CAVOLETTI DI BRUXELLES PER LA MAGGIORANZA – LA DATA DA SEGNARSI È IL 15 OTTOBRE: QUEL GIORNO SI VOTA IN POLONIA, E L’ESITO SARÀ CRUCIALE PER LE EURO-ALLEANZE. A VARSAVIA SI SFIDANO IL POPOLARE TUSK E IL PREMIER USCENTE MORAWIECKI, ALLEATO DI GIORGIA MELONI TRA I CONSERVATORI, CHE NELLA TESTA DELLA DUCETTA DOVREBBERO ALLEARSI CON IL PPE – SALVINI RINTIGNA SULLA LE PEN, IL RONZULLIANO MULÈ CHIEDE DI MARCARE LA DISTANZA DA ECR. E INTANTO, ARRIVANO NUOVI SONDAGGI: UNA MAGGIORANZA PPE-ECR SAREBBE POSSIBILE, MA SOLO CON I LIBERALI DI MACRON…

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Michele Esposito per l’ANSA

 

giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia

Sulla linea Varsavia-Bruxelles-Roma sale la tensione nel centrodestra in vista delle Europee del 2024. A dominare il dibattito è la collocazione dei tre partiti che siedono al governo, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, in vista di un appuntamento elettorale cruciale per le sorti politiche dell'Europa.

 

E, sulla strada che porta al voto del prossimo giugno, le elezioni in Polonia si stagliano come vero e proprio spartiacque: a fronteggiarsi, il 15 ottobre, saranno, da un lato, Mateusz Morawiecki e, dall'altro, Donald Tusk. Il primo guida il partito Diritto e Giustizia (Pis), è in rotta con la Commissione ed è il principale alleato di Giorgia Meloni in Europa.

 

marine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldi

Il secondo è tra i big dei Ppe, è stato presidente del Consiglio Ue ed è guardato con silenziosa speranza dalle formazioni europeiste del Vecchio continente. E' proprio riferendosi alla Polonia che, in un'intervista a 'La Repubblica', il vice presidente della Camera e deputato azzurro Giorgio Mulè ha riacceso la miccia nel centrodestra, sostenendo che la corsa di FI vada delineata in maniera ben diversa da quella dei suoi alleati di governo.

 

"In Europa dobbiamo marcare le differenze dai Conservatori, nel dna abbiamo il popolarismo e non il populismo", ha spiegato Mulè osservando: "Il Ppe in Polonia sta con Tusk, che sfida Morawiecki, uno dei leader dei Conservatori. Se il vento di centrodestra che è calato in Spagna, dovesse scemare anche in Polonia, la prospettiva europea cambia decisamente".

giorgio mulè dorme mentre presiede al seduta dell aula della camera

 

Le sue affermazioni sono state accolte dal freddo silenzio dei meloniani. A parlare, invece, è stato Matteo Salvini. Il leader della Lega ha ribadito un concetto espresso già negli ultimi mesi: quello di un centrodestra unito anche sui banchi di Strasburgo.

 

"Nessuno può dire non mi piace la Le Pen, non mi stanno simpatici gli austriaci. Siamo in democrazia, aspettiamo il voto. Io non dirò di no a nessuna alleanza con nessun movimento politico di centrodestra", ha rimarcato il leader della Lega. A Bruxelles, in realtà, la pensano diversamente.

 

Le aperture di Manfred Weber a Meloni - accolte con crescente malumore nel Ppe - molto difficilmente potrebbero allagarsi ai membri del gruppo Id, dove siedono lepenisti, Lega e Afd. La stessa Fdi, dopo le elezioni polacche, si troverà davanti ad una scelta: avvicinarsi al Ppe di Weber o restare con Morawiecki.

 

GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI AL CONSIGLIO EUROPEO

I due, da settimane, sono in un guerra permanente. Il premier polacco, già in piena campagna elettorale, ha ufficialmente sfidato il leader popolare ad un dibattito pubblico il 2 ottobre.

 

"Weber ci ha chiamato nemici, ne ho abbastanza. Non abbiamo bisogno di lezioni di democrazia", ha tuonato. Nel frattempo il sito Politico ha delineato, sulla base dei sondaggi finora effettuati, un quadro per la prossima Eurocamera, che avrà 720 parlamentari.

 

donald tusk

Il gruppo più numeroso resterebbe quello del Ppe, (165 seggi), seguito da S&d con 145 seggi. Il terzo posto sarebbe invece conteso da Renew, che scenderebbe a 86 seggi ed Ecr, dato in netta ascesa a oltre 80 eurodeputati. Evidente sarebbe il calo dei Verdi che perderebbero 24 seggi. Pallottoliere alla mano, una maggioranza Ppe-liberali-Ecr sarebbe teoricamente possibile, ma meno solida del tradizionale asse Ppe-S&d-Renew. E con un'appendice dirimente: i liberali al momento, non si sono detti disponibili ad alcuna maggioranza che non includa anche Popolari e Socialisti.

Manfred Weber e Ursula von der leyen
giorgio mule durante i funerali di stato di arnaldo forlani

matteo salvini e marine le pen