O CEDI O MUORI - POSSIAMO CONTINUARE A TASSARCI, A TAGLIARE LE SPESE, A SOTTOSTARE AL RIGORE TEDESCO, MA LA VERITÀ È CHE FINCHÉ L’EUROPA NON SARÀ ANCHE UN’UNIONE POLITICA, OLTRE CHE ECONOMICA, NULLA CAMBIERÀ - NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI, ITALIA E SPAGNA RIMARRANNO IN UNO STATO DI STAGNAZIONE SENZA CRESCERE PER ANNI - MA SE GLI STATI E I CITTADINI CEDESSERO UN PO’ DELLA PROPRIA SOVRANITÀ ALL’EUROPA, SAREBBE TUTTO PIÙ FACILE…


Michele Salvati per "Corriere della Sera"

BANDIERE EUROPA

Finora la catastrofe è stata sventata. Alla Grecia, in ritardo e col contagocce, al solo scopo di prendere tempo ed evitare il contagio, vengono concessi crediti che tutti sanno non potrà mai ripagare e a malapena le consentono di sopravvivere in condizioni di miseria crescente.

MARIO MONTI EUROPA

Spagna e Italia si avvitano in un circolo vizioso in cui aumenti di imposte e riduzioni di spese deprimono il reddito e impediscono al rapporto Debito/Pil di ridursi: di crescita non se ne parla proprio e la prospettiva più realistica - se si sventa la catastrofe - è quella di un lungo ristagno. Se continua così, si tratterà di un ristagno che potrebbe prolungarsi per gran parte della prossima legislatura e sarebbe già un buon risultato se riuscissimo a realizzare, entro la sua fine naturale, qualche altra riforma strutturale importante, che renda la nostra amministrazione pubblica un po' più efficiente, la nostra struttura economica un po' più competitiva, la nostra società un po' più giusta, tutti obiettivi che è molto difficile raggiungere in una situazione recessiva.

EUROPA STRAPPATA

Ormai hanno capito tutti che la soluzione (o la non soluzione) sta in Europa, in uno scatto di leadership che ci porti rapidamente ad una situazione più vicina a quella di uno Stato federale. E hanno capito tutti che l'Unione monetaria europea è stata concepita male, pensando che una moneta unica potesse reggere senza un vero Stato federale - o almeno uno Stato federale in progress - alle sue spalle. Uno scatto di leadership? No, un doppio scatto di leadership, che, sia per i Paesi più forti sia per quelli più deboli, faccia accettare ad elettorati per ora molto maldisposti una disciplina decisa da una autorità politica democratica - questa la parola chiave - ad essi sovra-ordinata: una cessione di sovranità per entrambi, non solo per una parte di loro.

IL FUTURO DELL EUROPA DALL ECONOMIST

Solo così un grande leader tedesco potrà convincere i suoi concittadini che è nell'interesse comune europeo, e nello stesso interesse nazionale tedesco, aiutare italiani e spagnoli a mettere in piedi un'economia capace di crescita. E solo così un grande leader italiano ci potrà convincere che i sacrifici che verranno richiesti non lo sono soltanto nell'interesse tedesco ma nel nostro stesso e in quello comune dell'Europa.

Solo così, in sintesi, potranno essere superate le giuste obiezioni che Galli della Loggia muove a coloro che riducono il rapporto tra Nord e Sud della zona Euro ad una semplice relazione tra creditori e debitori (7 agosto): no, si tratta del rapporto tra Stati sovrani impegnati in un progetto sovranazionale comune. E ho parlato di grandi leader perché il compito che devono affrontare, a Nord e a Sud, è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi.

EUROPA
EURO

L'ha capito anche Stefano Fassina, che in un'intervista concessa al Foglio il 9 agosto parte proprio da qui. I primi quattro punti del suo decalogo riguardano infatti l'Europa (finalmente, ...nella «Carta di Intenti» del Pd quasi non se ne parlava) e in sostanza richiedono proprio quel doppio scatto di leadership necessario per fare un passo in avanti serio in direzione di un'Europa federale. E se questo doppio scatto non avviene? Già facciamo una gran fatica noi a fare la nostra parte, figuriamoci se possiamo imporre alla Merkel o a chi per lei di fare la sua.

Ma se il doppio scatto non avviene, possiamo sognarci che le correzioni che Fassina propone all'agenda Monti nella seconda parte del suo decalogo (alcune ragionevoli, altre meno, altre ancora poco comprensibili) facciano la benché minima differenza sui valori ai quali i mercati prestano attenzione, il debito e soprattutto la crescita: saremo sempre nella situazione di ristagno che ho descritto prima, tallonati dai mercati e ossessionati dagli spread.

Credo che Monti sia il primo ad essere consapevole della natura del problema e della necessità di un doppio scatto. E sia il leader italiano che - con l'appoggio del Parlamento, naturalmente - è nelle migliori condizioni per promuovere in Europa questo passaggio delicatissimo. Ai partiti spetta il compito di sostenerlo, anche con critiche costruttive, prima che avvenga l'irreparabile.