CHE FESSACCHIOTTI QUELLI CHE CREDONO CHE LA CINA SI ADOPERI PER LA PACE TRA MOSCA E KIEV - XI JINPING SFRUTTA PUTIN PER CAMBIARE GLI EQUILIBRI DI FORZA GLOBALI: GRAZIE ALLA GUERRA, GLI AMERICANI SONO INCHIODATI IN UCRAINA, SI SVENANO PER SOSTENERE ZELENSKY E NON POSSONO CONCENTRARSI SUL PACIFICO. E IL SUO ALLEATO, L’EUROPA, SI INDEBOLISCE - I DIPLOMATICI CINESI GIOCANO SULL’AMBIGUITÀ E RIMODULANO LA PROPRIA NARRAZIONE A SECONDA DELL’INTERLOCUTORE: DICONO A CIASCUNO QUEL CHE VUOLE SENTIRSI DIRE…
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1 - WANG A MOSCA DA PUTIN ALLA RICERCA DELLA VIA CINESE PER ARRIVARE ALLA PACE
Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”
[…] La Cina spera in un colpo da maestro, quasi disperato: uscire dalla guerra con una Russia ancora più legata a sé, ricucire un rapporto con un’Europa diffidente e sempre più allineata alla linea americana, presentarsi agli occhi del mondo come attore responsabile.
Un filo sottilissimo sul quale camminare. La diplomazia mandarina è maestra nel rimodulare la propria narrazione a seconda dell’interlocutore. […] anche se la retorica filorussa di Pechino sembra essersi ammorbidita, il suo sostegno a Mosca - scambi commerciali, impegni diplomatici, esercitazioni militari congiunte - si è rafforzato nell’ultimo anno.
La Cina sa però che questo filo dell’ambiguità è talmente sottile che è prossimo a spezzarsi[…] Che pace ha in mente Pechino? Che cosa offrire a Mosca per dare a Putin una “onorevole” via d’uscita?
Non è un caso che alle parole sulla pace segua sempre il fatto che devono essere prese in considerazione anche le «legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti gli Stati»: allineandosi alla retorica di Mosca che è per colpa dell’espansione Nato che la Russia ha agito.
Il leader cinese ci ha abituati alle giravolte politiche (vedi il Covid), ma scaricare Putin sarebbe un colpo ben diverso alla credibilità del nuovo timoniere. Non gli conviene: la dipendenza della Russia dalla Cina ha fornito a Pechino una preziosa risorsa per promuovere le proprie priorità geopolitiche. Pechino non è mai stata entusiasta dell’invasione dell’Ucraina.
Ma vede la Russia come un prezioso compagno d’armi nella lotta contro “l’egemonia occidentale”. Xi si sente in qualche modo però intrappolato dalle proprie scelte, anche perché ora gli americani sono ritornati a pressare di nuovo con dichiarazioni di preparativi cinesi sulla fornitura a Mosca di “supporto letale”. E Pechino di finire sotto sanzioni non ne ha nessuna voglia. Il filo sul quale continuare a camminare è sempre più sottile.
2 - E L’INVIATO DI XI PORTA A MOSCA IL SUO PIANO SEGRETO
Estratto dell’articolo di Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
La Cina continua a giocare la sua partita a carte coperte. Xi Jinping ha mandato in giro per l’Europa Wang Yi, il responsabile della politica estera del Partito comunista, con comunicazioni che cambiano a seconda dell’interlocutore. Così, a Roma, Wang ha anticipato ad Antonio Tajani che è imminente la presentazione di «un’iniziativa politica cinese per risolvere la crisi».
Poi a Monaco ha avuto uno scambio tempestoso con Antony Blinken che sostiene di avere informazioni sulla volontà cinese di fornire ai russi «armi letali» e non solo sostegno commerciale per aggirare le sanzioni.
Ancora a Monaco l’inviato cinese ha incontrato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e gli ha assicurato che Pechino «non vuole che la guerra prosegua a lungo». […] Lo scontro di sabato tra Blinken e Wang ha peggiorato il clima da guerra fredda tra le due superpotenze. Le «informazioni americane sulle armi sono false», dice Pechino che le bolla come una strategia di «pressione e coercizione».
Il portavoce di Pechino ha tirato un’altra bordata osservando che «quelli che non smettono di fornire armi al campo di battaglia sono gli Stati Uniti, non la Cina. A Washington non sono qualificati per dare ordini e non accetteremo mai che dettino o impongano come dovrebbero essere le relazioni sino-russe».
[…] Mosca combatte e Pechino fa sempre affari. Xi non ha ancora risposto con una data all’invito per la visita di Stato a Mosca. Guarda al rapporto economico con gli europei.
Kuleba ha detto che Wang a Monaco ha riaffermato il rispetto cinese per la sovranità e l’integrità territoriale ucraina. Dei colloqui di Wang a Mosca, in pubblico potrebbe emergere solo la consueta retorica sulla «cooperazione strategica» sempre migliore. La politica mandarina continua la sua rotta ambigua con l’obiettivo di sfruttare l’avventurismo russo per cambiare gli equilibri di forza globali.