IN CHE MANO SIAMO FINITI – HANNO INVOCATO, MINACCIATO, BLATERATO PER DUE ANNI LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AUTOSTRADALE AD ATLANTIA. RISULTATO: CONTE E DI MAIO E ZINGARETTI, TRE INETTI CHE NON RIUSCIREBBERO A GOVERNARE UN CONDOMINIO, SONO RIUSCITI A FAR STAPPARE LO CHAMPAGNE AI BENETTON: LA VALUTAZIONE DELLA SOCIETÀ È UNA FOLLIA DI 11 MILIARDI. E IL TITOLO VOLA IN BORSA DEL 16,2%

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Repubblica.it

la famiglia benetton su vanity fair

Mosso il primo passo per creare la società unica della rete a banda ultralarga, con la firma della lettera d'intenti tra Tim e Cdp, un'altra partita intreccia il lavoro del governo, il ruolo della Cassa depositi e prestiti e Piazza Affari: l'ormai annosa vicenda della concessione autostradale in mano ad Atlantia, la holding della famiglia Benetton.

 

Genova - applausi a Di Maio e Salvini

Le ultime indicazioni, che danno una possibile via d'uscita sulla base di una valutazione della società infrastrutturale di 11 miliardi, mettono le ali al titolo Atlantia che nelle prime battute degli scambi non fa prezzo in Borsa, poi entra in contrattazione e a fine seduta segna un rally del 16,2%.

 

giuseppe conte – inaugurazione nuovo ponte di genova 1

Siamo dunque vicini allo scatto definitivo, che deve rompere una impasse nella quale si è riprecipitati nonostante gli impegni siglati dalle parti il 14 luglio scorso. Andiamo con ordine.

 

A metà luglio, si era sottoscritta una lettera che aveva fatto deporre al governo l'arma della revoca della concessione, a fronte di impegni precisi che - oltre a investimenti, risarcimenti per il Ponte Morandi e nuovo sistema tariffario meno premiante per la società - prevedevano la discesa nel capitale dei Benetton con la contestuale salita di Cdp, grazie a un aumento di capitale dedicato. Percorso contestuale alla quotazione in Borsa di Autostrade per l'Italia (che avrebbe scambiato a Piazza Affari direttamente, quindi, e non più attraverso la holding) e assegnazione dei titoli pro-quota ai soci di Atlantia.

 

FAMIGLIA BENETTON

Nel cuore dell'estate, Atlantia ha lavorato ad alternative - che hanno indispettito la Cassa - quali la vendita diretta della sua quota in Aspi (l'88%) direttamente sul mercato, con l'invito implicito a Cdp a partecipare a un'asta competitiva.

 

Come ha spiegato lo stesso amministratore della Cassa, Fabrizio Palermo, intervistato da Repubblica, il lavoro è comunque proseguito "con tenacia" e "in silenzio" perché non si tratta di una partita "semplice". "Ma ci stiamo avvicinando", diceva solo qualche giorno fa.

GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO

 

E in effetti le ultime indicazioni danno per tracciata una nuova via che potrebbe portare all'uscita giusta. Sarebbe ancora un percorso in due tappe, quello indicato da Bloomberg, con lo scorporo del 70% di Aspi da Atlantia, la creazione di una nuova società quotata che potrebbe lanciare un aumento di capitale da 6 miliardi per far entrare Cdp e altri investitori.

 

Coi soldi raccolti, la newco potrebbe abbattere il debito e ricomprarsi il 18% Aspi che sarebbe rimasto in mano ad Atlantia. Di questa roadmap dovrebbero parlare il numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo, e il numero uno di Atlantia, Carlo Bertazzo, in un incontro in vista del cda di Atlantia, convocato per domani. Sempre domani, il ministro Gualtieri riferirà in Parlamento sul dossier.

 

FAMIGLIA BENETTON
giuseppe conte genova ponte assembramento

Potrebbe essere una soluzione meno invisa ai fondi che partecipano Aspi al 12% (Allianz e Silk Road). Alcuni investitori esteri che si ritrovano nella partita (come il fondo Tci, che ha investito su Atlantia) hanno chiesto l'intervento della Commissione europea denunciando l'attivismo del governo sul dossier e la scelta di abbattere il maxi-indennizzo in caso di revoca con un tratto di penna del Milleproroghe, fattore che ha reso la società non più bancabile. Anche il faro europeo, dunque, è da tenere presente nello sviluppo della vicenda.

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
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impero della famiglia benetton