IL CAVALIERE INESISTENTE - MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI IERI HANNO AVUTO UN FACCIA A FACCIA DI UN’ORA. L’OBIETTIVO ERA SMENTIRE LE DIVISIONI TRA LORO DUE MA SOPRATTUTTO MANDARE UN MESSAGGIO A BERLUSCONI: IL “CAPITONE” E LA “DUCETTA” SONO IRRITATI DALLE ULTIME MOSSE DEL CAV., CHE HA GIÀ DETTO DI ESSERE PRONTO A SOSTENERE DRAGHI ANCHE DOPO IL 2023 E VUOLE DARE L'IMPRESSIONE DI TRATTARE DA SOLO CON ENRICO LETTA (CIOÈ CHE LA COALIZIONE LA COMANDA LUI)
-Paola Di Caro per il "Corriere della Sera"
Un incontro di un'ora, nello studio alla Camera della leader di Fratelli d'Italia. Incontro programmato, assicurano dall'entourage di Matteo Salvini e da quello di Giorgia Meloni, ma che sarebbe passato probabilmente inosservato in un lunedì pomeriggio di una Montecitorio quasi deserta, quindi anche il solo averlo voluto comunicare ufficialmente da parte dei due leader assume un significato importante.
Anzi, più di uno. Il primo è che Meloni e Salvini hanno voluto dare il segnale che le ricostruzioni «su divisioni, liti, rivalità, dissensi fra i due, sono sbagliate». Non c'è nessuna guerra sotterranea e continua per la leadership, in sostanza: «Abbiamo parlato di tutto in un clima molto distensivo. Ci rivedremo presto», fanno sapere entrambi.
Il secondo, più delicato, è che l'incontro a due rompe l'immagine quasi idilliaca di qualche settimana fa, quella del vertice a Villa Grande, la tenuta romana del Cavaliere, che da padrone di casa si poneva come il leader che ancora dà le carte e indica la strada.
No, stavolta i due leader sembrano voler dimostrare che non hanno bisogno di nessun padre nobile o mediatore per mettersi d'accordo e fare asse, anzi vanno avanti convinti su una linea diversa da quella di Berlusconi, contrario ad elezioni anticipate e disponibile a sostenere Draghi anche «dopo il 2023», a differenza degli alleati che ipotizzano le urne dopo l'elezione del prossimo capo dello Stato, tanto più se il prescelto fosse Draghi.
Salvini e Meloni negano di aver organizzato l'incontro per dare un segnale a Berlusconi, escludendolo di proposito. E nemmeno da FI in verità mostrano irritazione: «Nulla di strano, vorranno far vedere che vanno d'accordo». Meloni e Salvini assicurano anzi che presto si vedranno tutti insieme, anche in settimana se le agende lo permetteranno.
Ma confessano che le ultime mosse del Cavaliere non sono piaciute. In particolare «non è stato apprezzato» che Berlusconi abbia dato l'impressione di trattare da solo con Enrico Letta, accettando subito l'invito lanciato dal leader del Pd a sedersi tutti attorno a un tavolo per mettere al sicuro la manovra dalle fibrillazioni in vista del voto per il Quirinale, un voto al quale - è il non detto - sarebbe bene arrivare senza armi spianate.
Berlusconi infatti, per bocca di Antonio Tajani, domenica ha subito detto sì alla proposta di Letta, mentre la Meloni non si è esposta e Salvini non si è detto contrario, facendo però spiegare dal suo ufficio stampa che in realtà la proposta originaria era la sua, ed è anomalo che sia caduta nel vuoto mentre sia stata entusiasticamente accolta appena formulata dal leader Pd.
Insomma, che ci sia sospetto per le mosse di Berlusconi è evidente, anche perché lui è in grado di giocare più partite contemporaneamente: mettere sul piatto la sua candidatura e assicurare una prosecuzione del governo Draghi anche nella prossima legislatura, se come «premier espressione del centrodestra» o di una maggioranza di larghe intese è da vedere.
Scenari futuri e futuribili, ma che appunto cozzano con quelli di Salvini e Meloni, che decidono di siglare un patto per interesse reciproco. Che vogliono giocarsi in prima persona la battaglia per il prossimo governo e si muovono su terreni un tempo di pertinenza quasi esclusiva di FI: oggi saranno entrambi alla cerimonia per i 50 anni di Confesercenti, assieme a Conte, Letta, Giorgetti. E FI? «Non c'è...», sorridono sibillini da FdI.