farsi anche la decima, ma con l' elezione garantita in un posto da capolista bloccato?» Ormai non li regge più. E non vuole soprattutto che vadano in tv per nome e per conto di Forza Italia.
A dispetto delle apparenze, sembra sia cancellato anche il sodalizio di un tempo con Maurizio Gasparri, pur artefice della legge ancora in vigore che blinda le reti Mediaset e delle frequenti apparizioni a Palazzo Grazioli. Significativo lo sfogo del leader in una delle ultime cene con pochi fidati: «Non ne posso più dei soliti in tv. Prendete Gasparri: ha un rapporto quasi fisico con i talk, se non va almeno due volte a settimana sta male. Ma ogni volta che va ci fa perdere punti». A peggiorare il tutto, l' attacco di ieri sera dello stesso Gasparri alle Iene, con tanto di richiesta di intervento del Garante al grido di «Mediaset non è mai caduta così in basso ». Insomma, è finita.
Del resto l' ex premier ha ormai deciso: gli uscenti più in vista saranno candidati tutti al Senato, a caccia di preferenze, (se davvero la nuova legge le prevedrà a Palazzo Madama): «Vedremo così quanti voti sono capaci di raccogliere dopo tante apparizioni tv», è la provocazione del leader. La schiera di giovani amministratori selezionati in questi mesi e già sondati in alcuni talk entreranno invece alla Camera in listini bloccati. Ed è già panico nei capannelli di ex ministri e dirigenti forzisti in Transatlantico: a loro sarà riservato solo il 30 per cento dei posti "sicuri".
Ancora peggio se il centrodestra dovesse essere costretto al matrimonio d' interesse del listone unico. Difficile in queste condizioni, con Matteo Salvini che ancora ieri sparava a pallettoni contro Berlusconi: «Orgoglioso che indichi uomini della Lega come potenziali premier, ma il possibile candidato sono io».
Contatti azzerati tra i due. Anche perché Berlusconi soffia sul fuoco leghista e coi suoi gongola, scommettendo su un' imminente mini-scissione pianificata dal vecchio fondatore: «Vedrete che Umberto Bossi ci darà presto delle soddisfazioni ». Il Senatur non ha più truppe. Ma tutto quel che alimenta caos intorno a Salvini per Berlusconi è un vantaggio.