IL CAV VUOLE SELLARE I CAVALLI - BERLUSCONI FA PRESSING SU STEFANO PARISI PERCHÉ SI CANDIDI A SINDACO DI MILANO PER IL CENTRODESTRA (MA PRIMA DEVE METTERE IN SICUREZZA LA SUA “CHILI TV”) - PER IL VOTO A ROMA, IL BANANA INSISTE CON MARCHINI


Andrea Montanari per “la Repubblica”

 

STEFANO PARISI

Stefano Parisi tentato dal sì alla candidatura a sindaco di Milano per il centrodestra. «La politica è sempre stata la mia passione, però mi occorre tempo per mettere al sicuro la mia azienda» è la confidenza fatta ad alcuni amici dal patron di Chili, broadcaster che fornisce film e video.

 

Da mesi Parisi è corteggiato da Berlusconi e Salvini. «Se vincessi a Milano - questa la prospettiva che lo attrae cambierebbe lo scenario di una partita che diventerebbe nazionale ». Silvio Berlusconi si mostra già sicuro della risposta, tanto da dire al telefono a Matteo Salvini e Giorgia Meloni: «Non possiamo perdere altro tempo. Su Milano ho convinto Parisi, ma anche su Roma dobbiamo stringere. Dovete accettare Marchini».

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

I due però nicchiano. Parisi, invece, l’ex enfant prodige che ha iniziato la carriera all’Ufficio studi Cgil, riflette. La sua finora è stata una “irresistibile ascesa” che lo ha portato a Palazzo Chigi con i governi Amato, Ciampi e Berlusconi. Poi in Confindustria come direttore generale con Antonio D’Amato, e al Comune di Milano come city manager di Gabriele Albertini. Prima dell’avventura imprenditoriale con Fastweb e con Chili, l’ultima creatura.

 

alfio marchini ie eleonora tabacchiera

Ora pensa alla politica. Sa che una sua candidatura, se sommata alla possibile vittoria di Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra e alla corsa dell’ex banchiere e ministro Corrado Passera già in campo, trasformerebbe la partita del dopo-Pisapia in una competizione fra manager. Una sfida ghiotta per Parisi, nella quale l’obiettivo sarebbe riportare alle urne gli elettori moderati che nel 2011 disertarono le urne o votarono addirittura Pisapia decretando la sconfitta della Moratti.

 

Una sfida “fattibile” soprattutto se Sala non stravincesse le primarie e la sinistra extra-Pd dovesse presentare un suo candidato a giugno. Parisi in quel caso ritiene realistico arrivare al ballottaggio. Sperando negli elettori del M5S, che ha candidato la semisconosciuta Patrizia Bedori, e in quelli di Passera, che ha scelto come slogan “Basta con la sinistra”.

 

MARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALA

Berlusconi è convinto che il piano andrà in porto. Chi ha sentito Parisi assicura però che il manager rifiuterebbe, se il centrodestra volesse da lui un sì immediato. «Manovra a specchio» l’hanno definita l’ex Cavaliere, Salvini e Meloni quando si sono visti domenica. Cioè annunciare il candidato subito dopo quello del centrosinistra.

 

Parisi dice di aver bisogno di tempo. Per trovare nuovi investitori e garantire una “transizione” tranquilla alla sua azienda. Berlusconi ha affidato il dossier a Bruno Ermolli. Quello della cordata nel 2008 per Alitalia. Altri, però, sostengono sia solo pretattica. L’annuncio sarebbe imminente.

 

GELMINI 5

La questione tempo infatti non è irrilevante. Parisi è conosciuto nell’ambiente imprenditoriale e finanziario, ma non è popolare tra i milanesi. Sala, al contrario, oltre alla ribalta di Expo 2015 si è già fatto conoscere girando i quartieri durante la campagna per le primarie. Ecco perché, per dirla con la coordinatrice lombarda azzurra Maristella Gelmini, «resta tutto appeso a un filo». Il centrodestra non vuole dover ripartire da zero un’altra volta. Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti si è già chiamato fuori. Resterebbe Maurizio Lupi, ma non piace alla Lega perché non rinnega Alfano.