CHE FARÀ ORA ZINGARETTI? – SE LE REGIONALI FINISSERO DAVVERO, COME SEMBRA, 3 A 3, “ER SAPONETTA” PUÒ TIRARE UN SOSPIRONE DI SOLLIEVO E INIZIARE A PRETENDERE QUALCOSA DAI GRILLINI, A CUI FINORA IL PD HA PERMESSO DI TUTTO – CHIEDERÀ UN PASSO VERSO IL MES? E I DECRETI SICUREZZA? VORRÀ UN RIMPASTO PER RIEQUILIBRARE LA MAGGIORANZA? LA VITTORIA DEL SÌ AL REFERENDUM È UN’ASSICURAZIONE PER LA VITA DELLA LEGISLATURA. I PARLAMENTARI RIMARRANNO INCHIODATI ALLA POLTRONA PER NON PERDERE IL POSTO E LE CAMERE NON POTRANNO ESSERE SCIOLTE SENZA UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE
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Marco Conti per www.ilmessaggero.it
L’atteso cataclisma non sembra esserci. Secondo gli exit poll in Toscana il candidato del centrosinistra è avanti rispetto alla sfidante della Lega e in Puglia il testa a testa tra l’uscente Emiliano e lo sfidante Fitto è già un successo che con lo scrutinio potrebbe tramutarsi in un vantaggio, per il presidente in carica, grazie al voto disgiunto.
Potrebbe quindi stasera profilarsi un insperato tre a tre che rinsalda il governo di Giuseppe Conte e soprattutto rinfranca il segretario del Pd Nicola Zingaretti che, in caso di successo in Toscana e Puglia, avrà argomenti non da poco per spingere l’azione di governo e sottrarla dalle sabbie mobili del post emergenza sanitaria.
Ma se il Pd potrebbe stasera brindare al pericolo scampato, il M5S resta in panchina con percentuali sempre più basse e nessun candidato competitivo. Neppure nella Puglia della Lezzi e Di Battista. Il risultato del referendum non basta a risollevare un Movimento che ha smarrito la propria ragione sociale se non l’orizzonte del governo. Se il Pd conserverà Toscana e Puglia, perdendo le Marche, i problemi per il presidente del Consiglio potrebbero quindi arrivare proprio dal M5S anche se la linea movimentista sembra avere una battuta d’arresto con il voto pugliese.
Il successo del Sì nel referendum era scontato, ma potrebbe sorprendere non solo la partecipazione ma soprattutto il numero dei contrari alla riforma costituzionale. Una percentuale ben più ampia di quella che si è espressa in Parlamento al momento del voto e che potrebbe ancora una volta dimostrare la distanza tra i partiti e gli elettori.
Ma non sono solo i risultati delle elezioni regionali a rafforzare il governo. C’è un effetto immediato prodotto dal risultato del referendum: le Camere non potranno essere sciolte perché manca una legge elettorale adeguata alla nuova composizione del Parlamento. Elemento non da poco anche se si tratta di una legge ordinaria che potrebbe essere varata in tempi brevi ammesso si riesca a trovare l’accordo tra le forze politiche.